Salerno, sordo dalla nascita si diploma con 100 alla scuola pubblica

All'Alfano I diplomati cinque ragazzi sordomuti in classe con i normodotati

Davide Vitolo
Davide Vitolo
di Gianluca Sollazzo
Martedì 11 Luglio 2023, 06:46 - Ultimo agg. 15:55
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Il diploma è una doppia conquista. Da un lato c’è il traguardo di un giovane che guarda al futuro con speranza e sogni da realizzare. Dall’altro c’è la vittoria della scuola statale che realizza l’obiettivo dell’inclusione grazie alla sinergia tra enti. C’è tutto nella storia del successo di Davide Vitolo, 18 anni, studente della quinta A dell’indirizzo socio economico del liceo Alfano I di Salerno. Sordo dalla nascita, è riuscito a scalare le vette del successo scolastico. Lo scorso primo luglio ha dato gli orali alla maturità. E da pochi giorni ha saputo il suo risultato: cento con lode. Lui, come altri quattro compagni di classe, ha seguito un percorso di studi presso il liceo Alfano I col supporto di interpreti in lingua dei segni (Lis), dell’Asl, dell’Istituto Smaldone, di Comune e Regione. Davide, non è pago del traguardo raggiunto. 


È un giovane ambizioso, un atleta che non conosce limiti. «Vorrei far parte della nella nazionale di calcio con sordi e laurearmi in fretta in informatica – racconta il 18enne - I miei prof mi hanno insegnato di essere sempre affamati e folli». È il manifesto della scuola inclusiva, della scuola che dà opportunità di realizzazione a tutti.

Il liceo Alfano lo ha accolto nel 2018, grazie a un progetto sperimentale sostenuto dall’assessorato alle pari opportunità, dalla Regione e dall’Asl. Un progetto unico in Italia, che ha visto la collaborazione con l’Istituto per sordi Filippo Smaldone, fondato per accogliere il sempre maggiore numero di sordi ed udenti per continuare la volontà del beato. Non è stata facile. Ma Davide ce l’ha fatta.

«A dire il vero – ammette il 18enne neo diplomato sordo -mi sento profondamente soddisfatto e fiero di me stesso di aver raggiunto brillantemente uno dei miei traguardi più importanti dopo aver riscontrato varie difficoltà in questi anni di sacrifici e notti insonni che nonostante tutto hanno dato i loro frutti. Sono veramente felice di essere finalmente maturo. L’unica cosa che mi rattrista di più è che mi mancherà tutto, la mia quotidianità, tutto quello che c’era a scuola. Per me significa anche vita. Mi auguro che questo progetto sia diffuso in tutta Italia perché è giusto che anche altri studenti abbiano la mia stessa opportunità. Si parla del diritto allo studio, del diritto al sapere. Il diritto che tutti devono avere. Tutti i giovani devono sentirsi alla pari».

Davide a scuola è rinato. Ha fatto amicizie. Si è fidanzato con Maria, sorda anche lei. Ha disegnato insieme alla preside, Elisabetta Barone, ai suoi prof, agli interpreti, il piano di scalata al traguardo scolastico. E alla fine c’è riuscito. Davide si è diplomato brillantemente, con un orale eccellente, a detta della commissione. Al compito di italiano ha scelto la traccia sull’insegnamento scientifico di Piero Angela. Adesso guarda al futuro, all’università a Roma, forse. «Sono pronto a chiudere la porta della scuola e ad aprire un portone dove mi aspetteranno altri traguardi che sento di dover perseguire, senza mai arrendermi – dice Davide - Ringrazio la mia famiglia. Ringrazio le assistenti alla comunicazione e gli insegnanti di sostegno che erano sempre lì pronte a risolvere qualsiasi difficoltà e che sono stati la mia spalla, tutti professori che sono stati davvero fantastici, sensibili e speciali. Ringrazio il Comune, la cooperativa Fondazione Carisal. Ringrazio la preside Barone per aver sostenuto me e concesso la possibilità di seguire la scuola autonomamente. E infine ringrazio l’Istituto San Filippo Smaldone per avermi accolto come una vera famiglia».

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Ma il suo cuore è indirizzato ai compagni di classe. «Con loro - dice - ho fatto un viaggio indimenticabile che conserverò con cura nel mio cuore». La pandemia e gli anni della didattica a distanza sono stati duri, tra collegamenti internet ballerini, la distanza dalla classe, l’isolamento. «Il Covid – ammette - ha portato tanti problemi di comunicazione, dovevamo per forza indossare le mascherine, per cui era difficile seguire. Però col tempo abbiamo superato tutto». Davide dedica il suo diploma d’eccellenza alla nonna Anna. «È andata in cielo prima che io sostenessi la seconda prova – racconta con dolore - Oggi le posso dire: nonna mia, mi sono diplomato! È anche grazie a te che mi sei sempre stata accanto».

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