Sfuggita ai bombardamenti,
Faustina compie 100 anni

Sfuggita ai bombardamenti, Faustina compie 100 anni
di Barbara Cangiano
Domenica 25 Settembre 2022, 06:00 - Ultimo agg. 08:59
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Il giorno prima del suo compleanno era alle prese con l’estetista per la manicure e la pulizia del viso. Non rinuncia mai alla sua passeggiata quotidiana e guai a provare a farla vestire di scuro. Non ci è riuscito neppure l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano quando la invitò, nel 2014 al Quirinale. Il dress code prevedeva il blu, ma lei scelse il giallo perché era un colore più solare. Faustina Santoriello, classe 1922, nata a Cava de’ Tirreni e residente a Salerno, ha appena festeggiato con i suoi quattro figli e i suoi dodici nipoti nella città natale i suoi primi cento anni.

Un secolo vissuto intensamente, perché Faustina è tra le poche testimoni dirette dell’eccidio di Kos, la piccola Cefalonia dimenticata con i suoi 103 ufficiali italiani trucidati dai tedeschi.

Giovanissima, appena diplomata all’istituto magistrale, la signora Faustina partì per l’isola egea per seguire lo zio, Enzo Fiorillo, preside di una scuola e sua moglie, Matilde Pietropaolo. Era il 1941 e si ritrovò a insegnare in una classe multietnica composta da bambini greci, turchi, italiani ed ebrei. Ognuno parlava la sua lingua e lei si scoprì, bambina tra i bambini, come ricorda sua figlia Rosalba De Feo Pontrandolfi. Furono anni felici, finché, nel 1943, non venne perpetrato ai danni dell’esercito italiano, quello che è ormai noto come l’eccidio di Coo ad opera dell’esercito tedesco al comando del generale Friedrich Wilhelm Muller. Una storia di sangue e lacrime, per anni poco discussa, fin quando il Comitato Caduti di Kos iniziò il pressing per chiedere allo Stato italiano di ricordare quegli uomini, appena ventenni, che accettarono di andare incontro alla morte per mantenere fede al giuramento alla patria.

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Faustina ne ha vissute tante, compresa l’esperienza in un campo di prigionia, prima di poter tornare a casa, in Italia, nel 1945. Un’esperienza che anziché inaridirla l’ha portata ad essere sempre solare ed aperta al mondo, generosa e felice, un esempio per tutti. «Nel 2014, su invito del generale Liuzzi è ritornata a Kos – racconta la figlia – per inaugurare una lapide in ricordo delle vittime italiane su cui pose anche un mazzo di rose». Alla base del viaggio a rebours, un annuncio apparso nello stesso anno su Famiglia Cristiana, in cui si chiedeva, via Facebook, di contribuire a dare notizie di quella storia. Una sorta di chiamata alle armi per recuperare la memoria. Faustina non aveva i social, ma in un secondo riuscì a tessere le fila di quanto accaduto, scoprendo con dolore che tanti, compreso un ufficiale che all’epoca era il suo fidanzato, erano morti. «A Kos siamo state dieci giorni – ricorda Rosalba – Mia madre voleva ritrovare i suoi alunni, ma non è stata fortunata. Ci siamo riusciti solo in due casi, però si trattava di persone che ormai non erano più lucide». Lei, invece, la lucidità non l’ha mai persa. Anzi. «Continua a progettare e a pianificare e forse è questo il segreto della sua longevità». Tra i ricordi più nitidi, «il giorno in cui pregammo la Madonna di Pompei per salvarci dai bombardamenti – ricorda Faustina – e quando, sempre nel campo di concentramento in cui ci avevano confinati, mi inerpicai da sola lungo una montagna perché mia zia aveva appena appena partorito e aveva bisogno di aiuto. Provai a raggiungere l’ospedale. A un certo punto comparvero dei fuggiaschi ed ero terrorizzata. Poi spuntò un mio ex alunno, Nicola, che mi aiutò a compiere la mia missione. Non lo dimenticherò mai più». Infine un appello ai ragazzi: «Siete fortunati, non lamentatevi, andate avanti da soli con le vostre forze e siate felici perché la vita è bella». 

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