Nel Salernitano soltanto cinque donne tra 52 aspiranti sindaci «Ma non ci arrendiamo»

Ancora lontana la parità di genere, nessuna candidata nei centri maggiori: «Difficile conciliare pubblico e privato»

Quote rosa in politica
Quote rosa in politica
Carmen Incisivodi Carmen Incisivo
Martedì 18 Aprile 2023, 07:00 - Ultimo agg. 11:07
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A Salerno sembrano lontane anni luce le vittorie di Raggi, Appendino, Moratti e, salendo più in alto nella scala gerarchica delle cariche pubbliche, quella recentissima della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Non è un paese per sindache. A rivelarlo sono le candidature presentate per le prossime elezioni amministrative nel salernitano: su 52 candidati sindaco solo 5 sono donne, il 9,7%.

Nessuna aspirante prima cittadina correrà per conquistare lo scranno più alto dei Consigli comunali delle città sopra i 15mila abitanti. Le uniche «indomite» scendono in campo nei comuni piccoli e, dall’entroterra alla costa, lanciano un messaggio a coloro che sono rimaste a casa o che meditano, un giorno, di tentare l’avventura politica: «non arrendetevi - dicono - c’è bisogno della sensibilità femminile per una svolta culturale che investe tutti i campi delle amministrazioni». 

I centri nei quali gli elettori potranno scegliere di votare una donna sono Scala con Ivana Bottone, Laviano con Filomena Scelza e Giuseppina Vacca, Giungano con Sabrina Palumbo e Roccagloriosa con Speranza Gerundo. Nei restanti Comuni - tra i quali i «grandi» Pontecagnano Faiano, Scafati e Campagna - di aspiranti sindache non si vede l’ombra.

«Nella mia lista - racconta Gerundo - siamo cinque donne e non ho mai pensato che si trattasse, banalmente, di quote rosa. Siamo un valore aggiunto. Devo dire che il tema della conciliazione tra impegno pubblico e vita privata resta una criticità ma ho sempre pensato che ne valesse la pena. Non posso dire - aggiunge - che non esiste la discriminazione ma sebbene qualcosa stia cambiando non è abbastanza. Bisogna incoraggiare le donne a fare questa scelta, c’è bisogno dell’universo femminile per orientare decisioni e affinare sensibilità. È un’occasione che noi e la comunità non dobbiamo perdere». In corsa a Laviano, Giuseppina Vacca sostiene di aver accettato la candidatura «d’impulso» e di aver lottato perchè nella lista che la sostiene ci fossero quante più donne possibile. «C’è ancora tanto da lavorare - ammette - ho accettato perché il mio paese ha bisogno di una mamma, di qualcuno che sia orientato all’educazione, alla comprensione profonda delle cose.

Non bisogna avere paura di provarci». 

Ha fatto tesoro della sua esperienza politica e prova a rilanciare la sfida Ivana Bottone che racconta: «Quando quindici anni fa ho iniziato eravamo pochissime. Alcune venivano preferite perchè avvenenti. Io - ironizza - che non ho la fortuna di essere bella ho faticato il doppio. Non sono mai stata discriminata apertamente ma sono andata avanti con tenacia, in settori difficili come l’ambiente e le politiche sociali. Il mio sindaco - rivela - mi ha sempre sostenuta e ha preparato con me questa discesa in campo. Non è essere donne o uomini: è lottare, studiare, lavorare. Questo auguro alle mie colleghe o aspiranti tali: di vedere un’opportunità e non lasciarsene privare. Questo dato mi intristisce ma mi motiva ad andare avanti, a provare ad avvicinare i giovani, uomini o donne che siano. Non sono quote rosa o blu, è una questione di determinazione e avanzamento culturale». «Passione e impegno - commenta Filomena Scelza - sono l’unico motore che deve muoverci, senza guardare al genere. È un dato preoccupante ma non dobbiamo farci scoraggiare - dice - il pregiudizio investe tutti i settori della vita: la battaglia culturale è in atto ma va portata avanti con sempre maggiore vigore, partendo dalla scuola». 

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