Zuccherino condannato per tentato omicidio:
il neomelodico killer per la camorra

Zuccherino condannato per tentato omicidio: il neomelodico killer per la camorra
di Nicola Sorrentino
Venerdì 26 Marzo 2021, 06:40 - Ultimo agg. 20:58
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Avrebbero tentato di ucciderlo dopo avergli teso un agguato, in scooter. Solo la reazione della vittima evitò il peggio. Due giorni fa, il gup del tribunale di Salerno ha condannato Alfonso Manzella e Nicola Liguori con l’accusa di tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso. Il fatto risale alla sera del 25 maggio scorso, ad Angri. Il giudice ha emesso condanna ad 8 anni e 4 mesi di reclusione per Nicola Liguori, mentre per Alfonso Manzella, conosciuto anche come «Zuccherino» per la sua carriera da cantante neomelodico, la pena è di 8 anni e 2 mesi di reclusione.

La vittima di quell’agguato doveva essere Domenico Chiavazzo, imprenditore di Angri, ferito a seguito del raid con tre colpi di pistola.

Quella sera, Chiavazzo riuscì a salvarsi solo per una sua reazione repentina, dopo i primi colpi esplosi che lo ferirono al braccio. Con una manovra della sua auto, riuscì a colpire lo scooter sul quale viaggiavano i due, facendolo finire a terra. I carabinieri arrestarono Manzella e Liguori, entrambi di Pagani, qualche giorno dopo, grazie ad una serie di elementi. In primis, il sangue trovato in alcuni caschi abbandonati in un bidone dei rifiuti, poi dagli elementi ricavati dall’escussione di diversi testimoni e infine, dall’analisi delle immagini di videosorveglianza. A riscontro di ciò, fu poi registrato uno sfogo di Chiavazzo, captato attraverso un’intercettazione ambientale, nella quale la vittima - impegnata nel settore delle pulizie - riferì di una richiesta estorsiva del passato per 200mila euro, per poi affermare con certezza che uno dei due «killer» fosse proprio Manzella. Verso il quale, lo stesso, avrebbe anche voluto vendicarsi. Tutti elementi che finirono in un’informativa della Dda Antimafia di Salerno, che dispose il fermo in carcere per i due, poi convalidato in fase successiva dal gip. L’Antimafia stava del resto già indagando sulla posizione di Chiavazzo, dopo un primo attentato che la sua ditta aveva subito a novembre dell’anno precedente.

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