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Varianti Covid, un vaccino universale «pronto entro un anno»: è l'arma per sconfiggere il Covid

Un vaccino universale contro tutte le varianti: «Potrebbe essere pronto entro un anno»
Un vaccino universale contro tutte le varianti: «Potrebbe essere pronto entro un anno»
di Claudia Guasco
Articolo riservato agli abbonati
Domenica 14 Febbraio 2021, 10:47 - Ultimo agg. : 10:49
3 Minuti di Lettura

Un vaccino universale in grado di coprire tutte le varianti del Covid potrebbe essere disponibile entro un anno. La svolta, anticipa il quotidiano inglese Daily Express, arriva dall’Università di Nottingham, dove gli scienziati stanno studiando un siero che colpirebbe il nucleo del Covid-19 anziché solo la proteina spike. È una novità importante nella profilassi, perché se il vaccino avesse successo ridurrebbe al minimo la necessità di rimettere a punto quelli già esistenti ogni volta che insorge una nuova mutazione.

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Le proteine

Nel Regno Unito oltre 14 milioni di persone hanno già ricevuto la prima dose del vaccino, entro domani il Paese punta ad arrivare a 15 milioni di cittadini. I sieri esistenti, tra cui Pfizer e AstraZeneca, funzionano mirando alla proteina spike del virus, ma con l’intervento delle varianti l’efficacia potrebbe diminuire. Il nuovo vaccino in fase di studio mira a colpire le proteine nel nucleo del virus, che ha molte meno probabilità di mutare. Questo significherebbe avere a disposizione un vaccino universale in grado di proteggere da tutte le mutazioni: sarebbe più longevo degli altri ed eviterebbe di sottoporre i cittadini a un numero maggiore di richiami.

Vaccini di seconda generazione

La professoressa Lindy Durrant, immunologa presso l’Università di Nottingham, spiega che ciò che è successo ai vaccini attualmente in commercio «era prevedibile». E guarda avanti: «Abbiamo il vantaggio di imparare dalle inadeguatezze della prima generazione di vaccini per migliorare la seconda generazione». Nella ricerca condotta con gli scienziati dell’Università di Nottingham, la società britannica Scancell si sta concentrando su una proteina centrale del virus chiamata nucleocapside, o proteina “N”. Per la professoressa Durrant «raddoppia le possibilità di vincere il virus». Il vaccino universale dovrebbe iniziare le sperimentazioni cliniche nella fase iniziale entro la fine della primavera. Intanto Moderna ha già iniziato a testare una versione aggiornata del suo vaccino per combattere la variante sudafricana e si prevede che anche altre aziende seguiranno l’esempio, mentre il virus si evolve rapidamente. Danny Altmann, professore di immunologia all’Imperial College di Londra, ha detto a Sky news: «Ciò di cui stiamo parlando è una corsa agli armamenti tra il sistema immunitario e il virus».

Tutte le varianti del Covid

Le mutazioni segnalate dall’Oms sono: variante inglese, brasiliana, sudafricana, spagnola, europea e la cosiddetta cluster 5, comparsa negli allevamenti di visoni in Danimarca e trasmessa all’uomo. Al momento i vaccini sembrano essere «pienamente efficaci sulla variante inglese, mentre per quella sudafricana e quella brasiliana potrebbe esserci una diminuzione nell’efficacia», rileva l’Iss rispondendo alla domanda se farmaci e vaccini funzionino anche sulle varianti. «Diversi studi sono in corso - precisa l’Iss - Per quanto riguarda i farmaci in uso e in sperimentazione non ci sono ancora evidenze definitive in un senso o nell’altro; tuttavia alcuni articoli preliminari indicano che alcuni anticorpi monoclonali attualmente in sviluppo potrebbero perdere efficacia. I produttori di vaccini stanno anche cercando di studiare richiami vaccinali per migliorare la protezione contro le future varianti».

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

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