Lo scugnizzo del Super Bowl: l’incredibile storia (di pizza) di Daniele Gagliotta

Il sogno americano del pizzaiolo del centro storico di Napoli

Daniele Gagliotta
Daniele Gagliotta
di Luca Marfé
Domenica 5 Marzo 2023, 17:25 - Ultimo agg. 9 Marzo, 18:47
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Toccare il fondo, darsi una bella spinta sul profondo dei fondali più bui, risalire, riemergere, rinascere.

L’incredibile storia di Daniele Gagliotta: dal carcere minorile di Nisida, al giro del mondo. Passando, ogni singolo giorno della sua nuova vita, per il lavoro duro. Tutto questo grazie all’intelligenza, grazie al coraggio, grazie alla pizza. Grazie a un grande maestro come Errico Porzio, grazie al supporto costante dei fratelli Enzo e Francesco Marra, grazie a un imprenditore illuminato come Antimo Caputo.

Daniele è napoletanissimo, è originario del centro storico.
Oggi ha 31 anni, e se è vero che da ragazzo ha sbagliato tanto, è almeno altrettanto vero che ha capito, che ha corretto il tiro, e che ha già vinto.

Spagna, Inghilterra, Malta. Mezza Europa. E poi le Americhe, tra Messico, Colombia, Ecuador, Cile, Caraibi e naturalmente Stati Uniti. Las Vegas, Miami, New York, e adesso Washington, per una imminente, ulteriore e straordinaria apertura.

Un elenco che appare lunghissimo, ma che è in realtà soltanto una piccola parte del viaggio di Daniele. Tra impasti, forni e consulenze. Tra premi, amici e sogni. In riva all’Oceano di Atlantic City, o proprio in mezzo al deserto di Vegas. Tra coppe e medaglie per la pizza napoletana più classica, ma pure per la non tradizionale più gourmet. Premiato inoltre anche a Napoli, alla presenza dell’assessora di De Magistris e candidata a sindaco nel 2021 Alessandra Clemente, con il prestigioso riconoscimento di “Scugnizzo Napoletano nel Mondo”, stessa stella che ha illuminato il cammino di nomi leggendari come quelli di Nino D’Angelo e di Massimo Troisi.

Il destino dei grandi, insomma.

Daniele e tutto il suo entusiasmo. Di pizzaiolo, di viaggiatore, persino di attore. Salvato anche dal teatro, infatti. Di corsi e di piccole compagnie, di altre sue ambizioni di ragazzo. Ambizioni che lo hanno portato, e qui davvero si sfiora l’incredibile, fino al vertice più alto dello spettacolo, fino all’evento che in ogni angolo del mondo è veramente considerato l’evento dell’anno: il Super Bowl, la finalissima del football a stelle e strisce. Centinaia di milioni di spettatori, incantati dalla palla ovale e dallo show di luci e di musica firmato da una certa Rihanna.
E Daniele?
E Daniele che prende tutti per la gola, che prepara ben 5mila pizze napoletane, primo napoletano in assoluto nella storia a mettere le mani in pasta, e nella farina Caputo, nel teatro della notte che gli americani aspettano per un anno intero, col fiato sospeso.


(Un lungo post su Facebook che il maestro Errico Porzio ha dedicato a Daniele nel giorno del suo compleanno)

Da Nisida, all’Arizona.
Dal carcere minorile, al Super Bowl.

Chi l’avrebbe mai detto che quel ragazzino arrivato in manette dal maestro Porzio, scortato dalla Penitenziaria peraltro, di strada ne avrebbe percorsa così tanta?

Lui.
Chissà.
Forse, con ogni probabilità, lo avrebbe detto lui, Daniele.

Con i suoi occhi vivaci, prima pentìti e poi rinati.
Con i suoi sogni, di pizza e di vita, prima di bambino e poi di uomo.

Sogni belli, puliti, già realizzati.

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