Pizzerie della Campania, tre galletti a Gino Sorbillo: «Premiato il legame profondo con il quartiere e le mie origini»

Pizzerie della Campania, tre galletti a Gino Sorbillo: «Premiato il legame profondo con il quartiere e le mie origini»
di Alessandra Martino
Sabato 13 Novembre 2021, 15:00 - Ultimo agg. 17:34
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Era il 1994.
Mentre a Palazzo Reale si svolgeva il G7 e si discuteva dei destini dei popoli, a Napoli in Via dei Tribunali veniva ufficialmente consacrata, grazie al Presidente degli Stati Uniti d’America, Pizza Street, la Strada della Pizza.
Da allora tante cose sono rimaste le stesse, ma molte cose sono cambiate.
Stili e modi di fare la pizza.
Stili e modi diversi di intendere la pizzeria.
La tradizione, la ricerca, il futuro della pizza.

Dal mese scorso, in tutte le edicole della Campania e nelle principali a Roma è arrivata la prima Guida alle Pizzerie della Campania edita dal quotidiano il Mattino e curata dal giornalista scrittore Luciano Pignataro. Nel libro sono state selezionate le migliori 200 pizzerie di Napoli e della Campania

La prima Guida del Mattino non ha dato punteggi e neanche fatto classifiche. Ha solo assegnato I Tre Galletti - simbolo del quotidiano Il Mattino - ad alcune pizzerie.  Il riconoscimento è stato assegnato a quei locali che si distinguono per la qualità, la ricerca, la storia e soprattutto la tutela della tradizione del pizzaiolo napoletano riconosciuta dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’Umanità. 

Se vi dicessi: Pizza purissima, la quintessenza dell’esaltazione del cibo, pochi fronzoli. E una città da sfamare. Gino Sorbillo + Napoli = pizza, un amore così grande.

Oggi siamo stati in compagnia di Gino Sorbillo. Sguardo timido ma polso sicuro, è un pizzaiolo napoletano conosciuto non solo nella sua città, ma in tutto il mondo. Dalla pizza alla pizza fritta si è fatto conoscere ovunque come Ambasciatore della Pizza Italiana. D’altro canto, il suo destino è sempre stato segnato: erede più vivace di una delle famiglie di pizzaioli più antiche di Napoli

I suoi nonni, Luigi Sorbillo e Carolina Esposito, fondarono la prima pizzeria nel 1935 su via dei Tribunali, definita da molti la “Via della Pizza Napoletana” nel centro antico della città.

Gino cresce nella pizzeria di famiglia e ben presto impara i segreti della vera pizza napoletana che lui ama precisare: «quella dei vicoli poveri della città» cioè più grande, generosa e accessibile a tutti. 

Tra cornicioni ripieni di ricotta (che sono incredibili) e qualche proposta innovativa, c’è un filo conduttore che non si spezza mai: la semplicità di una tradizione solida e pulita. Perché Gino Sorbillo è la pizza napoletana da vent’anni a oggi, da quando il suo impegno per donare una nuova dignità ad uno dei cibi più goduriosi del mondo è iniziato in primissima persona, dietro il bancone della pizzeria di famiglia nel centro storico di Napoli, all’epoca zona off limits. 

«A me piace la pizza provola e pepe, che ha poco pomodoro e ha un pepe di carattere, macinato al momento. -spiega Gino - Ma anche una classica marinara o margherita. Ciò che è importante per noi è di restare fedeli alla tradizione». 

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Gino Sorbillo oggi è a capo di un piccolo impero di mozzarella&pomodoro, con nuove aperture che si susseguono ogni anno. E’ il primo pizzaiolo ad utilizzare il 2.0 e lo ha ampiamente diventando il pizzaiolo italiano più famoso sia per i media tradizionali sia sui social network che lo posizionano ai primi posti come influencer.  

«Per me la soddisfazione più grande è continuare ad esserci, - racconta Sorbillo- riuscire a superare la pandemia, avere nuovi progetti nel cassetto e vedere ancora il mio staff qui con me da una vita.

Per me è importante vivere la quotidianità con le persone che amo e che fanno parte della mia famiglia e vita da sempre».

Quando arrivi nella pizzeria a Via dei Tribunali, sei travolto da un’aria gioiosa e cordiale da parte di tutto lo staff e sembra di essere a casa di un vecchio amico. Da Sorbillo c’è sempre la fila davanti all’ingresso, soprattutto nelle ore di punta, ma le attese non sono lunghe e il personale non mette alcuna fretta ai clienti in sala. 

Le pizzerie di Gino le trovi ormai ovunque, dopo lo spin off su via Partenope è stato un crescendo di aperture ma è qui l’anima e il sapere da cui è partito tutto, anche grazie al fratello Toto che custodisce il locale storico di famiglia. 

Sorbillo ha fatto del suo lavoro la sua vita: «Non puoi cambiare un lavoro che hai sempre fatto. Significherebbe tradire la fiducia dei tuoi clienti: se loro conoscono la tua pizza e il tuo percorso devono poter trovare sempre lo stesso prodotto. Non possono trovare una pizza che si è modificata con il tempo, solo perché può essere diventata una moda farla in un determinato modo. Le persone qua trovano la pizza che abbiamo sempre fatto.

Toto e Gino Sorbillo, con il loro senso di appartenenza e legame hanno fatto sì che la loro pizzeria, diventasse una tappa obbligatoria quando si arriva a Napoli. 

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