Bonus under 30, come funziona l'incentivo per i giovani e come usufruirne: istruzioni e requisiti dell'Inps

di Luca Cifoni
Martedì 25 Luglio 2023, 16:09 - Ultimo aggiornamento: 1 Agosto, 11:05 | 4 Minuti di Lettura
Un giovane donna al lavoro al computer

L’obiettivo del governo è ambizioso: ridurre la piaga dei Neet under 30, i giovani che non lavorano e non studiano. Per provarci, l'esecutivo ha previsto nel “decreto lavoro” un apposito incentivo dedicato alle imprese. L'Inps ha appena fornito tutti i chiarimenti alle imprese e ai possibili nuovi lavoratori.

L'aiuto è stato previsto nel “Decreto lavoro” dello scorso maggio, con un apposito incentivo dedicato alle imprese, che ora diventa operativo con la pubblicazione dell’apposta circolare dell’Inps. Concretamente le domande per prenotare le risorse disponibili potranno essere presentate dal prossimo 31 luglio; a disposizione ci sono 85,7 milioni che andranno per quasi il 60 per cento alle regioni del Nord.

Bonus under 30 per i Neet, quanto vale

L’agevolazione ai datori di lavoro che assumono vale il 60% della retribuzione mensile lorda, importo che di fatto passa quindi a carico dello Stato, per rendere conveniente l’operazione. Le imprese interessate sono tutte quelle private, comprese le agricole: la misura non riguarda quindi la pubblica amministrazione. Resta escluso anche il lavoro domestico.

I potenziali neo-lavoratori non devono aver compiuto i trent’anni il giorno dell’assunzione ed inoltre, per essere qualificati appunto come Neet, non devono lavorare né essere inseriti in corsi di studio o formazione. Infine è richiesto che siano registrati al “Programma operativo nazionale iniziativa occupazione giovani”, che rappresenta la forma di applicazione nel nostro Paese del piano “Garanzia giovani” avviato a livello europeo.

Questa caratteristica si concretizza, per coloro che hanno tra i 25 e i 29 anni, in ulteriori e più specifici requisiti: di cui almeno uno deve essere soddisfatto: essere privi di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, non essere in possesso di diploma di istruzione secondaria o di qualifica professionale, aver completato la formazione a tempo pieno da non più di due anni senza aver ancora ottenuto il primo impiego.

Come funziona l'apprendistato per i giovani

L’incentivo spetta per le nuove assunzioni a tempo indeterminato effettuate tra il primo giugno e il 31 dicembre di quest’anno. Nel contratto a tempo indeterminato rientrano a che quello a scopo di somministrazione e quello di apprendistato professionalizzante.

L’azienda dovrà poi, da parte sua, rispettare una serie di condizioni tra cui, oltre all’osservanza di tutte le norme a tutela delle condizioni di lavoro, anche la realizzazione di un incremento netto dell’occupazione complessiva rispetto alla media dell’anno precedente. Nel computo dei posti di cui tener conto per il rispetto di questo criterio non rientrano i posti che si rendono vacanti a seguito di dimissioni volontarie, invalidità, pensionamento per raggiunti limiti di età, riduzione volontaria dell’orario di lavoro e licenziamento per giusta causa.

Quanto alla compatibilità con altri incentivi, la circolare specifica che l’agevolazione per i Neet è cumulabile con lo specifico esonero contributivo per l’occupazione giovanile fissato dalla legge di Bilancio 2023.

Le risorse complessive e la tabella dell'Inps

L’Inps spiega anche che le risorse complessive, 85,7 milioni che provengono appunto da fondi europei, saranno assegnate in base alla ripartizione a livello regionale indicata in un decreto dell’Anpal (l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro). A sua volta, la tabella contenuta in questo provvedimento parla di ripartizione sulla base della stima dei fabbisogni fatta dall’Inps.

In ogni caso la parte del leone la faranno le regioni settentrionali. La sola Lombardia avrà diritto a 24 milioni complessi, ovvero al 28 per cento dello stanziamento complessivo. Il Nord nel suo complesso potrà aspirare a 49,4 milioni, ovvero quasi il 58% del totale. Al Centro andranno invece 22,7 milioni (poco più del 26 per cento) e al Centro 13,6 milioni (circa il 16 per cento).

La ripartizione non è coerente con i “pesi” dei vari territori definiti sulla base della popolazione complessiva (il Settentrione vale poco più del 46% e il Mezzogiorno quasi il 34%) ma soprattutto sembra stridere con la distribuzione dei Neet nel nostro Paese. Quanti sono? Prendendo in considerazione quelli tra i 15 e i 19 anni si arrivava nel 2022 a 1,7 milioni di ragazzi, dato che pone il nostro Paese al secondo posto per incidenza del fenomeno dopo la Romania. Un primato decisamente poco invidiabile.

Ma guardando ai dati del 2020 (calcolati con criteri leggermente diversi) dai quali è possibile ricavare i numeri delle varie aree del Paese, ci si accorge che vive al Sud e nelle Isole un Neet su due. Le risorse che prenderanno la strada delle Regioni meridionali sono però, come abbiamo visto, circa un quarto di quelle disponibili.

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