Salerno, turismo culturale: la provincia nella top ten per le assunzioni

Quasi 19mila i posti previsti dalle imprese di Salerno che si occupano di cultura e intrattenimento

Turisti al Duomo di Salerno (foto di repertorio)
Turisti al Duomo di Salerno (foto di repertorio)
di Nico Casale
Lunedì 22 Aprile 2024, 06:55 - Ultimo agg. 13:00
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Salerno è tra le prime dieci province in Italia dove sono più elevati i flussi di assunzioni previste dalle imprese del settore turismo a vocazione culturale. Il dato, riferito allo scorso anno, emerge dal volume «Imprese e professioni culturali e creative, 2023» del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e analizzato in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio “G. Tagliacarne”.

Nei dodici mesi dello scorso anno, a livello nazionale, le imprese culturali e creative hanno previsto oltre 302mila contratti di lavoro, pari al 5,5% del fabbisogno occupazionale complessivo programmato dalle imprese dei settori industria e servizi (+8,8% rispetto al 2022).

Ad attivare la domanda di lavoro un insieme di imprese appartenenti ai quattro comparti «core» del sistema produttivo culturale e creativo: industrie creative, industrie culturali, patrimonio storico-artistico, performing arts e intrattenimento.

A queste richieste si sono aggiunte, poi, tra le altre, 445mila assunzioni collegate alle imprese del turismo a prevalente vocazione culturale, in aumento del 23,6% rispetto al 2022. Ed è in questo settore che Salerno spicca al sesto posto tra le prime dieci province italiane con 18mila 960 assunzioni previste dalle imprese. Questa speciale classifica è guidata da Roma con oltre 54mila entrate previste (+38,4% rispetto al 2022). A seguire, ci sono Milano con circa 45mila lavoratori (+35,2%) e Napoli con oltre 34mila entrate (+25,5%). Nella top ten, poi, ci sono Venezia (oltre 33mila entrate), Firenze (quasi 20mila), Salerno (poco meno di 19mila), Torino e Verona (entrambe con più di 18mila assunzioni), Bari e Lecce (entrambe con più di 17mila assunzioni).

Il comparto della cultura e della creatività, come fa sapere il Centro Studi Tagliacarne, in totale conta poco meno di 60mila imprese, che impiegano circa 671mila dipendenti. Il sistema del Made in Italy a contenuto culturale rappresenta un segmento di quasi 20mila imprese manifatturiere che occupano oltre 54mila dipendenti. Sono profili professionali «altamente qualificati» quelli ricercati dalle imprese culturali e creative italiane. C’è, infatti, da riuscire a coniugare elevate conoscenze specializzate con talento e creatività.

«Il 37,2% delle assunzioni - si legge - ha riguardato lavoratori laureati, mentre nel complesso dell’economia tale quota è stata pari al 13,9%. Particolarmente elevata è stata anche la richiesta di esperienza specifica nella professione (36,3% delle assunzioni programmate contro il 22,2% del totale imprese di industria e servizi) e quella di figure diplomate (37,8% delle assunzioni, contro il 29% dell’intera economia)». Competenze sia trasversali che tecnologiche anche superiori alle imprese del resto dell’economia sono richieste dalle imprese creative e culturali.

«Sono molto richieste - viene spiegato - flessibilità e adattamento (73,6%), capacità di lavorare in gruppo (70,1%) e problem solving (64,9%). Altrettanto importanti sono considerate le competenze digitali (59,6%), le competenze informatiche (34,2%) e quelle relative alle nuove tecnologie come realtà virtuale e intelligenza artificiale (23,7%)».

Le professioni più ricercate dalle imprese culturali e creative? Registi, direttori artistici, attori, sceneggiatori e scenografi, ma anche operatori di apparecchi per la ripresa e la produzione audio-video, tecnici esperti in applicazioni audio, video, gaming sempre nel settore grafico-pubblicitario e addetti all’accoglienza e all’informazione nel settore storico museale.

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