Peppe, una parete bianca per le opere degli altri: «In mostra l'arte di giovani creativi»

Peppe, una parete bianca per le opere degli altri: «In mostra l'arte di giovani creativi»
di Maria Pirro
Lunedì 19 Ottobre 2020, 08:00
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Peppe aveva otto anni, oggi ne ha sessantuno. Si mise a comporre cornici nel laboratorio oltre l'arco bianco, mentre il suo datore di lavoro accoglieva gli artisti. «Chiamate il caffè». Componendo il numero di telefono, l'artigiano ricorda quando si ritrovò a versarlo a Lucio Amelio. «Ero uno scugnizzo e tutto così straordinario», sorride il decimo di quindici figli allevati sulle scale della Pedamentina. «Fu un evento anche la prima volta che andai al mare, alla Colonna spezzata, immergendomi a mezzo busto per arrivare fin sugli scogli. E un altro evento fu raggiungere Posillipo. E poi Bacoli». Adesso è lui a confrontarsi con pittori e professori, con una semplicità mai scalfita dal tempo e tale da permettere il dialogo per ore. L'atmosfera è quella di allora: l'insegna conserva il nome di Antonio Caiafa, tra fogli e legni calendari ingialliti sono appesi, immagini di santi, Padre Pio e Moscati, papa Francesco, la Madonna del Rosario, figli e nipotini, la squadra dei calciatori. Due dediche vicino all'Asinello sono esposte: «Una l'ha firmata di sera, tramite una amica, donna di pulizie nell'hotel; un'altra sempre Maradona più lucido di mattina».

Lì accanto si riconosce un'opera di Bianco-Valente, le foto di Cesare Accetta e Fabio Donato, il codice di Renato Barisani o di Mario Persico, un attestato di stima di Giulio Paolini e dall'ingresso non è difficile vedere entrare volti noti.

Tipo Gianni Pisani. «Sono amici Nino Longobardi, Christian Leperino, Rosy Rox, Roxy in the box, Cristina Cusani. Solo per citarne alcuni», dice Vincenzo Rusciano, anche lui artista che insegna all'Accademia ed è curatore dell'ultima parete, eredità di quel periodo formidabile. «Questo resta per noi punto di ritrovo ed è anche crocevia per i più giovani, gli studenti che hanno l'occasione di esporre su quel lato riservato allo scopo e di incontrare i galleristi importanti in città, instaurando le prime collaborazioni». Anche Peppe Russo ora dipinge, il Vesuvio è il suo soggetto preferito: «Ma, all'inizio, per una strana commissione da parte di un politico, che chiese a me (a me...) di tratteggiare Stromboli, il vulcano che non avevo neppure visto», e il suo acrilico su tela è stato in mostra anche al Maschio Angioino. Con VeraVitaGioia.

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