«Con la mia cinepastiera ironizzo sulla camorra»

«Con la mia cinepastiera ironizzo sulla camorra»
di Oscar Cosulich
Sabato 28 Dicembre 2013, 08:59
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Una famiglia apparentemente perfetta, ma maniacale nei suoi rituali mattutini, vive in un cottage tra i monti in una citt del Nord. Cristina D’Avola (Paola Cortellesi) l’instancabile moglie e madre che, con bizzarro accento settentrionale, si prodiga nello stimolare la voglia di successo del marito Michele Coso (Luca Argentero) e la competitivit scolastica dei poveri figlioletti Fortuna e Vittorio, senza dimenticare, ogni mattina, di spolverare la foto del defunto zio Ciro (Rocco Papaleo).



Peccato che un giorno lo zio si presenti, vivo, alla porta, avendo scelto la casa della sorella come luogo dove trascorrere i «domiciliari», in attesa del processo che lo vede imputato per crimini di camorra.



È questo il punto di partenza di «Un boss in salotto», nuovo film scritto e diretto da Luca Miniero che, dopo l’accoppiata «Benvenuti al Sud» (2010) e «Benvenuti al Nord» (2012), esplora in modo diverso le differenze e similitudini che tagliano in due il nostro Paese. Prodotto da Cattleya con Warner Bros. Entertainment Italia, «Un boss in salotto» è il primo film italiano del 2014, visto che arriverà nelle nostre sale l’1 gennaio, distribuito dalla Warner in 450 copie e, dopo i risultati altalenanti dei «cinepanettoni», si propone scherzosamente come prima «cinepastiera» della storia, secondo la definizione data dallo stesso regista.



Miniero che cosa l’ha spinta a virare la sua commedia, toccando il tasto della criminalità?

«Prima ancora di dirigere “Benvenuti al Sud” avevo scritto un soggetto con Federica Pontremoli su questo tema, ma poi lo avevo accantonato, ora ho avuto finalmente il tempo di svilupparlo. La mia idea era quella di ironizzare sulla camorra, visto che sulla mafia c’erano già in Italia film come “Johnny Stecchino” e in America “Terapia e pallottole”. Qui si ironizza sul presunto camorrista Ciro, ma anche su sua sorella che, per il sogno di integrarsi al Nord, ha ripudiato le sue origini».







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