Douglas & Depp, si ricomincia con due superdivi a Cannes

Croisette, il festival al via con un bagno di folla

Depp a Cannes
Depp a Cannes
di Titta Fiore
Mercoledì 17 Maggio 2023, 06:00 - Ultimo agg. 16:49
4 Minuti di Lettura

Nessuna contestazione, luci sfavillanti, lusso, ovazioni per Johnny Depp, standing ovation per Michael Douglas. Il Festival di Cannes si è aperto secondo la consueta liturgia fatta di folla assiepata dietro le transenne, foto memorabili, tanto glamour e testimonial stilosossime. Al suo ritorno in pubblico dopo un annus horribilis, Johnny Depp firma autografi e abbraccia tutti, visibilmente sollevato.

«Dannazione, sono più vecchio del Festival» esclama Michael Douglas, 78 anni, sul palco per ricevere la Palma d’onore.

Uma Thurman lo chiama «stella eterna e luminosa», mentre sullo schermo del Palais scorrono i fotogrammi di una carriera leggendaria nata sulle orme di suo padre Kirk, «il venditore di stracci» che conquistò Hollywood, e poi spezzoni di «Wall Street», «La guerra dei Roses», «Attrazione fatale», «Basic instinct», «Liberace», pietre miliari di un percorso costellato da due Oscar e da un successo mai venuto meno. 

«Che accoglienza», esclama il divo, trattenendo la commozione, «è un piacere venire tra tutte queste persone accorse per amore del cinema. Abbiamo avuto un’epidemia terribile, come una guerra, e la folla di questo festival dimostra che il cinema può trascendere i limiti e unire gli esseri umani. Stasera tutto il mondo è qui ed è un privilegio essere tra voi». In platea la moglie Catherine Zeta-Jones e una delle sue figlie, la ventenne Carys, fanno un tifo da groupie. Nell’ultimo ruolo girato in Francia Douglas ha interpretato Benjamin Franklin: «Un personaggio che mi ha ricordato l’importanza della Francia nella nascita degli Stati Uniti, quindi vi bacio con tutti il cuore». E queste ultime parole, in un diluvio di applausi, le ha dette in francese. 

Se Michael Douglas, che oggi sarà protagonista di un’affollata masterclass, è stato il mattatore della serata, la sua coetanea Catherine Deneuve, regale in un abito di velluto scuro, gli ha reso omaggio e ha inaugurato la cerimonia ricordando il dramma del popolo ucraino, mentre sua figlia Chiara Mastroianni ha svolto con emozione garbata il suo compito di madrina e il presidente di giuria Ostlund, un veterano di Cannes con due Palme d’oro all’attivo, per «The Square» e «Triangle of Sadness», ha aperto i giochi con la ruvida energia che mette di solito nei film. 

Capelli raccolti in una coda, ricoperto di orecchini e bracciali, occhiali scuri sotto il sole a nascondere il nervosismo, Johnny Depp è entrato in sala tenuto per mano dalla regista Maïwenn che lo ha diretto in «Jeanne du Barry», un film «grand public» su re Luigi XV e la sua favorita girato con enorme sfarzo nella reggia di Versailles. Dopo la gogna mediatica subita per il caso Heard, il «pirata dei Caraibi» si è ripreso la scena e ha appena firmato un contratto pubblicitario da venti milioni di dollari con Dior. La passeggiata sul red carpet in mondovisione è la ciliegina sulla torta di una nuova vita, dal punto di vista professionale e umano. 

Sulla Montée des Marches si sono visti abiti audaci, gioielli sfarzosi, molto nero, pochi colori accesi. Ma Catherine Zeta-Jones ha sfoggiato un bel rosso rubino, Helen Mirren un abito azzurro come la tiara di fiori tra i capelli, Naomi Campbell era in grigio metallizzato, Uma Thurman in beige nude e mantello rosso da regina delle nevi e Emmanuelle Béart in pantaloni, corpetto bianco e cappello a larghe tese nero (per la gioia di chi era seduto dietro di lei). 

E quando tutti si preparavano a fare festa nel Carlton rimesso a nuovo dopo due anni di restauri, dall’Italia si è fatto sentire Tinto Brass, annunciando tempesta: «Prendo le distanze dalla versione del film “Caligola” che sarà proiettata al Festival» ha detto il novantenne regista a proposito della proiezione straordinaria del suo film del 1979 nella sezione Classic: «Dopo infruttuose trattative che si sono susseguite nel corso degli anni per montare il materiale da me girato e rinvenuto negli archivi della Penthouse, è stata realizzata una versione alla quale non ho preso parte e che sono convinto non rispecchierà la mia visione artistica». Per ora Tinto non ha aggiunto altro. Ma della questione, dice, si occuperanno gli avvocati. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA