Andrea Sannino: «Il mio sound è un Mosaico e ve lo presento a puntate»

Il cantante lancia il suo nuovo album

Andrea Sannino
Andrea Sannino
di Federico Vacalebre
Domenica 23 Aprile 2023, 09:05
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Andrea Sannino si definisce da tempo «un incrocio tra Bruno Mars e Mario Merola», ma stavolta si sente di più che in passato. Il suo nuovo album, «Mosaico parte prima», che presenterà oggi ospite di Mara Venier a «Domenica in», alterna, infatti, alle melodie veraci a cui ci ha abituati dal fenomeno «Abbracciame» (65 milioni di visualizzazioni per il video ufficiale, 100 compresi quelli non ufficiali) in poi, a momenti decisamente più urban come i brani incisi con Clementino («Oro») e Franco Ricciardi («Te voglio troppo bene»).

Innanzitutto, Andrea: perché parte prima?
«Perché tra ottobre e novembre dovrebbe arrivare la parte seconda, già finita, a meno di qualche new entry dell'ultimo minuto. "Mosaico" è un doppio disco, venti canzoni che escono in due puntate: è un album il cui "concept" è quello della varietà, un no-concept album. È stato scritto durante la pandemia e ha gli alti e bassi di quei giorni: quando una volta ci svegliavamo depressi, un'altra ci mettevamo a impastare le pizze.

Un giorno pensavamo di morire e un altro che ci saremmo ritrovati presto migliori».

Oltre ai nomi già fatti, duetti con Gigi Finizio («Nu raggio e sole») e Mario Biondi («Mai senza e te»).
«Dopo la sigla di "Domenica in", con Franco Ricciardi ormai siamo quasi una coppia di fatto: lui è straordinario, al suo fianco mi è venuto naturale sperimentare suoni diversi dal solito. Come con Clementino: è un fiume in piena, un artista completo, non solo un rapper. Con Finizio, che sarà con me da zia Mara, sto nel mio, con Biondi... ci siamo incontrati per la prima volta al Premio Carosone di un paio di anni fa. Lui altissimo e famoso, io... non proprio altissimo e diciamo emergente. Volevo fargli i complimenti, li ha fatti lui a me. È stato bello collaborare con lui, partire da una sua melodia. Ecco, in questo disco mi sono aperto anche ad altre collaborazioni: "Oro" è una produzione di Ty1».

Ma squadra che vince non si cambia.
«No, in quello che è anche il primo album della mia etichetta discografica, la Uànema records, in cabina di regia c'è sempre Mauro Spenillo, con produzioni e arrangiamenti che guardano agli anni Ottanta. Poi ci sono gli altri miei autori di riferimento, come Antonio Spenillo e Antonio De Carmine. Ma anche novità, come i cantautori Tommaso Primo e Alessio Caraturo».

C'è pure una cover, riuscitissima, di «Pe' sempe», perla veteromelodica di Mauro Caputo. Eccola, la tendenza meroliana dopo quelle Bruno Mars?
«Mi appartiene, è la colonna sonora della mia infanzia, dei miei genitori, un regalo che ho fatto a loro, prima ancora che a me stesso e ai miei ascoltatori più giovani: le belle canzoni meritano di essere riproposte».

Video

Il concetto di «Mosaico» parte dalla copertina.
«Il Sannino puzzle a metà sarà completato dal secondo disco. Intanto, c'è anche un app: chi la scarica inquadrando le singole tessere potrà trovarsi di fronte a contenuti speciali».

Tra le canzoni più riuscite, più anni Ottanta (l'incipit fa molto Antonello Venditti), c'è «1985».
«È la mia data di nascita, il 5 luglio per l'esattezza, ma anche un altro omaggio a mamma e papà: li vedo ragazzi, innamorati, "o viento nfaccia e a voglia d'allucca'". Si muovono nella città di Maradona, con lo sciopero della Cumana, il San Paolo che negli ultimi minuti della partita apriva le porte ai portoghesi, una cassetta da ascoltare in macchina».

Rigorosamente «Mixed by Erry», immagino.
«Sì. Mia madre mi ha rimproverato per quella canzone».

Per quel verso in cui immagini... il tuo concepimento?
«Sì, li lascio "int''a macchina annude". "Ma proprio nuda mi dovevi mettere?", mi ha chiesto lei, spaesata, tenerissima».

Ho visto un video in cui c'era la copertina di «Mosaico» sparata sul megaschermo pubblicitario di Times Square a New York. Che cosa succede?
«Un regalo di un amico, che ha degli spazi a disposizione per la sua fondazione. È troppo buffo immaginare il ragazzo di vico Santa Rosa sul tetto del mondo. Già, perché io rimango sempre quel ragazzino lì, di Ercolano».

Per finire, che cosa anticipiamo del secondo disco?
«Nelle altre dieci canzoni ci saranno altri ospiti, altre tessere del puzzle Sannino: tra di loro anche uno degli ultimi maestri della canzone e del teatro napoletano».

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