Bob Sinclar rivela: «C'è anche Pino Daniele nel mio pantheon musicale»

Bob Sinclar rivela: «C'è anche Pino Daniele nel mio pantheon musicale»
di Andrea Spinelli
Lunedì 8 Giugno 2020, 08:09
3 Minuti di Lettura

Noioso lui? Ma dai. Quando la moglie Ingrid Aleman l'ha mollato dopo vent'anni di matrimonio dicendo che non ne poteva più della sua allergia alle ore piccole e alla mondanità, il mito di Bob Sinclar ha scricchiolato paurosamente. Ma Christophe Le Friant (il nome d'arte l'ha scippato al Bob Saint-Clar interpretato da Jean Paul Belmondo in «Come si distrugge la reputazione del più grande agente segreto del mondo») rimane uno dei padroni della notte, un dj sulla cresta dell'onda da più di vent'anni capace di riempire il dancefloor con ingaggi da capogiro (anche se ormai è fuori dalla Top 100 di «DJ Magazine» padroneggiata per anni) e hit come «World, hold on», «Love generation», «Electrico romantico» con Robbie Williams e «I believe». Il suo nuovo singolo è «I'm on my way» e - vuoi per le tinte etniche, vuoi per la presenza di Omi - prenota già un posto tra le hit dell'estate.

Bob, perché ha scelto una voce caraibica come Omi per un singolo dai colori africani?
«Perché ho conosciuto Omi all'inizio dell'anno in alcune situazioni da festival e, siccome mi piace lavorare con la gente che mi trasmette buone vibrazioni, ho pensato che sarebbe stato divertente fare qualcosa assieme. Con la Giamaica ho numerosissimi legami: Steve Edwards e Gary Pine, con cui incisi World hold on e Love generation, sono originari di lì. Ci sono stato un paio volte e ci ho pure registrato un album. Il reggae ha avuto una grossa influenza nella scena dance americana, anche se quello tradizionale non ha mai fatto grandi cose lontano da casa, tant'è che Bob Marley è diventato Bob Marley rendendolo più pop»..

Il testo dice: «Ogni volta che mi sono seduto a guardare i notiziari, recito una preghiera per qualcuno... Posso sentire il dolore e la loro sofferenza».
«Ho scritto il pezzo durante la quarantena. Ad Omi e agli altri che hanno collaborato ai testi ho chiesto di raccontare le sensazioni di questa esperienza sottochiave, mai provata prima. C'era molta sofferenza in giro e volevo che la canzone regalasse sollievo, un po' di speranza. Che diventasse uno stimolo a credere ancora di più nell'amore e nella pace. Ecco il perché dei suoi retaggi gospel, per cantarla come se si fosse in una chiesa, in una moschea, in un tempio o anche solo a casa propria».

Durante il lockdown, i suoi dj set casalinghi in diretta Facebook hanno fatto ballare oltre 100 milioni di persone.
«Per 55 giorni mi sono divertito a mostrare alla gente le origini della mia musica, quali suoni degli ultimi cinquant'anni hanno plasmato i miei gusti; vengo dalla cultura hip-hop, ma amo mettere a contatto tra loro suoni differenti con vibrazioni, differenti».

Anche Pino Daniele
«Amo la sua Yes I know my way, è nel mio pantheon musicale. Ma mi piacciono anche il Pino D'Angiò di Ma quale idea, altri eroi dell'italo-disco anni 80, le canzoncine divertenti dei Ricchi e Poveri. E poi c'è Raffaella Carrà; con la versione riveduta e corretta di A far l'amore comincia tu, ci siamo tolti delle gran belle soddisfazioni».

Grazie a Paolo Sorrentino quel remix è arrivato fino all'Oscar.
«Mi è piaciuto molto l'idea di sposarlo con le immagini di dolce vita romana di oggi come accade in La grande bellezza. Sorrentino è una persona piacevole e di grande talento».

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