Elodie napoletana ad honorem tra duetti e maglia del D10S

Geolier e D'Alessio ospiti dei primi due sold out

Elodie
Elodie
Federico Vacalebredi Federico Vacalebre
Domenica 19 Novembre 2023, 11:03
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Ha scelto di mettere il proprio nome nel titolo del tour non a caso: varato a Napoli, in due serate sold out al Palapartenope, «Elodie show 2023» è un ciclone che rompe la routine del fronte del palco all'italiana raccontando al meglio la sua protagonista, il suo sfacciato e provocatorio modo di affrontare la vita, il mestiere, i soloni che tutto sanno e tutto giudicano.

La band (quattro musicisti) c'è, ma per tutta la prima parte del concerto non si vede, e anche dopo non è certo centrale nella costruzione/fruizione dello spettacolo, almeno non quanto il corpo di ballo (undici danzatori), almeno non quanto le quattro coriste, fondamentali nel dare un tocco più «black» ad un sound variopinto, unificato da una sensibilità urban.

 

Quello che la diva scognomata (Di Patrizi all'anagrafe) ha messo in piedi è un caleidoscopico sabba ad altissimo tasso erotico in cui lei si concede di tutto, senza perdere il controllo vocale. Lap dance, corpi che si cercano/trovano/respingono/strusciano, body, trasparenze, culotte in pelle, bustier con seni conici che citano Madonna: gli outfit (griffati Fendi, Schiaparelli, Andredamo e Giuseppe Di Morabito nella prima sera, destinati a cambiare in ogni tappa) vogliono guardare alla Venere Italica di Canova, portando la dea dell'eros e della bellezza a perdere ogni inibizione, trascinandola in un club, quello dove si balla al ritmo di «Red light», mixtape uscitro in ottobre che rappresenta la novità dell'allestimento rispetto a quanto visto in maggio al Forum di Milano.

E nel rimpallo danzereccio tra il palco principale e quello al centro della platea, collegati da una passerella frequentatissima, che Elo sfoga il suo bisogno di libertà espressiva, senza distinguere troppo tra la cantante, la ballerina, la sex symbol.

Lo show guarda alle colleghe internazionali piuttosto che a quelle nostrane, è veloce e vola via veloce, senza allungare inutilmente il brodo.

Video

I leadwall moltiplicano le immagini, le curve, le nudità. Si parte dai brani di «Ok. Respira», electropop ad alta intensità, e poi si viaggia in un repertorio che mette in fila hit come «Guaranà», «Ok respira» appunto, «Andromeda», «Due», «Pazza musica», «Bagno a mezzanotte», diluiti lungo una scaletta divisa in cinque blocchi con quello più «clubbing» a scatenare la platea, a motivarla a partecipare allo show ballando, ritrovando una dimensione fisica del godimento musicale. «American woman» di Lennie Kravitz è un'impresa ancora non centrata (serve più grinta e cattiveria), ma le sorprese messe a segno nella prima manche partenopea mostrano la duttilità di una performer che sta studiando per proporsi come showgirl completa: arriva Geolier e con lui divide «Chiagne», prendendosi le strofe di Lazza; arriva Gigi D'Alessio e con lui prima divide un mash up tra «Tribale» e «Come suena el corazon», poi «Una magica storia d'amore», in cui accetta anche il cimento con il dialetto. Promossa a pieni voti, non solo dal pubblico, e non solo per la scugnizzeria da borgatara: il divo neoromantico propone di ribattezzarla Elodie Esposito, la nomina napoletana ad honorem.

Nel finale, poi, arriva anche una maglia, numero 10 si intende, del Napoli, annata 1989/90, rossa: era la terza uniforme ufficiale dell'anno in cui sarebbe arroivato il secondo scudetto. Neanche a Maradona stava così bene: va detto.
 

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