Marrageddon, a Napoli in 55mila per il festival del re del rap

Celebrati i cinquant'anni del genere, sul palco anche Geolier

Marrageddon
Marrageddon
di Federico Vacalebre
Domenica 1 Ottobre 2023, 08:04 - Ultimo agg. 16:30
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Qui non si gioca più, non si imita (quasi) più. Né i maestri americani che hanno spianato la strada, né i rockettari che per fare musica sono convinti serva sempre una band, dei musicisti che suonano dal vivo. «Marrageddon» non ne ha bisogno, Marracash non ne ha bisogno, qualcuno dei suoi ospiti deroga alla regola, ma è mera cornice, la sostanza sta nel flusso di parole. Del «re» e dei suoi colleghi: il genius loci Geolier da Secondigliano, che dedica la notte a Giogiò, «nu guiaglione comme a nuje»; Madame da Creazzo (Vicenza) con band però: da «Sciccherie» a «Marea», per rompere il machismo del mucchio selvaggio marrageddoniano; Lazza da Milano, il meno in palla della maratona; il veterano Guè da Milano; Nayt da Isernia, con chitarrista rockettaro. Alla lista si aggiunge anche Tony Boy da Padova, ma davvero non fa la differenza.

Già incoronato «king del rap» dall'album omonimo del 2011, titolo ribadito l'anno scorso da una Targa Tenco che voleva dargli credibilità cantautorale, ammesso che gli servisse, Fabio Rizzo, 44 anni, nato a Nicosia (Enna) ma cresciuto nel quartiere meneghino della Barona ha evitato la retorica da fronte del palco di San Siro (così fan tutti) per inventarsi le due date del «Marrageddon», apocalisse hip hop che, dopo gli 85.000 del debutto milanese, porta a casa i 55.000 di Agnano, ancora un ippodromo, con un palco persino più kolossal di quelli immaginati per lo stadio di Inter e Milan: largo 60 metri, con alette laterali che portano il tutto a 100 mt, e due torri alte 25.

Dj Ty1 e dj Zak aprono le danze festeggiando il mezzo secolo dell'hip hop e, in fondo, «Marrageddon» è la migliore, se non l'unica possibile, celebrazione italiana dell'anniversario. Soprattutto nella seconda, ed ultima tappa: Nayt, Madame, Ernia, Geolier (da «Cadillac», ospite Mv Killa, all'apoteosi di «P'Secondigliano»), Lazza, e naturalmente Guè nel revival dell'incontro di «Santeria», hanno rime, ritmo e consapevolezza da vendere, passeggiano sul palco come fosse casa loro da sempre, anche se non sono Mick Jagger.

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I 55.000 doppiano con il proprio coro (quasi) tutti i pezzi, quelli che non procurano quest'effetto sono errori di scaletta.

Ma quando arriva Marra, nel catino di Agnano non ce n'è più per nessuno. Un florilegio di successi aperto da «Badabum cha cha», i megaschermi che mostrano rovine metropolitane, le fiamme e i fuochi d'artificio, i ballerini... «Rapper/Criminale», come successo a Milano, recupera in video il contributo di BabyGang, trapper in comunità in attesa di processo per una sparatoria. «Non giudicate le vite degli altri se non ci siete dentro», aveva già spiegato Marra. «Santeria» è gangsta-trap, nel senso di orgogliosamente trappano, tamarro, cafone, zarro. Come le due ruote di «Scooteroni» comandano, come pretende il rinnovato successo di «Insta love»: il brano del 2016 è virale su TikTok, secondo su Spotify top 50 e ottavo nella classifica Fimi.

 

I brani di «Persona» e «Noi, loro, gli altri» dopo un simile concentrato testosteronico sono la dimostrazione di una crescita artistica esponenziale, che si allontana dai cliché e si concentra su una narrazione lucida, feroce. Che non si fa mancare le sorprese (arriva Tananai per «Laurea ad honorem») né i duetti: Geolier rende la visita del «king» al suo set per aggiungersi al microfono sulle note di «Fantasmi», Madame arriva per «L'anima», Lazza per «Sport».

Sul prato, cresciuti a pane e rap, hanno cappellini e t-shirt d'ordinanza, le ragazze pantaloncini strappati e curve a vista, come vuole la divisa urban della meglio gioventù, sfoggiata per questo show kolossal. Nelle orecchie e nel cuore pulsa il ritmo della loro generazione. Che, dispiacerà a soloni e nostalgici, è l'orologio del tempo, il suono della contemporaneità. Il king Marra chiude con le sue 64 barre, quasi a dare appuntamento ai «sudditi» per sabato prossimo, quando a Scampia, per il «Red Bull live», sono attesi Geolier, Lazza, Noyz Narcos, Rose Villain, Salmo e Luchè. È qui la festa, la festa continua. Se l'hip hop regna, Napoli è la sua (seconda?) capitale.
Ps. Ma il «Marrageddon 2024» quando lo annunciano?

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