Primo round ai Nirvana: «Non è pornografia infantile il baby nudo di Nevermind»

Primo round ai Nirvana: «Non è pornografia infantile il baby nudo di Nevermind»
Martedì 4 Gennaio 2022, 19:19 - Ultimo agg. 19:43
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L'immagine è iconica: un bimbo nudo in piscina che insegue un biglietto da un dollaro appeso a una canna da pesca. L'avevano scelta i Nirvana per il loro album del 1991 «Nevermind» e adesso un giudice in California ha dato ragione a quel che resta della band fondata da Kurt Cobain: Spencer Elden, che all'epoca aveva quattro mesi, non ha diritto a risarcimenti per esser stato immortalato senza veli in tenera età sulla copertina del secondo e forse più famoso tra gli album del complesso grunge. Approfittando del 30/o anniversario dalla pubblicazione, l'anno scorso Elden aveva fatto causa ai membri sopravvissuti della band, Dave Grohl e Krist Novoselic, alla vedova di Cobain, Courtney Love, e al fotografo Kirk Weddle, accusandoli di pornografia infantile e sfruttamento sessuale di un minore. Un mese fa i legali della band avevano replicato e il giudice Fernando Olguin aveva dato fino al 30 dicembre a Elden per rispondere. Quando la controreplica non è arrivata, Olguin ha chiuso il caso. Sta ora al giovane riformulare l'azione legale: la corte gli ha dato tempo fino al 13 gennaio. Il caso l'anno scorso aveva fatto scalpore anche a causa della celebrità della copertina che a suo tempo aveva suscitato perplessità nell'allora boss di DGC Records, David Geffen.

Elden aveva sostenuto che la foto gli aveva provocato, crescendo, «estremo e permanente stress emotivo», perdita di introiti e della «gioia di vivere».

Accuse «senza merito», secondo i legali della band: «Parlare di pornografia infantile non è serio», avevano sostenuto gli avvocati dei Nirvana, osservando che, se Elden avesse ragione, chiunque si trovasse oggi in possesso dell'album (ne sono state vendute oltre 30 milioni di copie in tutto il mondo) «sarebbe in teoria colpevole del reato di possesso di pornografia infantile». Per non parlare del fatto che Elden, fino a poco tempo fa, aveva sguazzato nella sua fama di Nirvana Baby: «Più volte nel corso degli anni si è fatto fotografare a pagamento rifacendo da adulto la scena della piscina», hanno sostenuto i legali, snocciolando una serie di indizi della malafede del giovane che «si è fatto tatuare il titolo dell'album sul petto, è apparso in un talk show indossando una tutina color carne in una parodia di se stesso, ha autografato copie di 'Nevermind' per venderle su eBay e usato la connessione coi Nirvana per cercare di rimorchiare donne».

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