San Carlo, Lissner: «Porte aperte a Muti ma occorre risparmiare»

San Carlo, Lissner: «Porte aperte a Muti ma occorre risparmiare»
di Donatella Longobardi
Venerdì 5 Febbraio 2021, 08:15
4 Minuti di Lettura

Nel giorno in cui il San Carlo riapre le porte alle visite guidate e manda in streaming «Il pirata» di Bellini, l'attenzione è tutta sulla polemica riaperta da Riccardo Muti sul «Corriere della Sera» dove, in occasione della ripresa al Regio di Torino (commissario l'ex sovrintendente del San Carlo Rosanna Purchia) del «Così fan tutte» nato a Napoli, si è detto «offeso» dal teatro che in periodo di pandemia ha cancellato tre suoi impegni, come denunciato già attraverso le colonne de «Il Mattino» il 16 dicembre: tre concerti alla guida dell'orchestra sancarliana, il «Don Giovanni» con la regia della figlia Chiara, la tappa partenopea del tour con i Wiener Philharmoniker prevista a maggio con soste anche a Milano e Firenze e ora a Ravenna.

Ma il sovrintendente Stépane Lissner non ci sta: «Per me la porta resta aperta.

Ho parlato anche con l'orchestra, scriveranno una lettera a Muti perché torni. Credo che le parole del maestro, in questo momento così difficile per la generale crisi del mondo del teatro e della cultura, non possano diventare strumento di polemiche. Ognuno di noi dovrebbe mettere da parte personalismi nel rispetto di chi sta vivendo situazioni di grave disagio economico, sociale e psicologico. Tutte le mie progettualità sono volte alla tutela della salute dei lavoratori e al mantenimento dei livelli occupazionali. La scelta di annullare i tanti appuntamenti della passata stagione e di quella in corso, comprese le ospitalità alle orchestre straniere dai Wiener alla West-Eastern Divan di Barenboim a Gardiner con i solisti barocchi, è stata molto dolorosa ma dettata unicamente dal rigore che lo specifico momento richiede», fa sapere il manager da Parigi.


Scelta difficile se già in una lettera del novembre scorso Lissner aveva scritto a Muti spiegando di non poter sostenere i costi del concerto dei Wiener potendo ospitare in sala solo 200 spettatori (come allora concesso ed oggi negato), con una perdita di circa 300.000 euro. Una lettera in cui, sottolineando le direttive di rigore imposte dal ministero, il sovrintendente sollecitava anche un incontro per dissipare «vecchie incomprensioni» nel segno del comune amore per Napoli, incomprensioni risalenti al tempo in cui Lissner arrivò alla Scala dopo il polemico addio di Muti. E ipotizzava al posto del «Don Giovanni» (da riprendere appena possibile dopo la pandemia) un «progetto più ampio» come un'opera del Settecento con giovani cantanti italiani, un ciclo di concerti sinfonici o masterclass. Nulla di questo è andato, al momento, in porto. «Ho parlato con Chiara Muti del Don Giovanni», specifica ora il sovrintendente, «non era ipotizzabile fare in streaming una nuova produzione così importante».


Muti lamentava già a dicembre l'annullamento dei tre eventi senza alcuna data per il recupero di questi o altri progetti: «Erano tre eventi diversi, fatti per il piacere di fare musica nella mia città», aveva detto il maestro a Caserta dove era arrivato con la sua orchestra giovanile Cherubini per registrare un concerto nel teatrino di corte della Reggia, concerto poi trasmesso a inizio d'anno su Rai5. E proprio con l'orchestra Cherubini il maestro tornerà a Napoli in marzo, al teatro Mercadante, nell'ambito di una breve tournée italiana che lo porterà anche a Palermo, dove gli sarà conferita la cittadinanza onoraria. Il concerto napoletano aprirà idealmente il calendario 2021 del «Napoli Teatro Festival» diretto da Ruggero Cappuccio e sarà una occasione per festeggiare nella città dove è nato nel 1941 i suoi 80 anni, che cadono a luglio. Se dovesse perdurare la chiusura dei teatri ad oggi la chiusura è fissata fino al 5 marzo il concerto sarà registrato dai tecnici del «Ravenna festival» e della Cherubini e trasmesso in streaming. Il programma non è stato ancora definito ufficialmente, ma molto probabilmente Muti renderà omaggio proprio al musicista pugliese Saverio Mercadante, napoletano d'adozione e per anni direttore del conservatorio, di cui ricorrevano nel 2020 i 150 anni dalla scomparsa. Muti, invitato a festeggiare i suoi 80 anni anche al San Pietro a Majella, potrebbe tornare in estate a Caserta, a Paestum o in altro luogo della regione grazie al feeling creato con il governatore De Luca fin dal concerto del luglio scorso all'ombra dei templi. Tra le proposte in discussione anche un progetto sul Settecento napoletano nella reggia vanvitelliana.

© RIPRODUZIONE RISERVATA