Arisa torna a Sanremo:
«Mi sento bene» e lo canto forte

Arisa
Arisa
Mercoledì 30 Gennaio 2019, 15:52
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Dieci anni fa debuttò, ed esplose, all’Ariston tra i Giovani con «Sincerità». Cinque anni fa vinse tra i big con «Controvento». Quattro anno fa ripassò da Sanremo come co-conduttrice, al fianco di Carlo Conti, Emma e Rocío Muñoz Morales. Ora torna in gara, con una canzone-mantra, «Mi sento bene», che definisce il suo nuovo corso almeno quanto il titolo dell’album che conterrà il pezzo, «Una nuova Rosalba in città».
Allora, Rosalba Pippa, lucana di Genova, ti senti davvero bene? C’è davvero una nuova Arisa in circolazione? Non sei più così delusa da voler mollare la musica?
«Sì, direi proprio che mi sento bene, anche se ho detto che volevo smettere e lo penso ancora, almeno un paio di volte al giorno: a chi non capita di avere momenti di cedimento? La forza è rialzarsi e continuare. Nascondere le proprie fragilità è disumano. La canzone del Festival ha una tesi e un’antitesi che non valgono solo per me, credo. La tesi ci ricorda che viviamo una vita difficile. L’antitesi ci spinge a godere un “vivere quasi elementare, semplice, ridere non è difficile, se cogli il buono di ogni giorno ed ami fino in fondo”, come canto».
Il brano, al primo ascolto tra i migliori e i più radiofonici, tra i 24 in gara, è puro pop bipolare: melodia romantica con trillar di violini e ritmo caciarone, una voce da cartoon Disney che guarda alla Carrà e agli Abba, ma anche a Deborah Harry, e poi a Antonella Ruggiero e Giuni Russo.
«Beh, come complimento non è male. La vocalità è imposta dal mood e dal testo del pezzo di Gianluca De Rubertis, tra dubbi e cose che mi fanno stare bene, da una serie tv alle calze a rete, dall’amore al tango sotto la neve. Ed è un anticipo dell’atmosfera che regna nell’album che sta per uscire».
Pensiamo al disco, allora: si apre con «Dove non batte il sole», che pure riparte dalla lezione dei migliori Matia Bazar, e parla di sesso cotto e mangiato. E prosegue con pezzi come «Gli amanti sono pazzi» o «Minidonna», che parlano di una nuova consapevolezza sessuale.
«Il sesso fa bene a tutti ma non è uguale per tutti. In “Gli amanti sono pazzi” una donna si innamora della fidanzata del suo ex, non è capitato a me, ma potrebbe succedere a chiunque. In “Minidonna” un transgender si traveste per un uomo che non è granché, ma le piace tanto. E in “Il futuro non ha bisogno di amore” ribadisco che non esistono relazioni di serie B, siamo tutti uguali a letto, la diversità è una risorsa e a me piace dire e cantare quello che avrei voluto sentirmi dire mentre crescevo e maturavo con la paura di essere troppo strana».
«Quando c’erano le lire» ironizza sulla nostalgia al tempo dei social: «Si stava meglio quando si stava peggio».
«È un gioco: il web ci ha dato tante libertà, ma ci ha rubato il senso dell’attesa. Aspettare una telefonata alzava anche il livello di testosterone, oggi che puoi mandare una foto o un video osè a chiunque in qualsiasi momento...».
Un disco che ha nostalgia di anni Ottanta, revival imminente come segnalano operazioni quali quelle di Trevor Horn con la Sarm Orchestra. Come già fece Caparezza, per tornare a quella sonorità venerdì 8 febbraio, nella serata delle autocover, hai voluto Tony Hadley, oltre a una coreografia dei Kataclò, per rileggere «Mi sento bene».
«L’ex Spandau Ballet è un’icona di quel periodo, con la danza acrobatica dei Kataklò vi faremo ballare».
Stavolta arrivi a Sanremo con la scuderia Sugar.
«È bello avere per capitano un’artista e una donna forte, più che in una casa discografica mi sento in una famiglia».
Caterina Caselli ha messo a tua disposizione sei produttori e 17 autori, tra cui Dario Faini, Niccolò Agliardi e Malgioglio.
«Cristiano ha tradotto per me “Amar pelos dois” di Salvador Sobral, vincitore all’Eurovision 2017, che è diventato “Amarsi in due”. Ci sono anche due brani miei, ma sono poca roba, io scrivo cose molto diverse, sono malinconica, e mi affeziono a una cazzata solo perché è mia».
A proposito di «Eurovision»: ci andresti?
«Per andarci devi prima vincere Sanremo».
E ha detto tutto: Arisa si sente davvero bene.

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