Gabriele Lavia compie 80 anni: «Da giovane dissi no a Pasolini, voleva farmi lavorare gratis»

Gabriele Lavia compie 80 anni: «Da giovane dissi no a Pasolini, voleva farmi lavorare gratis»
di Luciano Giannini
Martedì 4 Ottobre 2022, 11:00 - Ultimo agg. 5 Ottobre, 09:39
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L'11 ottobre toccherà il traguardo degli 80 anni. E raggiungere Madhia, nel cuore mediterraneo della Tunisia, a più di tre ore d'auto dalla capitale, è stata un'impresa. Ora è «stanchissimo», ma si offre cordialmente alle domande dei giornalisti italiani. Nei giorni scorsi Gabriele Lavia ha reso un inedito omaggio a Pasolini, leggendo alcune sue poesie («ho scelto le mie preferite») assieme a Federica Di Martino nello scenario dell'anfiteatro romano di El Jem. Il sito è patrimonio Unesco e nel secondo secolo dopo Cristo ospitava fino a 35.000 spettatori, inferiore soltanto a quello di Capua e, ovviamente, al Colosseo. «La poetica di Pasolini è agra e complessa, perché si nutre di versi che hanno varcato il 900», esordisce l'attore regista nella sala di un lussuoso albergo di Madhia. «Penso di dedicargli presto un recital. Lo intitolerò Parole di figlio, ma dovrò imparare i testi, perché il teatro è soltanto a memoria».

A invitare Lavia in Tunisia è stato «Fortissimo», festival musicale, diretto Filippo Arlia, calabrese doc, pianista e direttore d'orchestra, a 33 anni il più giovane direttore di conservatorio in Italia, nel suo caso quello di Catanzaro e Nocera Terinese, intitolato a Cajkovskij. «Fortissimo» ne è l'emanazione e nasce da un gemellaggio con il liceo musicale e il conservatorio di Tunisi, e con il festival internazionale di El Jem, che in 35 anni di vita ha ospitato celebrità come Muti e l'Orchestra della Scala.

Arlia: «Per far crescere i nostri studenti, li mettiamo a confronto con artisti di fama e li coinvolgiamo in spettacoli impegnativi». Lo scambio di studenti, italiani a Tunisi e tunisini in Calabria, completa una politica virtuosa che va avanti ormai da 4 anni, affermando l'esistenza di un Sud benefico, pronto non a compiangersi, ma ad agire, unendo due sponde del mare nostrum nel segno della cultura. 

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Nel cuore delle antiche mura romane, Lavia e la Di Martino sono stati accompagnati da un quintetto formato da insegnanti del conservatorio di Catanzaro, impegnati in alcune partiture di Chopin, Beethoven e Mozart, usate da Pasolini nei suoi film; poi, in orchestra con i loro allievi, diretti da Arlia, hanno celebrato un altro genio italiano, Ennio Morricone. La rassegna si è conclusa, al teatro municipale di Tunisi, con gli omaggi al tenore Franco Corelli e ad Astor Piazzolla. Arlia: «E per il 2023 pensiamo a un progetto che coinvolga, qui in Tunisia, anche il festival siciliano dei Teatri di pietra». 

E Lavia? Racconta di Pasolini, ma non solo: «Lo incontrai due volte. All'Accademia Silvio D'Amico ce lo presentò il nostro insegnante di Storia del teatro, Giorgio Bassani. Più tardi fu lui stesso a propormi di lavorare con lui, ma gratis. E io: Lo vorrei, ma non sono ricco. Chi lo paga, poi, il padrone di casa? E gli risposi no». 

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