Pio&Amedeo: «Daspo teatrale per chi ha fischiato Geolier»

Il duo comico a Napoli

Pio&Amedeo
Pio&Amedeo
di Maria Francesca Troisi
Sabato 17 Febbraio 2024, 10:54
4 Minuti di Lettura

Un «Felicissimo show» al Palapartenope, quello di Pio e Amedeo, che stasera tornano a travolgere il pubblico napoletano con la loro comicità sempre sopra le righe, ma sicuramente «efficace». Due ore di musica, canzoni famose con testi «rivisitati», scherzi con il pubblico e con i vip che li vengono a trovare in platea. «L'ultima volta, all'Augusteo, abbiamo coinvolto Cannavaro», dicono i due comici originari di Foggia, che dopo il successo di «Felicissima sera» su Canale 5, hanno deciso di portare quell'esperienza sui palcoscenici.

Che cos'è «Felicissimo show»? Il giro d'Italia del politicamente scorretto?
Solo Amedeo: «Sottoscriviamo e rubiamo pure! La definizione è perfetta: Pio, prendi appunti.

La libertà di parola non dovrebbe mai essere messa in discussione, soprattutto se si è comici. E con questa libertà cerchiamo di dar voce alle persone venute apposta per vederci, a chi in famiglia o al bar parla senza freni e senza quei limiti imposti dalla società. Alla fine ci mettiamo nei panni dell'italiano medio, in due ore e mezza filate di racconti, canzoni, battute, rigorosamente politicamente scorrette».

Video

Com'è cambiata la comicità, in relazione ai social?
Pio & Amedeo: «Si sono ridotti i tempi dello sketch, nessuno fa più due ore di spettacolo, nessuno fa più gavetta. Si prende un cellulare, si apre un canale, e si pensa di essere arrivati, ma non è così. Noi abbiamo 40 anni, Fiorello 60, Brignano giù di lì e via dicendo, c'è un gap generazionale nel mezzo. Pensiamo a Sanremo, hanno dovuto chiamare Teresa Mannino per fare un numero come si deve».

Restiamo sul tema: i fischi dell'Ariston a Geolier?
Pio & Amedeo: «È stato un gesto di grandissima maleducazione. Bisognava prendere le generalità di questi signori e non farli più rientrare in teatro. La nostra sensazione è che se non avesse vinto la serata delle cover, avrebbe vinto il Festival! È stata un'ingiustizia bella e buona».

Sostenete la tesi del ribaltone della stampa?
Pio & Amedeo: «Be', signori miei... ma gli hanno fatto un gran favore. Alla fine Sanremo ha due vincitori, uno meglio dell'altro».

Vi candidereste per il dopo Amadeus?
Pio & Amedeo: «È inutile dire di no, è il punto di arrivo per chi fa il nostro mestiere, ma la Rai probabilmente ci "teme". Quando siamo stati ospiti (con Baglioni), abbiamo fatto il picco di share, ma non ci siamo curati delle raccomandazioni».

Si può scherzare su tutto?
Pio & Amedeo: «Se sei protetto dalla risata, si dovrebbe scherzare su tutto, l'importante è non essere volutamente cattivi. Nello spettacolo, ad esempio, ce la prendiamo con i ciclisti, che sono un po' il simbolo dell'egocentrismo stradale... Forse ci stanno anche cercando, per "risolvere la questione", ma non riusciranno mai a prenderci: noi viaggiamo in macchina!»

Non siete cattivi, allora.
Pio & Amedeo: «Macché, anzi conviene disegnarci così, in questa società c'è sempre bisogno di un nemico. Semplicemente noi ironizziamo su ogni cosa, anche sulla morte dei nostri genitori, è un modo per esorcizzare il dolore... lo facciamo anche nella vita».

Il vostro ultimo film, «Come può uno scoglio», girato in parte a Napoli, è stato musicato da Enrico Melozzi, il direttore d'orchestra.
Pio: «Dai Måneskin a Pio e Amedeo, come rovinarsi la carriera! La verità è che sono molto più trasgressivo di Victoria. Io, almeno, ho la terza di seno: infatti per coprirmi non bastano le stelline, servono le comete».

Dopo tanti anni, vi «sopportate» ancora?
Pio & Amedeo: «Per carità... ma chi altri potrebbe? Ormai siamo una coppia a tutti gli effetti. Ci siamo conosciuti 40 anni fa, nel reparto maternità, le nostre mamme erano nella stessa stanza. Poi ci siamo incontrati dopo 13 anni, e da allora abbiamo fatto tutto insieme».

© RIPRODUZIONE RISERVATA