Ravello festival, una «Festa napoletana» tra Wagner e Sinatra

Alessio Vlad presenta il cartellone con una settimana dedicata al jazz

La presentazione del Ravello Festival
La presentazione del Ravello Festival
di Donatella Longobardi
Mercoledì 14 Giugno 2023, 07:00 - Ultimo agg. 15 Giugno, 07:16
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Grandi orchestre ospiti, dai Munchner Philharmoniker alla Dresdner Festspielorchester e alla Scala, un'intera opera wagneriana, «L'oro del Reno», per la prima volta a 26 anni dal «Parsifal» con Domingo. E poi una maratona pianistica dedicata a Chopin, una serata al 700 napoletano e una settimana al jazz. E, tra grandi direttori come Nagano o Luisi, un finale scoppiettante con la voce di un tenorissimo come Grigolo impegnato in un programma di canzoni americane portate al successo da Sinatra e qui eseguite con la direzione di Demo Morselli e la collaborazione di Tony Renis.

Il «Ravello festival», arrivato all'edizione n. 71 non cambia registro. Anzi, insiste sulle proposte legate al genius loci, Wagner, con apertura e chiusura nel segno del preludio dei «Mastersinger» come leitmotiv dell'intera rassegna. Ma sempre senza perdere la sua chiave trasversale tra diversi tipi di musica e programmi destinati a pubblici diversi e internazionali. «E saranno tutte produzioni pensate per il festival o che vedranno a Ravello la loro prima italiana o frutto di importanti progetti con importanti istituzioni», spiega il direttore artistico Alessio Vlad nel presentare il cartellone nella sede della Regione, a Santa Lucia.

Assente per un impegno il presidente De Luca (la Regione finanzia il festival con un milione e mezzo), hanno illustrato il programma il presidente della Fondazione Dino Falconio, il presidente del consiglio di indirizzo Lentini, il direttore generale Pietrantonio, il sindaco della cittadina Vuilleumier e l'assessore Morra per la provincia di Salerno. Tutti convinti dell'importanza del ruolo di Ravello come «città della musica», polo di attrazione per un turismo culturale diverso da quello di massa che invade la costiera amalfitana creando problemi per il traffico e per i trasporti.

«Il nostro obiettivo», ha ribadito Falconio, «è di creare un programma dotato di originalità e internazionalità in un mix ambizioso di cultura glocal per cui abbiamo accolto l'invito di Riccardo Muti a dare spazio anche ad autori come Pergolesi, Vinci e Cimarosa e valorizzare la musica nata sotto il Vesuvio». Non a caso per la «Festa napoletana» in omaggio alla scuola del Settecento sarà uno specialista del repertorio come Antonio Florio con la sua Cappella Neapolitana ad esibirsi sul palco di Villa Rufolo con le voci di Valentina Varriale e Mauro Borgioni. Voci tutte di wagneriani doc, invece per «Das Rheingold» con strumenti d'epoca e il «Concerto Koln» in uno spettacolo realizzato in collaborazione con il festival di Lucerna. Per il primo dei nove concerti sinfonici, invece, il 2 luglio, l'orchestra della radio di Vienna diretta da Boreyko, proporrà un programma interamente dedicato a Wagner. Arriveranno poi la filarmonica di Lussemburgo con Gustavo Gimeno sul podio e la pianista Yuja Wang chiamata ad eseguire Rachmaninov. Poi, di seguito, sono in arrivo l'Accademia della Scala, i Munchner con Andrès Rrozco-Estrada e il piano di Lukas Sternath, il Pomo d'Oro con un programma mozartiano diretto da Maxim Emelyanychev e la Hr-Sinfonieorchester con Alain Altinoglu. Un'intera settimana, dal 21 al 25 luglio, sarà dedicata al jazz con il Brad Mehldau Trio, Stefano Bollani in esclusiva con Gonzalo Rubalcaba, le New York Voices e Elling & Hunter. Per il tradizionale concerto all'Alba dell'11 agosto, invece, a salire sul podio della Filarmonica del Verdi di Salerno sarà il giovane promettente direttore piemontese Riccardo Bisatti, 23 anni e già artista in residence al Regio di Torino. 

«E naturalmente daremo ampio spazio ai giovani anche nella maratona che prevede l'esecuzione pressoché completa di tutte le opere di Chopin per pianoforte in chiese e vari luoghi della cittadina, da Elia Cecino a Lucchesini e Taverna, Lupo e De Maria», spiega Vlad. Il musicista non esclude - anche per gli anni a venire - l'esecuzione regolare di un titolo d'opera di Wagner, «magari spalmato in più sere per le sue dimensioni o nel contesto di progetti discografici o filmici». 

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