L'arte di Stein, Tuminas e Tolcachir:
ospiti illustri nel segno della qualità

L'arte di Stein, Tuminas e Tolcachir: ospiti illustri nel segno della qualità
di Luciano Giannini
Martedì 17 Ottobre 2017, 18:53 - Ultimo agg. 18:56
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Leggere in fila i nomi di Peter Stein, Rimas Tuminas e Claudio Tolcachir già definisce il valore presunto della stagione del Mercadante, una stagione di registi. La stessa apertura, mercoledì 25, è degna d'attenzione: «Sei personaggi in cerca d'autore», omaggio a Pirandello per i 150 anni dalla nascita, con Eros Pagni. La regia è di Luca De Fusco, direttore dello Stabile, che produce l'allestimento con quello di Genova, e mette in campo la sua compagnia di attori attorno al protagonista. De Fusco dirige nel solco delle precedenti esperienze, tra immagini e teatro: i personaggi sembrano uscire dallo schermo in palcoscenico. In compagnia, tra gli altri, Angela Pagano, Gaia Aprea, e Paolo Serra. Caratteristica della stagione è la varietà. I classici si chiamano Pirandello, Shakespeare, la tragedia greca, Goldoni, ma anche Schiller e Lermontov, fino alla leggerezza dell'«Anatra all'arancia».

I registi stranieri. Stein firma «Richard II» di Shakespeare e affida a Maddalena Crippa il ruolo del re. Il pubblico ricorderà ancora l'interpretazione di Kevin Spacey, ma la scelta ha un senso: una donna rende più chiaro il carattere del sovrano e gli aspetti della discussione politica, dice in sintesi il regista. Tuminas, invece, si volge a un poeta romantico russo, Lermontov, con «Masquerade», portando in scena un suo dramma in versi che svela scomode verità sulla morale pietroburghese dell'Ottocento. Il regista lettone inserisce intrighi, amori, giochi politici e d'azzardo in un trionfo della coralità. L'allestimento, in russo con sopratitoli, ha ricevuto in patria La Maschera d'oro. 

E una Maschera del Teatro, come migliore interprete, ha ricevuto proprio al Mercadante la protagonista di «Emilia» dell'argentino Tolcachir, Giulia Lazzarini, bambinaia che dopo 20 anni incontra il suo discepolo e la sua famiglia, ma dietro l'apparente serenità, si nascondono il passato e i suoi segreti rimossi. 

Lo Stabile punterà anche in futuro sulla tragedia greca. Ecco perché De Fusco ha voluto in stagione due titoli presenti nella rassegna estiva Pompeii Theatrum Mundi: «Le baccanti» di Euripide diretta da Andrea De Rosa, e «Prometeo» di Eschilo con la regia di Massimo Luconi. Nella prima, il regista napoletano si chiede: come rappresentare un dio come Dioniso? Può ancora aver vita un nume in questa società senza sacro? In scena, Marco Cavicchioli, Cristina Donadio e Lino Musella. Nell'altro titolo Luca Lazzareschi interpreta un simbolo di homme révolté che afferma Luconi tocca corde sensibili anche oggi. 

Ed è proprio l'uomo di oggi che Dino Buzzati mise davanti ai misteri del tempo nel romanzo «Il deserto dei Tartari», inquietante epopea di un militare che spende la vita aspettando un nemico-Godot. La regia è di Paolo Valerio. Luca Doninelli, invece, ha accettato la sfida di ridurre per la scena le 1500 pagine dei «Miserabili» di Hugo, con Franco Branciaroli e la regia di Franco Però. Quanto al Goldoni di «Una delle ultime sere di Carnovale», Beppe Navello, attraverso la trama irriverente e sarcastica della commedia settecentesca, rimanda alla fuga di tanti giovani, costretti dall'indifferenza dei padri a espatriare per farsi valere. 

In «L'odore assordante del bianco», visto all'ultimo Napoli Teatro Festival, Stefano Massini porta il pubblico nella geniale follia di Van Gogh (Alessandro Preziosi), mostrato tra le mura di una casa di cura, che sono la cella della sua mente. La regia è di Alessandro Maggi. Di tragica passione trattano sia «Intrigo e amore» di Schiller, sia «La banalità dell'amore», di Savyon Liebrecht, diretti rispettivamente da registi illustri come Sciaccaluga e Maccarinelli. Il primo, che ispirò Verdi per «Luisa Miller», racconta il tragico sentimento di una figlia della borghesia per il figlio di un nobile; l'altro evoca l'innamoramento tra l'ebrea Hannah Arendt (Anita Bartolucci) e il filosofo nazista Martin Heidegger.

Nel «Servo», di Robin Maugham, Andrea Renzi, Toni Laudadio e Lino Musella diretti da Pierpaolo Sepe raccontano una storia che rovescia i tradizionali rapporti domestico-padrone. Infine, «L'anatra all'arancia». Molti ricorderanno il film di Salce con Tognazzi. La commedia vede Luca Barbareschi, Chiara Noschese ed Ernesto Mahieux svolgere la trama leggera di una coppia che tra dispetti e tradimenti riconosce di amarsi. L'impianto è leggero, il buon gusto salvo; come l'umore del pubblico. Perché il teatro fa anche ridere. E, diceva Rabelais, «rider soprattutto è cosa umana». 

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