«La Storia», su Rai 1 la serie tv di Francesca Archibugi con un cast di stelle

Jasmine Trinca, Elio Germano e Asia Argento protagonisti della serie tratta dal romanzo di Elsa Morante

Jasmine Trinca
Jasmine Trinca
di Titta Fiore
Sabato 6 Gennaio 2024, 08:00 - Ultimo agg. 19:27
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Uno dei più importanti romanzi del Novecento italiano, «La Storia» di Elsa Morante, rivive nella serie di Francesca Archibugi che apre alla grande la nuova stagione Rai: otto episodi in quattro serate su Raiuno da lunedì 8 gennaio, frutto di una coproduzione internazionale da 17 milioni di euro (per l'Italia Picomedia, reduce dal successo di «Mare fuori», e Rai Fiction), e un cast di eccellenze artistiche e tecniche, con Jasmine Trinca, Elio Germano, Asia Argento, Valerio Mastandrea, Lorenzo Zurzolo e l'esordio sorprendente del talentuoso Francesco Zenga. 

Uscito cinquant'anni fa con Einaudi e per volontà dell'autrice direttamente in edizione tascabile, il romanzo incontrò subito il favore dei lettori, vendendo in poco tempo un milione di copie, ma fu oggetto di un'aspra polemica politica, attaccato frontalmente da Pasolini e da gran parte dell'intellighenzia di sinistra.

Nel 1986 Luigi Comencini ne trasse una memorabile versione televisiva con Claudia Cardinale protagonista. Tra gli sceneggiatori, con Suso Cecchi D'amico, c'era la figlia maggiore del regista, Cristina, e oggi la figlia di quest'ultima, Giulia Calenda, firma il nuovo adattamento con Francesco Piccolo, Ilaria Macchia e la stessa Archibugi. «Il libro ebbe un impatto difficilissimo» dice Piccolo, Premio Strega come l'autrice de L'isola di Arturo, «in quegli anni non si poteva raccontare un proletariato perdente, invece la Morante fa addirittura morire i suoi personaggi. Guardava oltre le ideologie e sapeva che gli ultimi sono votati alla sconfitta Le si scagliarono tutti contro». «Erano tempi di fortissimo dibattito culturale» aggiunge Archibugi, «oggi l'elaborazione delle idee ha perso centralità ed è terribile constatare che conta solo l'ideologia delle copie vendute e del successo di mercato».

Nel racconto ambientato nella Roma di Testaccio e San Lorenzo ai primi anni Quaranta, all'indomani delle leggi razziali e dell'entrata in guerra, Jasmine Trinca è Ida Ramundo vedova Mancuso, una maestra elementare di origini ebraiche, che tiene nascoste per paura. e madre di un ragazzo sedicenne, Nino (Zenga), ribelle e pieno di vita, attratto dalla retorica fascista. Un giorno, rientrando a casa, viene violentata da un soldato tedesco, un ragazzino ubriaco, e resta incinta. All'insaputa di Nino, partito per il campeggio estivo degli Avanguardisti, partorisce in segreto un bambino prematuro con gli stessi occhi azzurri del padre, quel giovane soldato già morto in Africa. Tornato a casa, Nino accetta il fratellino Giuseppe con entusiasmo, ribattezzandolo Useppe, e così il piccolo (Mattia Basciani) sarà per tutti, tra bombardamenti, rifugi, fughe, incontri, partigiani, innamoramenti, avventure e sprazzi di serenità nel dolore della guerra.

Dice Jasmine Trinca: «Per me Elsa Morante è un nume tutelare, mia figlia si chiama Elsa in omaggio a lei, e La Storia è il mio romanzo d'elezione, sono anche nata a Testaccio, dove è ambientata gran parte della trama. Questa serie era l'occasione che aspettavo da una vita. Poter raccontare la grande storia, che di solito è appannaggio degli uomini, da un punto di vista femminile mi è sembrata una bellissima opportunità». Come ha costruito il suo personaggio? «Ida è come una capretta disgraziata che ha paura di stare al mondo, ma allo stesso tempo è anche una figura epica con una grandissima forza, ha dentro di sé l'epica degli ultimi, che Morante guarda con sconfinato amore». Elio Germano è Eppetondo, il marmista che dopo il bombardamento di San Lorenzo sfolla a Pietralata con Ida e Useppe: «Questo romanzo ci riporta a quel che accade oggi, alla propaganda di chi vuole farci passare per giusta una guerra subita per difendere privilegi altrui». Asia Argento è la prostituta Santina che legge i tarocchi: «Mia nonna era ebrea, mio nonno partigiano, questa storia ci riguarda tutti».

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Né Giulia Calenda, cosceneggiatrice anche del trionfale «C'è ancora domani» di Paola Cortellesi, né Francesca Archibugi hanno voluto vedere il capolavoro di Comencini dell'86. Ma una conserva gelosamente i ricordi del set del nonno, l'altra confessa di «non aver avuto cuore» di guardare l'adattamento del grande regista: «Per me Comencini ha realizzato l'opera televisiva più bella di sempre con Pinocchio, per La Storia ho preferito lavorare sul libro, già il confronto con la pagina scritta era schiacciante...». Al produttore Roberto Sessa la cineasta ha posto una condizione, non avere attori stranieri pur essendo la serie una coproduzione: «Sentivo che il cast doveva essere ispirato e oculato». Di «dream team» parla il vicedirettore di Rai Fiction Francesco Nardella: «Il rapporto tra letteratura e tv» commenta, «è uno dei capisaldi del servizio pubblico». 

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