A casa di Lina Sastri: «Qui avverto ancora la presenza di mamma»

«Questa casa l'ho comprata per mia madre, quando ne aveva bisogno. L'ho presa ai Quartieri Spagnoli perché abitava nel palazzo la donna che l'ha aiutata fino alla malattia devastante»

Lina Sastri
Lina Sastri
Maria Pirrodi Maria Pirro
Venerdì 4 Agosto 2023, 12:00 - Ultimo agg. 5 Agosto, 09:46
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Nel salone della sua casa napoletana, Lina Sastri conserva tutto com'era, quando abitava qui la madre. La sua casa, «la casa di Ninetta», è anche il titolo di un libro che parla di lei, diventato pièce teatrale, e poi un film ancora inedito. «Le scene di interni sono state girate solo qui», smuove i ricordi che vivono tra mille nuove idee. È la prima volta che l'attrice, bellissima a 69 anni, mostra questo spazio del cuore, finora tenuto nascosto.

I divani sono coperti con un lenzuolo bianco, il pavimento ha le piastrelle piccolissime, in ceramica, i mobili scuri oggi si direbbero vintage.

Al centro della stanza un tavolo grande, di legno, è sistemato in corrispondenza del balcone adornato con qualche pianta. E il ballatoio sporge su una ringhiera sottile, ma è così stretto che sembra precipitare sul palazzo di fronte, nel vicolo, e dà le vertigini. 

«Questa è la casa di Ninetta, avverto ancora la sua presenza», dice la figlia devota, crocifisso al collo e sguardo profondo, fiero ma anche fragile. Non è lo stesso sul palco. «Mi sento impreparata a dire di me lontano dai riflettori, e sono stanca: nello spettacolo che ho appena registrato all'auditorium Rai, ho dato tanto», parla come se recitasse una poesia. La sua voce ha un tono suadente, insegue l'inclinazione discendente delle sopracciglia come in una scala minore al pianoforte. Ma, alle sue spalle, una tastiera resta muta: «È pesata e potente, non la fabbricano più. E però, io non la so suonare», afferma indicando l'unica cornice vicino ai tasti bianchi e neri. L'argento esalta il ritratto della mamma anziana, in una posa non studiata, con le labbra socchiuse, gli orecchini di perla e un cappello gigante, di paglia chiara. «Gliel'ho sistemato io sul capo prima di scattare la foto, esattamente lì», sorride Lina Sastri, mostrando il suo lato più dolce. Racconta: «Questa casa l'ho comprata per mia madre, quando ne aveva bisogno. L'ho presa ai Quartieri Spagnoli perché abitava nel palazzo la donna che l'ha aiutata fino alla malattia devastante». L'Alzheimer: «È morta qui. Ma, nel film, di Ninetta ricostruisco anche la giovinezza». Così il set domestico oscilla tra passato e presente. «È una piccola casa magica, piena di cose vecchie», la definisce lei, affrontando i problemi di oggi. «Purtroppo la famiglia è sempre più divisa e meno unita, il tempo più incerto per i ragazzi...». Lei, appena 17enne, scappò a Roma da via degli Zingari e iniziò la sua carriera artistica con «Masaniello» di Elvio Porta e Armando Pugliese, interprete con Mariano Rigillo. Poi, sul grande schermo: «Il prefetto di ferro» di Pasquale Squitieri, «Ecce bombo» di Nanni Moretti, «Mi manda Picone» di Nanni Loy, le parti che l'hanno resa celebre. Consacrata da tre David di Donatello, e apprezzata, da grande, anche come cantante. 

Ma qui dentro passa un pezzo importante della rappresentazione di sé. «A Napoli mi sento più libera, trovo sempre tutto, i suoi vicoli sono pieni di vita. E l'intera città è superiore persino a Parigi per le bellezze naturali, l'architettura, i musei, la cucina, i sapori...» sostiene, elencando i cambiamenti dovuti al turismo. «Una volta avevo paura di rincasare da sola la sera, ora no: ne ho di più a Roma. Perché la città non è la stessa di prima, come io non lo sono: è migliorata, mentre io non lo credo di me...».

Inoltre, la posizione è strategica: a due passi da via Toledo, dal teatro San Carlo, poco distante dal Beverello. Il mare è dietro l'angolo. «Il nostro mare è dentro la città. Ed è democratico, appartiene a tutti, con i suoi colori di acquerello, l'odore inconfondibile e una luce unica, e non fa niente se i bambini dei quartieri popolari non sanno nuotare. È normale, perché la vacanza non è prevista da queste parti», argomenta l'attrice.

Anche Lina Sastri non va in villeggiatura («Per gli impegni di lavoro»), eccetto che per qualche giorno a Ischia: «isola popolare, che adoro, vulcano che riscalda anche l'acqua». 

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