Raffaella Carrà e Diego Maradona, l'amico speciale: «Andò in carcere per un mio concerto»

di Francesco De Luca
Martedì 6 Luglio 2021, 07:00 - Ultimo agg. 29 Maggio, 12:39
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Quando morì Diego scrisse un delicato messaggio. «Caro, caro Amico mio soffro tanto e prego, ci hai lasciato troppo presto. Ti voglio bene». Raffaella Carrà aveva inviato un mese prima un video a Maradona in occasione del suo sessantesimo compleanno, il 30 ottobre. Indossava la maglia della nazionale argentina, quella che le aveva regalato il capitano dei campioni del mondo 86 con la dedica «Al mio idolo». La passione del Pibe per la cantante, popolarissima in Sudamerica, era nata negli anni 70. Diego aveva due idoli canori: Roberto Carlos e Raffaella Carrà. E la passione così forte per lei lo spinse in galera per una notte. 

Fu Raffaella a raccontare quell'episodio del 79 in un'intervista a «Il Mattino» il giorno dopo la morte di Maradona. C'era il sold out per un concerto in un'arena di Buenos Aires e il giovane Diego si presentò comunque ai cancelli. Lo fermarono i poliziotti. «Tu non sai chi sono io», urlò. Maradona aveva vinto il Mondiale juniores in Giappone ed era la nuova stella della Seleccion argentina. Popolarissimo, certo. Ma quei poliziotti ignoravano chi fosse Diego, o finsero, e non lo lasciarono passare. Anzi, lo portarono in carcere per offese a pubblico ufficiale. «Scoprii la storia leggendo il quotidiano Clarin e mi colpì molto.

E dopo quell'episodio l'ho inseguito per anni». Raffaella fece arrivare più inviti per i suoi programmi a Diego, dopo il suo sbarco a Napoli. Ma non si incrociarono, né in uno stadio né in uno studio televisivo. «E allora cominciai a pensare che ti fossi antipatica», rivelò la Carrà a Maradona nel 2005, quando fu sua ospite a Buenos Aires nel programma «La noche del 10». 

 

Si erano incontrati finalmente a Madrid, prima di uno show di beneficenza di Raffaella. Era il 93 e Diego stava giocando a Siviglia dopo aver scontato un anno di squalifica per uso di cocaina. La Fifa lo aveva aiutato a svincolarsi dal Napoli in vista dei Mondiali del 94, l'equilibrio psicologico e fisico del campione era sempre precario. Aveva ricordato la Carrà in tv, a distanza di anni: «Ti avevo chiesto una maglia ma non arrivava. Poi, a venti minuti dall'inizio del programma, un mio collaboratore disse che eri là con la maglia da mettere all'asta. Avevi portato Claudia e le due bambine Dalma e Gianinna: ci abbracciamo forte». 

Video

Cinque anni dopo Maradona e Raffa si sarebbero rivisti negli studi della Rai per «Carramba che fortuna». Era sabato 28 novembre 1998, Diego dopo oltre sette anni metteva piede in Italia e il suo agente Guillermo Coppola aveva concordato questa apparizione in tv per un ricco cachet. La sorpresa per Maradona? La presenza sul palco degli azzurri con cui aveva vinto lo scudetto dell'87, compresi il medico Acampora e il massaggiatore Carmando. Diego, occhiali da vista e fisico pesante, mise la sciarpa azzurra al collo e palleggiò col magico sinistro, facendo esultare migliaia di napoletani che si erano radunati in piazza del Plebiscito per sventolare le bandiere e cantare «Ho visto Maradona». A Napoli sarebbe tornato più in là, nella primavera 2005, per l'addio dell'amico Ciro Ferrara al calcio. Speciale il rapporto con Raffaella, Diego avrebbe voluto cantare insieme a lei una canzone al Festival di Sanremo. «Gianni Minà mi riferì questo desiderio di Maradona, gli dissi di lasciare perdere perché aveva problemi con l'Agenzia delle entrate: Gli portano via tutto. Lo suggerii per il suo bene».

Diego e Raffa avrebbero fatto uno show a Buenos Aires nel 2005, una puntata della «Noche del 10». Maradona rivelò alla Carrà: «Tanti miei amici non guardano la trasmissione, ma stasera hanno saputo c'eri tu e ora sono davanti al televisore». Raffa raccontò di non aver voluto un fidanzato argentino perché quando veniva a Buenos Aires era inseguita da cronisti e fotografi. «Per te c'erano le stesse scene che ho vissuto io a Napoli», aveva commentato Maradona. Prima di cantare e ballare insieme Fiesta, uno dei brani di maggiore successo in Sudamerica, Diego parlò del Napoli che allora giocava in serie C. «Ma perché non lo alleni tu? Magari un giorno guiderai la nazionale argentina». Diego chiuse l'intervista con questa domanda: «Ti preoccupa il tempo che passa?». E Raffa: «Mediamente». Sorrisero tutt'e due.

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