Festa scudetto a Napoli, Caterina Balivo: «Farò la pizza in piazza, chi mi aiuta a impastare?»

La conduttrice manterrà la promessa: «Cerco un forno e un partner esperto, gli amici serviranno a tavola»

Caterina Balivo
Caterina Balivo
di Giovanni Chianelli
Martedì 25 Aprile 2023, 00:05 - Ultimo agg. 26 Aprile, 08:42
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Era il 16 aprile e lei promise, in diretta tv, durante la trasmissione condotta da Francesca Fialdini “Da noi… a ruota libera”, che se il Napoli avesse vinto lo scudetto avrebbe fatto la pizza in piazza. Così, davanti a tutti, tra i tifosi in festa e i caroselli di auto.

Ora Caterina Balivo è alle prese con un problema serio, perché il giorno fatidico sembra essere arrivato e le promesse sono promesse: «Come farò, qualcuno mi aiuti!» dice. Giuramenti scomodi a parte la popolare conduttrice napoletana, impegnata nel programma “Lingo” che va in onda su La7, ora è in estasi per i trionfi degli azzurri: «Che gioia!».

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Dopo la vittoria allo Stadium come ha reagito?
«Ero in camera di hotel con mio marito e dopo il fantastico gol vittoria di Raspadori ho urlato a squarciagola, tanto che lui si è vergognato.

Ha persino detto “ora basta con questo calcio”. Ma c’era un precedente: nelle partite di Champions avevo pianto, dopo che eravamo stati eliminati dal Milan, e mio figlio si è spaventato. Ora dico solo che il Napoli è sempre più vicino allo scudetto, il terzo della storia, e l’emozione mi divora».

Ci dica cosa farà quel giorno fatidico che potrebbe essere domenica prossima.
«Io non lo so. Davvero, non faccio programmi, anche se per chi conduce una trasmissione sembra una contraddizione. Scherzo, è che sono una tifosa di pancia, una che non fa calcoli né previsioni. E poi sono terribilmente scaramantica e dunque per ora questi discorsi non li faccio». 

Eppure un impegno ce l’ha: ricorda la promessa fatta alla Fialdini? La aspettiamo in piazza per quella pizza?
«Andò così: le opzioni erano stare lontano dai social per una settimana, tuffarmi dai faraglioni di Capri, rasarmi i capelli e poi la storia della pizza in piazza. Un po’ perché sono partenopea, un po’ perché mi sembrava la più possibile, risposi la pizza. Ma ora? Come si fa? Io ci sono, non sono la tipa da mancare alle promesse, ma devo studiare la fattibilità: quale piazza, con quale forno, con quale pizzaiolo. Aiutatemi, faccio un appello pubblico a qualche nostro meraviglioso interprete della pizza: cerco un partner. O meglio cerco le “mani” giuste per impastare e qualche amico che mi aiuti a servire, così mentre le altre si spogliano, io vi porto la pizza. Unicuique suum».

Nel suo programma, Lingo, una parola da 8 lettere perfetta potrebbe essere “scudetto”.
«I giochi di parole non bastano, qua ci vorrebbe una poesia. Una dal titolo forte, magari “Invictus” di William Ernest Henley. Ma non posso sottrarmi alla domanda: un Lingo da 8, l’ultima manche della trasmissione, ce l’ho, è “possenti”».

A casa sua avete dei riti o scaramanzie sul Napoli?
«No, nessuno. Certo, se non ci sono gufi intorno è meglio».

Chi è più tifoso, tra i componenti della sua famiglia?
«Guardi, non mi faccia parlare, il guaio è che sono circondata da gentaccia. Gentaccia che amo, però, e che ricambia: infatti quel giorno per me indosseranno la maglia». 

Oltre la vittoria sportiva, il trionfo degli azzurri potrebbe contribuire ad amplificare l’immagine di una città che sembra essere rinata.
«Chiaramente da una parte sono molto felice. Dall’altra non mi capacito di come questa rinascita sia stata così lenta: non penso ci sia posto migliore dove andare in vacanza tra chiese, cibo, isole e cultura».

Cosa si sente di raccomandare per la festa?
«Abbiamo una grande occasione di vetrina, dunque vi prego: giovialità, solarità ma anche rigore da parte di chi quel giorno è in città».

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