Mondiali scherma, Curatoli è bronzo:
il napoletano con «vista» Tokyo

Luca Curatoli
Luca Curatoli
di Diego Scarpitti
Giovedì 18 Luglio 2019, 20:45
2 Minuti di Lettura
Danubio blu. Dalla città gemellata con Napoli arriva la prima medaglia dell’Italsciabola ai Campionati del Mondo. Indossa al collo il bronzo Luca Curatoli, 25enne delle Fiamme Oro. Risultato pronosticato in tempi non sospetti a Palermo dall’ex consigliere alle attività sociali e al tennis del Circolo Nautico Posillipo, Giovanni Di Girolamo. Semifinale ostica per lo schermidore della Polizia di Stato, che a Budapest, nell’avveniristico parterre di luci e ledwall della Hall «A» del Syma Center, si è confrontato con il vincitore delle Universiadi 2019, il sudcoreano Oh Sanguk, attuale numero 2 del ranking mondiale. Nella rassegna iridata, torneo preolimpico per la qualificazione a Tokyo 2020, l'azzurro in pedana ha chiuso con il punteggio di 11-15.

Parata e risposta, Curatoli costruisce con pazienza e intelligenza gli attacchi, provando ad eseguire alla lettera le indicazioni del tecnico-fratello Leonardo Caserta. Costretto a cambiare passante, in vantaggio sul quotato avversario 9-7, il napoletano subisce, però, la violenta reazione dell’asiatico, che allunga fino al 9-14. Nei quarti battuto il sorprendente canadese Shaul Gordon. Esordio comodo (15-7) contro il britannico Curtis Miller, poi capitola l'iraniano Mohammad Rahbari (15-8). Nel turno dei 16 cede il georgiano Sandro Bazadze, col punteggio di 15-10.

«Guardo il bicchiere mezzo pieno. Arrivavo da un periodo in cui il nervosismo in pedana mi aveva bloccato. Invece ho preso ispirazione da Nole Djokovic e dalla calma con cui ha impostato la finale di Wimbledon: sono riuscito ad esprimere la mia scherma. Contro Oh Sanguk, uno degli atleti più forti dell'intero circuito, avevo delle buone sensazioni. Poi però, dopo il cambio di passante, ho perso il ritmo e il mio avversario ne ha approfittato», ammette Curatoli (nella foto di Bizzi team). «Pazienza, è una medaglia che stringo al collo. Adesso penso subito alla prova a squadre, il vero obiettivo, perché da lì passa il treno per Tokyo». Italia, Ungheria, Giappone il mondo (che conta) in pedana.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA