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Juventus nella bufera, la linea del dirigente: «La nostra area finanza? Bravi a fare i trucchetti»

La frase di Arrivabene e la conferma di Roncaglio: «Ormai sono professionisti»

Juventus, la linea del dirigente: «La nostra area finanza? Bravi a fare i trucchetti»
Juventus, la linea del dirigente: «La nostra area finanza? Bravi a fare i trucchetti»
di Valentina Errante e Claudia Guasco
Articolo riservato agli abbonati
Domenica 4 Dicembre 2022, 00:15 - Ultimo agg. : 07:36
4 Minuti di Lettura

Poco più di un anno fa, i vertici e azionisti Juve pensavano ancora che, alla fine, le cose si sarebbero sistemate. Era settembre del 2021 quando in una telefonata (intercettata) l’allora presidente del club, Andrea Agnelli e John Elkann, amministratore delegato di Exor, discutono del rinnovo del cda della Juventus e soprattutto delle nomine nel comitato controllo e rischi, al quale spetta il monitoraggio degli investimenti. Dice Agnelli: «Noi abbiamo sempre preso dei rischi, il consiglio è stato informato e si sono sempre trovati dei correttivi strada facendo». I due concordano «sull’eccessivo ricorso allo strumento delle plusvalenze» ed Elkann detta la linea: «Quelle erano le prerogative dei mercati in quel momento, adesso bisogna gestire le cose al meglio, tanto alla fine di quello che hanno fatto gli altri prima chi se ne frega!». Non è andata così, considerato che la Procura di Torino ha chiesto il processo per i vertici della squadra e per la stessa Juventus per operazioni di bilancio del triennio 2018/20. Illuminante, sottolineano i pm, la descrizione dell’ex ad Maurizio Arrivabene sul lavoro messo a punto dell’area finanza della società: «Ormai sono diventati talmente esperti a fare i trucchetti». Risposta del consigliere Francesco Roncaglio: «Te l’ho detto, sono dei professionisti».

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GIOIELLI DI FAMIGLIA

I due discutono poi della situazione economica della squadra. «Dire che abbiamo bruciato 4 milioni quest’anno significa non saper leggere i numeri dell’azienda, perché noi ne abbiamo bruciati 100. Capisco che è lui che si vuol fare bello, vuol far vedere che ha tenuto in equilibrio i conti - si infervora Roncaglio presumibilmente parlando di Agnelli - ma i conti li hai tenuti perché hai venduto un credito, perché non hai pagato i debiti e perché non tieni in considerazione gli impegni finanziari che hai preso. Questo non è generare cassa, è prendere tempo con i fornitori, vendersi gioielli di famiglia o ipotecarsi la casa. Ancora più imbarazzante il cash flow calcolato includendo gli aumenti di capitale, ormai li consideriamo come se fosse un fatturato». Quando manager e consulenti vengono ascoltati dai magistrati, la musica cambia: le dichiarazioni di molti di loro vengono definite dai pm «fortemente parziali e condite da “forse”, “mi sembra”, “non so nulla al riguardo”». È quella che l’accusa definisce «ottica militaresca» della società, efficacemente descritta dall’ex direttore sportivo Fabio Paratici che, parlando con l’ad dell’Atalanta Luca Percassi, afferma: «Sono stato soldato».

GLI STIPENDI

Nella compattezza del club però si aprono delle crepe, come nel caso della famigerata manovra stipendi. A novembre di un anno fa, nell’ufficio di Andrea Agnelli, viene sequestrata una scrittura privata datata 28 marzo 2020, firmata da Agnelli e Chiellini. Mai resa pubblica, perché dice tutt’altro rispetto ai documenti ufficiali della società: nessuna rinuncia dei giocatori a quattro mesi di stipendio durante il lockdown, bensì di una sola mensilità con dilazione degli altri tre. Per questo deve restare nel cassetto, come scrive capitan Chiellini alla squadra in un whatsapp del 27 marzo: «Per questioni legislative di Borsa, è chiesto di non parlare nelle interviste sui dettagli di questo accordo». A consegnare ai pm la schermata del messaggio sono i giocatori De Sciglio e De Ligt. Alla fine accettano tutti, la questione però è divisiva, soprattutto quando arriva la seconda manovra. Riferisce l’attaccante Paulo Dybala: «Io non volevo aderire, volevo ricevere tutti i mesi lo stipendio. Poi il mio gruppo di lavoro mi ha detto: meglio se lo facciamo, abbiamo un buon rapporto con la società, per avere migliori prospettive per il rinnovo». Anche in questo caso, maggio 2021, firma alla Continassa davanti a Fabio Paratici.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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