«Quando mio padre chiese aiuto nessuno entrò nella sua stanza». È lo sfogo di Dalma Maradona, la primogenita di Diego, scomparso il 25 novembre di due anni fa nella casa del Barrio St. Andres a Tigre, nella provincia di Buenos Aires. Otto, tra medici e infermieri che avrebbero dovuto assistere il Pibe dopo l'operazione al cervello, sono stati i rinviati a giudizio per omicidio colposo con dolo eventuale. «Lui è morto alle 7 e noi siamo stati avvisati a mezzogiorno. Ci era stato sempre impossibile parlare con lui e vederlo. Il telefonino aveva la suoneria abbassata e non ci facevano entrare in casa. Quanto è emerso nell'inchiesta è chiaro, noi non possiamo parlare in attesa del processo», ha spiegato Dalma.
Ha parlato anche della vicenda giudiziaria che riguarda il marchio e i diritti di immagine di suo padre, che vede la famiglia allargata Maradona (i cinque figli avuti da Diego da quattro donne differenti) e i manager che si sono occupati delle attività commerciali del Campione negli ultimi anni, Matias Morla e Stefano Ceci. «Noi vogliamo che il marchio Maradona appartenga ai bambini e che i proventi siano utilizzati per gli ospedali: è questa la nostra volontà». Un passaggio anche sul rapporto con i fratelli Diego Jr, Jana e Diego Fernando. «Difficili sentirli fratelli perché non c'è alcun vincolo.