Nazionale, Acerbi gioca in famiglia:
«Con la Bosnia di Dzeko è un derby»

Nazionale, Acerbi gioca in famiglia: «Con la Bosnia di Dzeko è un derby»
di Mario Tenerani
Mercoledì 13 Novembre 2019, 14:47 - Ultimo agg. 14:52
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Francesco Acerbi si gioca ogni chance azzurra “come fosse una finale” perché poi tornerà Chiellini. Il centrale è felice del momento della Lazio, l’ultima volta che aveva parlato a Coverciano era stato chiaro nel dire “ci manca sempre quel qualcosa per fare il salto di qualità”. Ora vedo segnali positivi: “Con quattro vittorie consecutive stiamo molto bene, ci manca solo la continuità definitiva. Con i giocatori che abbiamo ci meritiamo il quarto posto”. Lancia Immobile: “Se continuasse a segnare così sarebbe da Pallone d’Oro…”. 

Partiamo con Cistana e gli altri ragazzi che per la prima volta sono qui a Coverciano. Come li vede?
“Faccio i complimenti a tutti, sono brave persone e ottimi giocatori. Castrovilli è sotto gli occhi di tutti, forte fisicamente, ha gamba e qualità. Pensavamo, infatti, che per lui sarebbe arrivata l’occasione. Cistana l’ho conosciuto tre anni fa, era lì col mio procuratore al Forte dei Marmi e ora lo ritrovo in serie A. Grande umiltà perché ha avuto i propri problemi, ma sono tanto contento per lui, complimenti”. 

Che momento sta vivendo in Nazionale?
“Non sono il tipo che sente di avere il posto assicurato, cerco di dare sempre il meglio. Sia nella Lazio che in Nazionale. Manca una colonna internazionale come Chiellini e per me ogni opportunità che mi offre il Ct è una finale. Certo, sono sempre sul filo di rasoio, ma va bene così. L’errore ci sta sempre, il mio compito è farne il meno possibile”. 

Sono due anni dalla notte di San Siro… 
“Quella mancata qualificazione al Mondiale in Russia, l’ho vissuta davanti alla tv a casa di un mio amico. Rimasi incredulo, stetti malissimo. Credevo che da un momento all’altro sarebbe arrivato un gol… Ora è passata, guardiamo avanti e dimentichiamo tutto”. 

Immobile sta volando… 
“Ciro spero faccia tanti gol, è importantissimo per la Lazio e Nazionale. Magari continuasse così, sarebbe da Pallone d’Oro… E’ un grande calciatore e una persona seria, merita tante gioie”. 

Con la Bosnia che partita si aspetta?
“Durissima. Andremo su un campo piccolo, con 15mila spettatori: la Bosnia ha giocatori di qualità, forti, non sono passati, è vero, ma noi vogliamo vincere. Prevedo una partita difficilissima, loro non hanno nulla da perdere, se li sottovalutiamo rischiamo una brutta figura”. 

La difesa della Nazionale come va?
“A me me piace il mio ruolo, amo costruire e lo faccio talvolta anche alla Lazio”. 

La Lazio sembra essersi messa in moto… 
“Stiamo facendo grandi cose in campionato con 4 vittorie di seguito. Peccato per l’Europa League, ma potevamo e dovevamo fare qualcosa in più, io in primis. Ora abbiamo l’amaro in bocca. Il nostro obiettivo è la Champions”.

Però l’ultima volta che lei aveva parlato a Coverciano era stato chiaro sulla Lazio: la squadra avrebbe dovuto dare di più per salire l’ultimo gradino che mancava da anni. E’ cambiata l’aria? 
“Si, ci mancava qualcosina.. Le 4 vittorie devono essere un punto di partenza. Avevo detto quelle cose perché c’erano delle partite in cui dovevamo vincere e poi si perdeva, eppure la nostra qualità era alta. C’era un po’ di preoccupazione. Questa squadra coi suoi valori merita il terzo posto, speriamo di trovare la definitiva continuità. In questo senso peccato per la sosta…”. 

Contro la Bosnia sfiderà Dzeko…
“Sarà un derby per me. Lui è uno dei più forti in assoluto: ha destro, sinistro, profondità, controllo, tutto”.  

Il gol che lei ha fatto col Torino è stato di rara bellezza. Ci proverà ancora?
“Sirigu non mi saluta da tre giorni… Scherzo. Avevo già pensato di tirare così da lontano in quella gara perché godevo di libertà. Ho provato ed è andata bene. In passato ci provavo di più, ma nella Lazio con gente davanti come Luis Alberto e Milinkovic Savic, beh, ci pensano loro”.

Chiudiamo con il Bambin Gesù: il 20 novembre sarete nella Sala Nervi in Vaticano. E negli occhi avete ancora le emozioni della visita del 10 ottobre. 
“Saremo in tre più il nostro Ct. E sarò felice di partecipare. L’altra volta ho fatto a foto con tutti perché era giusto così. Andiamo così di rado che bisogna sfruttare le occasioni. Ho riflettuto su questo e ho deciso: tornerò non solo lì, ma anche in altri ospedali. E’ vero che noi calciatori abbiamo poco tempo, ma se vogliamo il tempo si trova”. Bravo Francesco, voti alti. 
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