Conte al Napoli, il piano di De Laurentiis per convincere il Martello

Carta bianca sul mercato e nessuna penale in caso di addio

Antonio Conte
Antonio Conte
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Mercoledì 10 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo agg. 11 Aprile, 07:27
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Attende una risposta. Non a giorni. C’è tempo. Ma Aurelio De Laurentiis, per farsi perdonare l’incredibile sfilza di errori in serie commessi negli ultimi 10 mesi, compreso l’impasse per lo stadio e il centro sportivo, sta davvero andando alla carica di Antonio Conte. Un tentativo non di poco conto, un po’ come calare l’asso di briscola alla prima mano. Sì, l’offerta c’è ed è stata rinnovata in tempi recenti. Dopo il rifiuto a gennaio, quando dopo il ko con il Torino il Napoli presentò una proposta che sembrava irrinunciabile: quasi 8 milioni all’anno e la possibilità di risolvere il contratto, senza penali, quando voleva anche a maggio. In nome dell’anno sabbatico, Conte declinò l’invito, ma stavolta sta seriamente pensando di accettare. Perché, va bene la famiglia, ma ora non vede l’ora di riavere una panchina. E poiché la prima scelta è l’Italia, i posti si stanno riducendo al lumicino. Perché l’Inter si tiene stretta Inzaghi mentre la Roma e il Milan, che pure erano sulle sue tracce, ripartono con De Rossi e Pioli. Da qui, la lunga riflessione e quell’appuntamento a fine mese per tirare le somme. Ovvio c’è la Juventus pure in stand by.

La road map di ADL 

De Laurentiis non ha posto aut aut: Conte ha la tentazione della carta bianca. La prima condizione e Dela gli ha detto che l’avrà: il dopo Osimhen? Scelga lui. Perché il patron per convincerlo gli ha promesso libertà assoluta nelle scelte e nel mercato. Sia pure nei limiti dei budget. Una corte così spietata, Conte non la riceveva da tempo. Motivo per cui ne è affascinato, attratto. Non è più solo un’ipotesi o una chiacchiera, è una trattativa. Ancora da definire, sia chiaro. Ma ovvio, bisogna fare attenzione: nei folli amori di Antonio Conte volano spesso gli stracci, si gonfiano le parole. Chi lo sposa, sa cosa si porta in casa. La passione è grande, la tempesta sicura. Il suo schema fisso è lui contro tutti. Che sia l’Atalanta o la Nazionale, il Bari o la Juve, il Chelsea, l’Inter e infine il Tottenham, arriva puntuale il momento dello sfogo. «Quando ti siedi in un ristorante dove si pagano 100 euro non puoi pensare di mangiare con 10 euro», la frase cult dell’ex ct. Ecco, quel che conta è che tra De Laurentiis e Conte ci sia immediata chiarezza fin dalle fasi embrionali della trattativa, perché sennò il rischio è che i due caratteri possano - da un certo momento in poi - esplodere. Ma Conte manda segnali a De Laurentiis: non solo con continui messaggi e suggerimenti nei momenti di crisi. Anche adesso, il patron e il tecnico di Lecce sono in una fase di rapporti deliziosi. Tre mesi fa, dopo il 3-0 con il Torino, l’assalto fu davvero all’arma bianca. Mai De Laurentiis era arrivato a offrire un contratto con clausole rescissorie unilaterali a favore del proprio tecnico, senza penali. Un modo per dirgli: se le cose non ti piacciono, vai via quando vuoi. Prendere il Napoli in quel momento non era semplice. Va bene “la carta bianca”, gli 8 milioni all’anno, il via libera al suo staff ma Conte non ha creduto alle capacità del Napoli di rialzare la testa. Adesso no: ora c’è il mercato, i quasi 200 milioni che possono essere spesi per ricostruire la squadra nel dopo Osimhen. È Conte la prima scelta, e lo è ancora.

Anche se l’ex ct è come una Ferrari che consuma moltissimo: chiede una montagna di denaro (e si è ridimensionato rispetto agli stipendi del passato) e pretende che gli comprino tutti i giocatori che vuole, altrimenti non si muove.

I rischi 

Per il Napoli sarebbe uno sforzo finanziario enorme, ma che il club può sostenere perché ha un bilancio floridissimo. Lui vuole almeno un triennale (parliamo di almeno 24 milioni netti solo per lui) e nessuna clausola che lo possa legare mani e piedi a De Laurentiis (come quelle di Spalletti e Sarri, per intenderci). Non vuole la qualificazione in Champions, vuole solo essere certo che il progetto lo veda come protagonista centrale. E se salta? Beh, vero che c’è Vincenzo Italiano, ma De Laurentiis fa un tifo gigantesco per Ciccio Calzona. Il ritorno in Europa, anche l’Europa League, può convincere il patron ad abbracciare la permanenza del ct della Slovacchia che, quindi, si gioca le sue chance di restare come capo-allenatore in queste sette giornate. Calzona non intende come uno sgarbo la corte a Conte o a Italiano. Adesso vuole solo che la squadra continui a dimostrare i valori mostrati a Monza. La pista Calzona, peraltro, assai più economica. Sì, perché a De Laurentiis piace la mentalità portata dal tecnico di Vibo Valentia, il suo modo di vedere il calcio, la sua applicazione in allenamento. Insomma, Calzona si gioca in questo mese e mezzo le sue carte di restare. Che non sono così poche. E solo come capo-allenatore. Resta il grande sogno: Antonio Conte. E la pista di riserva, non certo poco gradita, ovvero Vincenzo Italiano. Da qui non si scappa, il cerchio si sta chiudendo. 

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