FIRENZE Che sensazione strana si respira a Coverciano. Tra l'amarezza profonda di vedere le altre nazionali con la valigia in mano destinazione Qatar e la voglia di ripartire con un'Italia diversa, votata alla gioventù. Che spesso si abbina con il coraggio. Quello che ha avuto Mancini nel convocare un ragazzo del 2006 come Simone Pafundi, una sola presenza in serie A alla fine della scorsa stagione.
«Mesi difficili»
Il Ct qualche settimana fa, pensando a questo periodo, con sincerità aveva ammesso: «Saranno mesi difficili».
Due idee di gioco
Di Lorenzo capitano di un Napoli che sta guardando tutti dall'alto ha provato a spiegare le due facce di un'emozione: «Cercheremo di regalare l'entusiasmo del Napoli in azzurro: queste sono due partite da affrontare nella maniera giusta, anche se più ci si avvicina più aumenta il dispiacere per non essere al Mondiale. Sicuramente lo guarderò, facendo il tifo per il bel calcio». Veniamo alle prove di Mancini ieri a Coverciano. Il ct ha schierato due formazioni contrapposte: una col 3-4-3 con Meret in porta, difesa con Scalvini, Bonucci e Bastoni, a centrocampo come esterni Di Lorenzo e Dimarco, Barella e Verratti centrali, in attacco Zaniolo, Raspadori e Grifo. L'altra sistemata col 3-5-2 con Vicario protetto dalla difesa formata da Ricci, Gatti e Acerbi, sulle corsie a centrocampo Mazzocchi a destra e Parisi a sinistra, poi Tonali in regia sostenuto dalla cerniera Pessina e Miretti, in attacco Gnonto e Pinamonti. Nel pomeriggio in Aula Magna presentato il libro Allenatori d'Italia, scritto da Gianni Marchesini e Andrea Santoni, un vero e proprio dizionario della storia delle panchine di casa nostra. Presenti il presidente della Figc, Gabriele Gravina, il ct Roberto Mancini e il numero uno dell'Aiac, Renzo Ulivieri.