Roma, De Rossi: «Non è una squadra presa all’oratorio. Ho giocatori di personalità che non temono le trasferte»

«Dybala sta bene, si è allenato con gli altri ed è brillante»

Roma, De Rossi: «Non è una squadra presa all’oratorio. Ho giocatori di personalità che non temono le trasferte»
di Gianluca Lengua
Domenica 28 Gennaio 2024, 10:49 - Ultimo agg. 17:16
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Daniele De Rossi inverte la comunicazione che aveva impostato José Mourinho. Per il nuovo tecnico la squadra forte, ha un ottimo curriculum e non ha paura di nulla. Soprattutto delle trasferte, punto deboli dei giocatori per il portoghese: «Vedo giocatori di personalità e vedo giocatori che in trasferta ci hanno vinto, ci hanno portato in finale in Europa giocando anche in trasferta. Cristante e Spinazzola hanno vinto un Europeo vincendo una finale contro l’Inghilterra fuori casa. Ci sono momenti in cui le cose vanno male in casa, altri in cui vanno male in trasferta. Se vedete belle partite il merito è loro e poi sono stati allenati da un allenatore forte. Non vengono dall’oratorio». Ecco la conferenza stampa integrale di Daniele De Rossi alla vigilia di Salernitana-Roma. 

Che rappresenta Sinner per lo sport italiano?

«È emozionante. Lo sport italiano arriva spesso nell’elite degli sport mondiale. Il tennis è uno sport popolare, è un ragazzo pulito ed educato, sembra un bella persona, non lo conosco personalmente ma ci fa sentire orgogliosi per l'immagine che esportiamo e il personaggio che possiamo tifare.

Quando in vacanza a New York con mia moglie, cercavano di far combaciare i nostri impegni per vedere le sue partite. Oggi non riuscirò a guardare la partita, ma spero faccia una grande finale».

Chi ha recuperato per il match di Verona? C’è una data per il ritorno di Smalling? Ha deciso le gerarchie in porta?

«Le gerarchie in porta le ho decise quando sono arrivato. Rui ha prato molto bene e non cambia la mia idea per una partita. Un portiere deve avere le gerarchie stabilite, sono contento di entrambi. Svilar mi ha emozionato per completezza, ma un errore non cambia la mia opinione che ho su Rui. Negli ultimi mesi ci ha salvato parecchie partite, anche se non ero qui le partite le guardavo. È un ragazzo concentro su quello che dovrà fare lunedì e non sul passato. Smalling si sta allenando, con Renato e Kumbulla sta facendo il suo percorso, gli allenatori li monitora continuamente, sembrano sciolti negli allenamenti, già dalla prossima settimana cominceranno a fare qualcosa con noi. Dare una data del ritorno in campo è un po’ presto perché questi infortuni un po’ lunghi hanno bisogno di venire giudicati e valutati giorno dopo giorno». 

Che caratteristiche ha la Salernitana?

«Le difficoltà aumentano se una squadra lotta per la salvezza. Se stanno lì in fondo c’è un motivo. Giocheremo a casa loro, daranno qualcosa in più, mi sembra uno stadio emozionante ed è un peccato che non possiamo avere la spinta dei tifosi in trasferta. Giocheremo anche per loro. La Salernitana ha un grande allenatore e tanta qualità soprattutto nella parte offensiva del campo. Da giocatori esplosivi, ad alcuni più vecchietti, ma con qualità come i miei amici Candreva e Fazio. Hanno una rosa importante, pareggiavano 0-0 con l’Inter fino a quando non è entrato Lautaro». 

Il rendimento della Roma in trasferta è stato spesso negativo, come si supera la paura e il problema emotivo?

«Se citate Mourinho dovreste chiedere a lui perché ha visto paura negli occhi dei giocatori. Io vedo giocatori di personalità e vedo giocatori che in trasferta ci hanno vinto, ci hanno portato in finale in Europa giocando anche in trasferta. Cristante e Spinazzola hanno vinto un Europeo vincendo una finale contro l’Inghilterra fuori casa. Ci sono momenti in cui le cose vanno male in casa, altri in cui vanno male in trasferta. Sono fasi della stagione. Squadra di banditi mi piace come slogan, perché nel calcio ci vuole spigolosità e quella cattiveria agonistica che ti porta a prendere punti anche in partite non belle e in maniera sporca. Io vorrei una squadra di grandi giocatori e credo averla. Dal punto di vista della personalità la squadra non pecca da questo punto di vista».

Torna Crisante, come cambia la Roma se ci sono entrambi disponibili?

«Possono giocare insieme. Bryan è un pilastro dello spogliatoio e della nazionale. Lui fa il suo lavoro, è un giocatore forte, continuo ad essere affascinato da Bryan lo avrei voluto anche nella prima partita. Cambiano alcune geometrie, Leandro ha più qualità, Crisante più dinamismo più fisicità più tiro e più inserimento. Cambierà qualche dinamica legata alle caratteristiche tecniche del giocatore, come se in attacco giocasse Lukaku o Azmoun o Belotti. Se cambi il portiere anche. Cambierà qualche dinamica legata alle caratteristiche tecniche del giocatore. Possono giocare benissimo insieme». 

Come stanno Dybala Huijsen e Mancini? Come sta anche Aouar che torna dalla Coppa d’Africa?

«Paulo mi è sembrato stare bene, si è allenato con gli altri, mi è sembrato più brillante e lui stesso mi diceva non essere libero quando si allenava. Dean partirà con noi, lo vedrò in allenamento. Mancini sta bene, mi è piaciuta la condizione fisica e la sua partecipazione a quello che abbiamo proposto perché non si era mai allenato con noi. Aouar si è allenato, non torna dalle vacanze, ha dormito poco, ha viaggiato, il primo giorno era sballottolato. È un giocatore attivo e pronto a giocare». 

A che livello è la preparazione? I ragazzi già stanno capendo i nuovi concetti?

«Qui bisogna andare a botta sicura non c’è la preparazione pre-campionato. E il merito è loro. Nessuno può permettersi a toccare i miei ragazzi della Spal, ma si vede che con loro ci ho messo più tempo. Quelli della Roma manca poco che insegnano a me. Sono giocatori fatti e formati, conoscono tante cose dal punto di vista tattico e calcistico. Se alla Spal abbiamo visto qualcosa dopo 20 partite, a questi gli dici qualcosa a sono tanto ricettivi. Se vedete belle partite il merito è loro e poi sono stati allenati da un allenatore forte. Non vengono dall’oratorio. Io do solo qualcosa idea che ci potrebbe aiutare a portare a casa punti. Sembrano piacergli queste idee, non fanno fatica a farle diventare loro. Ci vuole tempo a dargli un’impronta. E soprattutto il tempo senza partite decisive ogni 4-5 giorni».

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