Avellino, bene i giovani, male
i «senatori» Trotta e Murano

Allo Zaccheria Moretti, Gambale, Auriletto e Galetto hanno convinto

Avellino, bene i giovani, male i «senatori» Trotta e Murano
di Marco Ingino
Mercoledì 9 Novembre 2022, 09:27
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Più luci che ombre con all'orizzonte un diffuso ottimismo che pervade l'ambiente. Le prime tre settimane di gestione Rastelli hanno confermato la bontà della tardiva scelta effettuata lo scorso 20 ottobre dalla dirigenza di richiamare in panchina l'allenatore di Pompei con il quale Walter Taccone aveva sfiorato il sogno della serie A. Un sogno andato in frantumi sulla traversa di Bologna ma che lo stesso Rastelli, con l'ausilio di De Vito e la disponibilità finanziaria della società, si è impegnato a ricostruire rimettendo insieme tutti i cocci. I primi a tornare al loro posto, in un ambiente che stava per implodere, sono stati i tifosi della pars costruens, ovvero coloro i quali criticavano in maniera costruttiva le scelte estive. Per quelli della pars destruens, ovvero che criticano a prescindere sui social alla prima sconfitta che attualmente sono come caduti in letargo, non c'è invece da farsi eccessive illusioni. Aspetto comunque marginale a quello principale che riguarda la ricostruzione di una squadra e un gruppo che il tecnico- manager alla Alex Ferguson ha progettato sul modello Catanzaro.

Con un anno esatto di ritardo rispetto alle mosse fatte dal club calabrese, che attualmente guarda tutti dall'alto verso il basso con 10 vittorie e 2 pareggi nelle prime 12 gare, l'obiettivo è infatti quello di ricalcarne i passi fatti dalla gestione di Vincenzo Vivarini: analizzare la rosa in questo lasso di tempo che manca al mercato di gennaio cercando di ricavarne il massimo; cedere gli esuberi; acquistare calciatori utili alla causa nel breve e nel lungo periodo con l'obiettivo di tentare immediatamente l'impresa con i playoff o trovarsi la strada spianata per la prossima stagione.

Insomma, un lavoro ben definito ma non certo semplice soprattutto per le difficoltà del momento che, grazie ai risultati e all'imbattibilità, stanno coprendo anche qualche difetto strutturale. In tutti i reparti (come dimostrato in queste ultime 4 partite compresa la parentesi di Coppa Italia) Rastelli e il suo staff stanno provando a intervenire ricavandone il massimo pure alla luce di infortuni cronici come quello di Di Gaudio, di cui ormai resta traccia solo sul bonifico mensile della società, o dell'involuzione negativa di Murano, altro big dall'ingaggio stratosferico per la categoria che in allenamento mostra di avere un motore da serie A e in partita procede con l'andatura di un'auto ingolfata.

Un doppio enigma, ereditato dal passato, da risolvere al più presto anche perché se entrambi non sono funzionali alla causa, nel breve o nel lungo periodo, sarà bene prendere una decisione nell'interesse di tutti onde evitare con il loro utilizzo di penalizzare anche gli altri. Il tentativo di recupero di Murano, che onestamente va fatto fin quando sarà possibile, ha difatti tolto spazio pure allo Zaccheria ad un Ceccarelli che finora con Rastelli ha trovato spazio solo in Coppa Italia sfruttando, tra l'altro in maniera magistrale, l'occasione. Considerazione che sicuramente l'allenatore avrà fatto con il suo staff annotando l'ennesima risposta negativa del campo tra le cose che, nella serata ad alta tensione di Foggia, non sono andate per il verso giusto. Anzi, sotto questo aspetto la panchina che nel secondo tempo doveva fare la differenza, come accaduto contro il Catanzaro, ha paradossalmente risposto peggio di chi aveva giocato la prima parte. Come detto, però, pure dalla Puglia si è tornati con più luci che ombre soprattutto perché chi ha brillato lo ha fatto in un ambiente ad alta tensione in campo e sugli spalti. In difesa, se Pasquale Pane è un veterano che non sorprende più nessuno per la sua risposta da grande professionista, Rizzo, Moretti, Auriletto e Tito hanno dimostrato di non essere dei semplici gregari. Dei tre il ventenne e più giovane ex Inter ha addirittura giocato da leader, mentre il soldatino Auriletto ha persino rimpiazzato con esperienza l'indecifrabile Aya che, quanto meno per un fattore numerico, va assolutamente recuperato alla causa. In mediana, invece, la trasferta di Foggia è servita per far capire che Garetto e Maisto, due giovani scommesse, sono parte integranti di un progetto tattico in cui Franco sta purtroppo facendo ancora fatica ad integrarsi. Capitolo attacco. Anche qui le note positive dallo Zaccheria sono arrivate solo dai giovani Russo e Gambale, autori di prestazione di grande qualità e personalità che appaiono in questa fase persino inamovibili. Diversamente era lecito attendersi qualcosa in più da Trotta (altro elemento in cerca della giusta collocazione in questo anomalo 4-3-3), Murano e lo stesso Kanoute. Le loro qualità sono note a tutti ma, se non le faranno emergere nelle prossime 9 partite che mancano al mercato di gennaio, difficilmente potranno sperare di far parte del progetto Avellino targato Rastelli.

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