Turris, tempo scaduto per Guardascione: il club resta a Colantonio

È inutilmente trascorso il termine di sette giorni per provvedere al primo pagamento di 350mila euro: contratto risolto di diritto ed ora tocca all'avvocato penalista

La stretta di mano fra Colantonio e Guardascione
La stretta di mano fra Colantonio e Guardascione
di Raffaella Ascione
Venerdì 9 Febbraio 2024, 17:06
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Niente bonifici, niente pagamenti, niente Turris – quindi – per Francesco Guardascione. È infatti scaduto il tempo a disposizione dell’aspirante acquirente per onorare i pagamenti concordati col contratto preliminare di cessione delle quote di maggioranza del club sottoscritto lo scorso 29 gennaio. Contratto che si è dunque risolto di diritto, con buona pace – o quasi – di tutte le parti coinvolte.

La diffida ad adempiere – La cessione delle quote del di maggioranza della Turris si è tinta di giallo a nemmeno ventiquattro ore dalla firma del preliminare, dal momento che sul conto del club non era pervenuto nemmeno un centesimo del pagamento di 350mila euro che l’acquirente aveva disposto con bonifico del 26 gennaio.

Da qui i primi campanelli d’allarme, poi sfociati in iniziative legali da parte della proprietà. Contrattualmente la vicenda si è risolta con una formale diffida ad adempiere (risalente ai primi di febbraio) a Guardascione: sette giorni di tempo, per lui, per far fronte al primo pagamento da 350mila euro. Il termine è inutilmente trascorso, né nel frattempo sono stati onorati gli ulteriori pagamenti (attesi per il 5 febbraio) cui l’acquirente avrebbe dovuto far fronte. Il contratto preliminare si è dunque risolto di diritto, col risultato che la Turris resta nelle mani di Colantonio, per il momento almeno.

I possibili risvolti – Se sul piano civile la questione può ormai definirsi archiviata, su quello penale potrebbero ancora maturare sviluppi ulteriori nell’ipotesi in cui l’istituto di credito coinvolto dovesse riscontrare positivamente le contestazioni sollevate dalla Turris in ordine alla veridicità dei documenti bancari prodotti dall’acquirente («Sono stato truffato – ha dichiarato Colantonio subito dopo l’esplosione del caso – e sono pronto a sporgere querela»). Il responso - che avrebbe richiesto indagini particolarmente dettagliate - è atteso a stretto giro. 

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