Turris, Menichini si presenta: «In campo chi merita, senza guardare in faccia nessuno»

Alla conferenza di presentazione del nuovo tecnico anche Antonio e Giuseppe Colantonio ed il secondo Guido Di Deo

Mister Menichini ufficialmente presentato alla piazza
Mister Menichini ufficialmente presentato alla piazza
di Raffaella Ascione
Mercoledì 24 Gennaio 2024, 21:06
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Primo giorno di lavoro sul campo per il neo tecnico della Turris Leonardo Menichini e per il suo secondo – unico volto nuovo dello staff corallino – Guido Di Deo. Al termine della seduta di lavoro sul campo, poi, la conferenza di presentazione, cui hanno partecipato anche il presidente Antonio Colantonio ed il co-presidente Giuseppe Colantonio.

«C’è poco da dire e molto da fare»: ha esordito così Antonio Colantonio. «Oggi, con la presentazione di mister Menichini, la Turris mette il primo, importante tassello per realizzare una rimonta che qualcuno definisce miracolo ma che per me non è tale. Perché io credo nelle potenzialità di questa squadra e credo nell'obiettivo che ci siamo dati. Tengo anzitutto a ringraziare Bruno Caneo, che stimo molto e che credo sia un buon allenatore, ma purtroppo le dinamiche del calcio sono queste, quando le cose vanno male purtroppo il primo a saltare è l’allenatore. Qualcuno nelle scorse settimane mi ha accusato di immobilismo ma io non volevo affatto lanciare un messaggio d’inerzia. Tutt’altro. Ho voluto dare fiducia all’allenatore fino alla fine».

Dopo l’esonero di Caneo, nell'occhio del ciclone, adesso, alcuni senatori del gruppo, che ha intanto registrato la partenza di Paolo Frascatore, ceduto a titolo definitivo all'Avellino. «Non ci sono dubbi sul fatto che qualcuno non sia arrivato ad esprimersi ai livelli che gli sono propri - spiga Colantonio -, ma questo può capitare.

Voglio però togliuere dalla testa di tutti l’idea che nello spogliatoio ci sia chi vuole il male della Turris. C’è gente che magari non è contenta e perciò mugugna, ma è sempre così: chi gioca è dalla parte dell’allenatore, chi non gioca non lo è. Ma non c’è nessuno che vuol retrocedere. Ci sono – voglio ribadirlo – persone non contente che devono trovare spazio altrove. Faccio solo un’osservazione: questi calciatori ce li stanno chiedendo solo squadre di alta classifica e questo vorrà dire qualcosa. La Turris è pronta per ripartire e per fare tutto quanto è in suo potere per salvarsi».

Linea di pensiero comune al co-presidente Giuseppe Colantonio: «Aggiungo solo che subito dopo le prime vittorie in campionato, quando mi fu chiesto del progetto, io risposi fermamente che noi dovevamo salvarci. Ed è quello che a maggior ragione ribadisco oggi».

Sulla scelta di Menichini: «Io non sono uomo di calcio – ammette Antonio Colantonio –, ma quando incontro un uomo determinato, perbene e con le idee chiare, quella persona mi convince. Tutti sanno che il giorno prima di trovare l’accordo con il mister ho contattato Raffaele, che ha poi declinato. Il martedì mattina ero senza allenatore e con una partita importante da disputare sabato. A quel punto ho convocato due allenatori ma dopo aver parlato con mister Menichini, che giustamente mi ha poi chiesto di parlare coi calciatori, ne sono rimasto colpito al punto di comunicarlo all’altro allenatore, che dal canto suo mi ha detto che ero poco serio».

Entusiasmo misto a fermezza nelle prime parole di Menichini da allenatore della Turris: «Ho detto sì perché da fuori ho sempre avuto rispetto per questa società. Ho giocato tante volte su questo campo, ci ho vinto e perso, e l’ambiente mi è sempre piaciuto. Ho conosciuto il presidente e il fratello ed ho colto la serietà necessaria per fare cose buone. La situazione è complicata ma ci sono tutte le possibilità per riprenderci. Io voglio ragionare di gara in gara, perché nel calcio non esistono fenomeni né pronostici chiusi. Noi dobbiamo cercare su ogni campo i punti che ci servono per migliorare la classifica. Oggi ho diretto il primo allenamento ed ora la mia priorità è individuare anzitutto i calciatori in salute e con le motivazioni giuste. Noi dobbiamo fare la prestazione, perché solo in quel caso le possibilità di fare risultato aumentano».

Intenso l’approccio con il gruppo: «Sono abituato a parlare molto schiettamente coi calciatori. Diciamo che sono state fatte anche troppe chiacchiere. Il mio compito è individuare chi merita di andare in campo, senza guardare in faccia nessuno, perché nel calcio non si vive di rendita. Adesso testa solo al Messina, perché una vittoria farebbe lievitare il morale. Serve forza nella testa e nel cuore. Perché ho detto sì? Perché credo che questa sia una buona squadra: non posso sapere perché abbia finora raccolto questi risultati ma è chiaro che qualcuno non ha reso prestazioni tali da garantire una classifica migliore. Ora resettiamo tutto e concentriamoci sul Messina».

Sul mercato: «Vediamo se c’è qualche calciatore che fa al caso nostro, so che società non si tirerà indietro. Ho parlato alla squadra: io non trattengo nessuno. Chi resta deve farlo con le motivazioni giuste, perché voglio giocatori che siano contenti di lottare per questa maglia e che tirino fuori il massimo in queste sedici partite, sono tutte finali. Dobbiamo ritrovare solidità. Contessa? So che ci sono trattative in corso. L’ho avuto alla Reggiana nell’anno dei playoff ma quello che vale per gli altri, vale per lui. Ovvio che chi andrà via sarà rimpiazzato. Voglio mettere in campo gente che suda la maglia e che lotta. Per quello che mi compete, cerchiamo di migliorare tutti e di dare una chance a tutti, poi sarà il campo a dire chi merita la maglia, chi merita di mantenerla o chi non è pronto».

Ad affiancarlo, il secondo Guido Di Deo: «Positivo l’approccio con la proprietà, animata da una gran voglia di mantenere la categoria. Insieme al mister crediamo fermamente nella salvezza, ci sarà da lavorare, ma la carriera del mister parla da sola».

Da ultimo, il presidente onorario Mario Scognamiglio: «Torre, il Liguori e i tifosi devono sostenere mister Menichini. La Turris deve restare in serie C».

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