Un’altra sconfitta per il Portici, che al San Ciro cede di misura alla corazzata Lavello. Un risultato condito – ora come non mai – da una consistente dose di rammarico: convincente la prestazione dei ragazzi di Panico, che tengono testa al quotato e lanciato undici di Zeman, senza tuttavia riuscire a muovere la classifica. E nel post partita scatta l’allarme del patron Ragosta.
Nella prima frazione di gioco, dopo un efficace intervento di Spina a neutralizzare una punizione di Herrera, azzurri pericolosi in ripartenza con Guadagni, su cui è decisivo Carretta. Alla mezz’ora l’episodio che decide il match: il direttore di gara sanziona con il penalty il tocco di mano di Arpino in area; dal dischetto realizza Liurni. Nel finale di frazione, lucani di nuovo pericolosi con l’ex Nocerina, che non inquadra la porta da posizione favorevole.
Gara viva anche nella ripresa, animata da continui capovolgimenti di fronte. Gli ospiti sfiorano il raddoppio prima con Longo e poi con El Ouazni, ma il Portici c’è e prima reclama un penalty per un intervento su Maione, poi – con lo stesso attaccante – sfiora il pari, sventato da Carretta.
Nel post partita è consistente l’amarezza di mister Panico. «Mi interessava che ci fosse una reazione dopo gli errori e la sconfitta di Casarano, visto che dal Capozza siamo usciti con le ossa rotte, e devo dire che la reazione c’è stata. Oggi il Lavello ha certamente avuto più di un’occasione per raddoppiare ma noi abbiamo avuto le nostre per pareggiare. E non voglio entrare nel merito di alcune decisioni arbitrali, anche se qualcuna lascia un po’ perplessi, come lo scarno recupero accordato nel finale. La squadra mi è piaciuta tanto, abbiamo giocato alla pari con una squadra forte. Il Portici è vivo ed ha disputato una partita straordinaria. Il pari sarebbe stato il risultato più giusto».
Quindi il presidente Ragosta. Amaro il suo sfogo: «A fine gara sono entrato nello spogliatoio ringraziando i ragazzi, che anche oggi hanno raccolto tanti complimenti tra i presenti al San Ciro.
Non nasconde le proprie preoccupazioni in chiave campionato, il patron azzurro: «Adesso non c’è più tempo. Giochiamo, è vero, lo abbiamo fatto anche oggi con una squadra forte come il Lavello, usciamo tra gli applausi, ma la situazione si è fatta preoccupante. Siamo tutti consapevoli che stiamo correndo dei rischi, forse qualcuno in più di quanto preventivato ad inizio stagione. Mi dà forza il fatto che la squadra si viva, a dispetto di Covid e infortuni. La prossima ad Aversa diventa quasi decisiva. Se sbagliamo quella si fa tutto ancora più complicato. Forse la mia rabbia rispetto alla gara di oggi nasce proprio da questa consapevolezza. Prima del campionato ero molto preoccupato in considerazione del fatto che siamo una squadra molto giovane, con un allenatore all’esordio in categoria, ma ho sempre avuto un atteggiamento molto tranquillo perché mi è sempre sembrato che la squadra rispondesse, che avesse una propria identità, come oggi del resto. Però adesso stiamo obiettivamente raccogliendo poco. Diciamo che mi sarei aspettato di arrivare in questa fase del campionato con qualche punto in più in classifica».Il