De Laurentiis, lo scivolone sul Bari e il vero vivaio che viene ignorato

Dopo la cessione di Gaetano nella rosa non c'è più un solo calciatore di movimento cresciuto nel settore giovanile

Il presidente del Napoli De Laurentiis durante la conferenza stampa (Foto Ssc Napoli)
Il presidente del Napoli De Laurentiis durante la conferenza stampa (Foto Ssc Napoli)
Francesco De Lucadi Francesco De Luca
Giovedì 8 Febbraio 2024, 07:06 - Ultimo agg. 9 Febbraio, 09:01
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Lo scivolone di Aurelio De Laurentiis sul Bari ("E' la nostra seconda squadra"), che ha costretto il figlio Luigi - presidente del club biancorosso - a dissociarsi pubblicamente dalle dichiarazioni del padre, ha origine in una dichiarazione sbagliata del patron del Napoli sul vivaio azzurro. Nella lunga conferenza stampa a Castel Volturno De Laurentiis si è fatto un domanda (giusta) sul settore giovanile del Napoli che viene da sempre trascurato e si è dato una risposta (sbagliata, appunto quella sul Bari seconda squadra).

Il vivaio azzurro non è la seconda squadra del Napoli perché non ci sono ricambi come avviene in altri club prestigiosi di serie A, che magari acquistano all'estero ma contemporaneamente investono sui ragazzi, italiani o stranieri che siano. Dopo la cessione in prestito del centrocampista Gaetano, che non trovava spazio fin dall'estate 2022 (rientrò dal prestito alla Cremonese con cui aveva vinto il campionato di serie B), nella rosa a disposizione di Mazzarri non c'è un solo calciatore di movimento cresciuto nel vivaio. Ed è la prima volta perché perfino nel 2004, quando nacque il Napoli di De Laurentiis (si chiamava Napoli Soccer e giocava in serie C), ce n'era uno, partito dalle giovanili del vecchio club fallito, Gennaro Scarlato, a cui fu assegnata la fascia di capitano.

Nel vivaio il Napoli investe poco. Non ha mai avuto una struttura dotata di campi e foresteria, in attesa che il progetto stile Manchester City con i 12 campi su 30 ettari divenga realtà. La Primavera, scivolata nel torneo inferiore (Primavera-2) dopo la retrocessione della scorsa stagione con Frustalupi in panchina, gioca a Cercola; le altre minori sul campo Kennedy. Finora l'unico calciatore cresciuto nel vivaio che ha fatto un'ottima carriera è stato Lorenzo Insigne, capitano del Napoli e campione d'Europa con la Nazionale tre anni fa. Poi, il vuoto, che - se De Laurentiis davvero vuole invertire questa tendenza - va colmato con cospicui investimenti, a cominciare da quelli sulle strutture e sull'organizzazione tecnico-societaria. Certo, lui è il presidente che disse - agosto 2021 - a proposito del settore giovanile che «è difficile investire su un territorio, preferisco trovare un giocatore del Verona e pagarlo 3 milioni». Proprio dal Verona ha preso recentemente Ngonge, pagandolo sei volte tanto.

E' lontano il tempo della stagione '86-'87, quella del primo scudetto, quando nella rosa allenata da Bianchi c'erano 8 giocatori cresciuti nel vivaio. «Creare una cittadella del calcio aperta a tutti i giovani di Napoli sarebbe la più grande vittoria di De Laurentiis» ha detto l'ex calciatore azzurro Enzo Montefusco, già tecnico della Primavera, durante il programma “Fuorigioco il calcio come nessuno ve lo racconta” su Tele A.

E' certamente una sfida che De Laurentiis ha voluto lanciare a se stesso, purtroppo per lui creando un corto circuito con Bari, i baresi e perfino il figlio Luigi.


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