Maradona, anche Hugo tradito dal «cuore matto»

Maradona, anche Hugo tradito dal «cuore matto»
di Angelo Rossi
Mercoledì 29 Dicembre 2021, 09:01 - Ultimo agg. 16:53
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Sorrideva se lo chiamavi «hermano silenzioso», il fratello silenzioso, non il fratello di Diego. Infatti è andato via come lui, in silenzio. Hugo, l'ultimo dei Maradona, si è spento ieri mattina poco prima di mezzogiorno, crisi cardiaca recita il referto sanitario. Così, all'improvviso, senza che moglie, figli e amici potessero sapere, intuire o fare qualcosa. Ha raggiunto Diego un anno dopo, per la precisione tredici mesi e forse non è nemmeno una dolorosa combinazione.

Hugo, che in famiglia tutti hanno sempre chiamato El Turco, 52 anni, da tempo viveva a Miliscola, non aveva mai staccato da Napoli il suo cordone ombelicale, napoletana anche la prima moglie e i figli. Diceva: «Qui vivo benissimo perché mi conoscono tutti ma posso girare liberamente e inseguire il mio sogno».

Che era quello di fare l'allenatore. Rispetto a Lalo, il secondo della dinastia, ha avuto una discreta carriera da calciatore. Fu quasi imposto al Napoli da Diego nell'anno della conquista del primo scudetto: a 18 anni venne acquistato dal club azzurro che lo girò in prestito all'Ascoli. Anche lui numero dieci, si ritrovò come avversari proprio Diego e il Napoli al San Paolo in campionato prima di intraprendere il giro del mondo: non fu indimenticabile la sua stagione nelle Marche (13 partite), andò un pò meglio in Spagna nel Rayo Vallecano, poi le esperienze in Venezuela, Austria, Uruguay, Canada e Giappone, prima di ritirarsi a 40 anni e prima che gli affetti familiari (cinque anni fa si era sposato a Bacoli con Paola) lo riportassero di nuovo sotto il Vesuvio per dedicarsi con enorme passione al calcio giovanile, era un abituale frequentatore degli stadi di provincia per osservare talenti in erba.

«Sono i ragazzi che trasmettono passione e voglia di lavorare per questo sport, voglio iniziare a farmi le ossa dai più piccoli perché è da loro che c'è più da imparare» aveva detto in un'intervista al nostro giornale.

Una delle poche perché, appunto, era l'hermano silencioso, quello al quale piaceva poco apparire nei salotti televisivi soltanto perché era il fratello di Diego.

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Hugo Maradona ha allenato a Portorico, poi dalle nostre parti è stato in panchina con il Boys Quarto, la «Mariano Keller» e il Real Parete: tre anni fa si era fermato ai box per un check-up all'ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, dove venne sottoposto anche ad un difficile intervento chirurgico.



Subito dopo, Hugo inviò una lettera di ringraziamento ai medici dell'ospedale, definendosi un miracolato: «A loro il mio più profondo ringraziamento». Pur vivendo nella stessa città, tra lui e il nipote Diego Armando junior i rapporti non erano per niente buoni, infatti i due non hanno mai incrociato le proprie strade. Viceversa, era in perfetta sintonia con Stefano Ceci, l'ex manager di Diego, tanto che Hugo aveva intrapreso la collaborazione con un blog e avrebbe dovuto scrivere un libro sul fratello, rievocando aneddoti e storie vissute insieme, per lo più sconosciute. Per qualche settimana aveva messo il muso in politica, una toccata e fuga, corteggiato dal candidato sindaco Catello Maresca che lo voleva nelle proprie liste. La sua vita era il prato verde: aveva contatti continui con Antonio Carannante, campione d'Italia negli anni d'oro con il Napoli, che l'aveva invitato a lavorare nella sua scuola calcio il giorno della presentazione della statua di Diego nello stadio che porta il loro cognome. Hugo aveva preso tempo, contava di rimettersi presto in forma perché la bronchite lo aveva costretto nelle ultime settimane a restare chiuso in casa. E poi perché era atteso proprio ieri pomeriggio dai suoi medici di fiducia per controllare il cuore, che invece l'ha tradito in mattinata, appena alzatosi dal letto, senza un lamento, in maniera forte e improvvisa, sordo ai massaggi disperati che sono durati quaranta minuti. Oggi i funerali, alle 16, nella chiesa di San Vitale a Fuorigrotta.

La verità però è che non si era mai ripreso da quella tremenda mazzata: la morte di Diego lo aveva stravolto e come il fratello, a chi lo conosceva bene, aveva dato l'impressione quasi di lasciarsi andare: pigro, triste, stanco. La moglie Paola, oltre ai tre figli che stanno cercando di rientrare in queste ore dagli Stati Uniti, decideranno se farlo riposare qui o in Argentina accanto ai genitori e «al fratello migliore del mondo». Anche se i due non si sono mai persi di vista in questi ultimi tredici mesi, come ha ricordato Hugo poco tempo fa: «Certo che mi manca Diego ma continuo a vederlo perché mi viene in sogno tutte le notti. E non facciamo altro che parlare...».
 

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