Kvaratskhelia il normal-one del Napoli

Il georgiano felice dell'azzurro e non sono arrivati ancora segnali per il rinnovo che però potrebbe concretizzarsi con un ritocco di ingaggio entro la fine del 2023

Kvaratskhelia
Kvaratskhelia
di Pino Taormina
Martedì 1 Agosto 2023, 09:10 - Ultimo agg. 2 Agosto, 08:08
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Inviato a Castel di Sangro 

Ha moltiplicato gli autografi: la popolarità cresce e la faccia pulita da bravo ragazzo piace a tutti, sponsor compresi. Il bello della vicenda è anche un altro: Kvaratskhelia non ha altri pensieri per le testa. Uno dei pochi che non ha procuratori pronti a bussare alla porta e avanzare richiesta. Nell'orizzonte non ci sono rinnovi da invocare, nonostante qualcosa in questo 2023 prima o poi potrà pure concretizzarsi. Ma non è detto che succeda adesso. È la bandiera della Georgia nella grande Europa del calcio ma ha i piedi per terra: lui, non scalpita, non ha mal di pancia per avere un nuovo contratto. Lui dribbla tutto e tutti sul campo di Castel di Sangro, un indemoniato pure in allenamento. E il popolo azzurro lo acclama in continuazione. Si diverte e diverte, ogni seduta è un piccolo show: sfida Osimhem negli spazi ristetti, cerca la giocata per rendere omaggio alla passione che ha spinto, anche ieri, almeno 4mila persone sugli spalti dello stadio Patini.

E non ha certo bisogno di chissà quale ritocco dell'ingaggio per essere felice. Non ci pensa, non dice nulla. Lo è e basta. C'è la fila: Di Lorenzo (che ha già firmato), Mario Rui, Politano, Zielinski, Osimhen, Meret e altri ancora.

Lui non crea pensieri. La favola è praticamente perfetta: miglior calciatore della serie A, uno di quelli meno pagati del Napoli campione d'Italia e con un entourage che non bussa a denaro, che va nel ritiro solo per una cena e un saluto e per non farlo sentire da solo. E che comprende che dopo un anno, e con altri 4 anni di contratto, non si può andare alla ricerca di un aumento. Non avrebbe senso. Il suo ingaggio pesa circa 1,5 milioni di euro (lordi) nel bilancio della società azzurra. E il suo rendimento è stellare.

Non ha traballato quando ha saputo del Newcastle e dell'interessamento del club inglese di proprietà del solito Pif. Ne è infastidito dai nuovi sussurri che parlano dell'Arsenal: per il Napoli è intoccabile, lo è sempre stato. Per tutti la risposta sarà che è incedibile. È blindato da De Laurentiis che ne apprezza ogni cosa: lo stile, il garbo, l'educazione. Poi, ovvio, quello che fa nel campo: nel caso in cui il Napoli avesse bisogno di una bandiera, ecco lui potrebbe pure essere un candidato.

Ha incantato e ancora non ha perso questa abitudine neppure in allenamento con i suoi duelli uno contro uno, un ritorno alla bellezza originaria del calcio. Perché i giocatori che dribblano emozionano e fanno tornare indietro nel tempo. Ecco, nel Napoli abitano i sogni di questo ragazzo pescato da Giuntoli nel campionato russo, inseguito ogni giorno fino a che il suo prezzo da 30 milioni non è calato a 10 milioni. Non è stato immediato convincere De Laurentiis, perplesso per la provenienza. Ma alla fine dopo qualche dvd si convinse: «Lo vorrei chiamare Zizì perché fa degli slalom incredibili». Abitudine che non ha mai perso, neppure in questi giorni abruzzesi: appena può, prende e scarta. Vispo, con un talento raro, Kvara ha in dotazione classe raffinata e garra. Gioca da ala, e fino ad adesso è lì, sulla fascia sinistra, che muove il primo passo. Ma l'impressione, e Garcia potrà confermarlo o meno, è che il georgiano è un giocatore senza confine che, volendo può anche piazzarsi altrove. Velocità, assist, fantasia, tiro: ovvio che sia stato il migliore dell'ultimo campionato. I numeri sono da extra-terrestre.

Kvaratskhelia dopo il gol stellare all'Atalanta in cui stese sei difensori prima di segnare venne accostato da Spalletti a Maradona. «Si può dire che è stato un gol alla Diego. Il dio del calcio era il dio del calcio, ma Kvara è sulla strada buona. Ha frequenza di tocchi nello stretto, non sai mai dove può andare, ti sdraia per terra e con la coda dell'occhio può anche assistere a un compagno». Ovviamente, in molti hanno pensato di scomodare la "10" ma quella non si tocca. Non c'è intenzione di farla indossare a qualcun altro. Certo, Garcia lo ha messo a calciare angoli e punizioni, qualcosa di nuovo ha in mente il francese per la stellina georgiana. Forse avvicinarlo a Osimhen. Vedremo, perché i tempi dei test stanno quasi per finire. E domani c'è il Girone e bisogna cominciare a provare la formazione-tipo. Frosinone, in fondo è lontana appena 19 giorni.

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