Una rivoluzione in sette giorni, quella di Walter Mazzarri. Perché se è vero che i panni sporchi si lavano in famiglia in quella azzurra ormai tutto avviene alla luce del sole. Ha iniziato Osimhen con quel «ecco la mentalità vincente», per festeggiare la vittoria con l'Atalanta e hanno continuato l'altra sera a Madrid prima Simeone («Perdere fa sempre male, ma torniamo a casa sentendo di nuovo che questa squadra può competere con chiunque») e soprattutto il fedelissimo, forse ex, di Garcia, Zambo Anguissa con quel «adesso c'è una squadra che gioca insieme, per la squadra, ora si vede che giochiamo l'uno per tutti e tutti per uno, c'è un allenatore che sta dando tutto per noi e ci sta facendo capire l'importanza della squadra». Per i vecchi saggi del calcio, una squadra è destinata a fallire se non è un gruppo granitico, stretto intorno al proprio allenatore. Ecco, tenendo conto questo ammasso di luoghi comuni, si arriva alla conclusione che Mazzarri in pochi giorni ha toccato davvero tutte le corde giuste. E ha creato un nuovo Napoli. La personalità del Bernabeu, nonostante il ko, è stata superiore a quella mostrata a Berlino ma anche a Braga.
Una settimana è bastata per rivedere abbracci, baci, proclami, sorrisi.
Come avrà fatto Mazzarri a portarli tutti fin qui, grazie a quali doti sciamaniche prima ancora che tecniche e strategiche, è la materia che tiene banco. Ora si sente solo dire da qualsiasi giocatore che «con lui è cambiato tutto». E non lo dice chi non giocava mai ma anche quelli come Anguissa che con Garcia si conosce dai tempi del Marsiglia. È un Napoli rigenerato anche se fisicamente ancora in difficoltà e pieno zeppo di dilemmi tecnici (a partire da Natan che conferma le perplessità di questa estate sulla sua inadeguatezza a essere titolare in serie A). Mazzarri ha parlato a lungo, in campo e fuori, a tutti. Ha convinto parecchi giocatori che il meglio potevano e dovevano ancora darlo, e che l'avrebbero dato. Ascoltare tutti, non buttare via niente, conservare solo quello che serve, cercare la bellezza del talento ma circondarla con le linee di un disegno preciso: il Napoli di Mazzarri riparte così dal Bernabeu, deve prendersi la parte migliore di questa sconfitta. Ha voluto sfidare i fenomeni Rodrygo e Bellingham ed è stato punito. Ma il Napoli è uscito a testa altissima: a sei minuti dal 90’ era già negli ottavi di Champions (una dote da 80 milioni irrinunciabile). Ora la qualificazione è in palio contro il Braga. La più facile delle avversarie. E per questo anche la più terrificante delle partite.