Napoli, quel mercato che (finalmente) inizia a convincere

Da Lindstrom a Ngonge, i cambi pagano

Cyril Ngonge
Cyril Ngonge
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Martedì 6 Febbraio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 19:35
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Dal nuovo Napoli ci si aspetta che giochi bene e diverta un po' di più ed è questo il proposito dopo la sessione invernale firmata da Micheli e Meluso. Una montagna di soldi e (ancora) di dubbi: soldi e dubbi sono collegati. De Laurentiis ha speso, negli ultimi sei mesi, 46 milioni di euro solo per Lindstrom e Ngonge, ma in totale si superano potenzialmente i 90 milioni considerando Mazzocchi (4) l'eventuale riscatto di Traoré (18) e i deludenti Cajuste (12) e Natan (10). Ci sarà qualcuno che verrà pagato solo a giugno ma comunque quando compri un'auto a rate poi il giorno del saldo arriva. Per adesso, quest'auto tossicchia. Anche se con il Verona qualcosa si è visto. Come se quelli nuovi avessero un ritmo differente rispetto a quelli delle vecchia guardia. Occhio a illudersi: certo, non siamo ancora precipitati di colpo all'ingrato tempo di Calderon o Husain. Con rispetto parlando. Ma la sensazione che in questa rosa ci siano prodotti sovrastimati, forse strapagati, è forte. Nella formazione anti-Hellas tra l'altro, c'era solo Cajuste tra i nuovi acquisti.

Per Mazzarri, in ogni caso, sono stati i cambi a far vincere la partita domenica pomeriggio. Immaginarli titolari a Milano è opera complessa. Ma certo, Rui è squalificato, Olivera ha ancora un po' di tempo per recuperare e quindi potrebbe toccare a Mazzocchi. Il primo nodo è Jesper Lindstrom: è apparso un buon giocatore, però 30 milioni di euro in contanti sono una cifra enorme anche al netto del fatto che ancora nessuno ha ben capito in che ruolo debba giocare. I dati statistici sostengono che sia un trequartista, che il Napoli non prevede nei suoi schemi. De Laurentiis è certo che sia un'ala destra ma Mazzarri lo ha schierato mezzala sinistra. E in quel ruolo ha servito l'assist dell'1-1 per Cyril Ngonge, sul cui tiro vi è stata la deviazione del centrale del Verona Dawidowicz. Eccolo il belga cresciuto nello Standard Liegi: dice di lui l'ex suo allenatore, Marco Baroni, che può fare anche la prima punta. Per il Napoli, siamo certi, è il vice di Politano. E da qui non si scappa. È un buon ricambio, lo ha dimostrato contro la sua vecchia squadra, ma difficilmente in questo momento può essere considerato alternativa fin dal primo minuto nel tridente azzurro. Però non è facile brillare e fare gol (sia pure in comproprietà) all'esordio in uno stadio come il Maradona. Il vero colpaccio, fino ad adesso, si chiama Pasquale Mazzocchi: per costo, ha un rendimento altissimo.

Pure l'affidabilità è meritevole di attenzione. Lo ha rovinato l'esordio choc col Torino, ma poi si è rimesso subito in carreggiata. Disponibile a tutto, anche a giocare a destra in un centrocampo a cinque. Il ragazzo di Barra ha il cuore nello zucchero ed è tatticamente il jolly di Mazzarri. Che con quelli come lui, disponibili, si trova sempre a suo agio. E infatti, è quello più utilizzato dei nuovi.

C'era anche Leander Dendoncker nel mischione finale che ha ribaltato l'Hellas. Il fisico è di quelli importanti, pare possa fare anche il difensore centrale. Ma delle statistiche nella mani di De Laurentiis meglio non fare molto affidamento. Ideale nella mediana che deve fare muro, anche perché sostenuto da un discreto fisico. Ma anche qui: è il vice Anguissa. E null'altro. Però anche lui ha già messo insieme una doppia presenza (anche con la Lazio) in cui ha fatto poco. Ma quel poco lo ha fatto bene. Chi invece ha già avuto modo di dimostrare di non essere all'altezza è Jens Cajuste: è apparso a strappi, quasi tutte le cose imprevedibili che fa sono prevedibili. È sempre rischioso, e difficile, stabilire un'equivalenza tra costo e risultato, ingaggio e resa, spesa e valore, stipendio e produttività. Ma dopo la sessione estiva buttata via (di Natan cos'altro aggiungere?), in quella invernale il Napoli pare abbia imparato a calibrare quasi ogni colpo. Su tutti, Junior Traoré. Perché l'ex Sassuolo ha avuto la malaria e quindi bene non sta, ma appena recupera la condizione può davvero fare la differenza, mettendo in difficoltà Mazzarri. Non è un caso che il Napoli voleva Traoré prima ancora di Raspadori. E nei blitz dell'ad Carnevali a Rivisondoli, nell'estate del 2022, si parlava anche di Traoré. De Laurentiis crede molto nell'ivoriano, tant'è che - parole sue a cui in pochi credono - Zielinski è fuori dalla lista Champions proprio per far posto a lui. 

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