De Laurentiis, due club e cinque tecnici a libro paga

Salta Cannavaro, a Bari c'è il vecchio Iachini

Fatale al Bari la sconfitta di Palermo
Fatale al Bari la sconfitta di Palermo
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Martedì 6 Febbraio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 7 Febbraio, 11:25
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All'improvviso, cannibale. La famiglia De Laurentiis si scopre ammazza-allenatori. E quando il demone coglie il presidente, per il povero tecnico non c'è scampo. E il demone ha colpito anche Aurelio e Luigi che sono già al loro terzo esonero stagionale con il Napoli e il Bari. Ieri l'addio a Marino dopo 14 partite e lo scontento di tutti. Cinque allenatori in busta paga, ma cosa è questa storia? Un record, mai successo nulla di simile nella famiglia. De Laurentiis (padre e figlio) mai avrebbero immaginato di dover pagare a vuoto tre tecnici per fare i disoccupati, a casa, davanti alla tv almeno fino al 30 giugno. Vecchio copione, facile esercizio di potere: l'esonero è una scorciatoia comoda e spesso funziona. A padre e figlio, a vedere i risultati, non tanto: perché Napoli e Bari stanno peggio (in classifica) di quando hanno mandato via i propri tecnici. Rudi Garcia fino al 30 giugno (ha due anni di contratto ma c'è una clausola che il Napoli eserciterà) percepirà 230mila euro al mese (in totale, 2,8 milioni a stagione). Più l'eventuale premio per il ritorno in Champions che pure gli tocca e che sfiora i 150mila euro. Walter Mazzarri, si sa, ha accettato da novembre in poi, un ingaggio da 1 milione di euro per approdare fino a giugno. E siamo, in totale già a 3,8 milioni (5,5 lordi). Poi c'è il Bari: Michele Mignani, esonerato a ottobre, aveva uno stipendio di circa 350mila euro, mentre Pasquale Marino, appena esonerato, più o meno 200mila euro. Insomma, tenendo conto che per Garcia c'erano i benefici fiscali del decreto crescita, stiamo più o meno attorno ai 6,5 milioni di euro di stipendio da parte delle ditta Aurelio&figlio. Ma ora arriva il quinto, con Fabio Cannavaro che è stato in corsa per un po', ma poi De Laurentiis ha preferito Beppe Iachini: Luigi, il presidente del Bari, è stato chiaro con tutti i candidati, ovvero il budget è molto basso (meno di 100mila euro e solo due per lo staff). D'altronde, si tratta di arrivare fino a maggio provando a evitare le forche caudine dei playout. Poi, ci sarà come sempre la solita clausola unilaterale a favore del club pugliese. D'altronde, sono da settimane che si inseguono le voci di una cessione, già quest'anno, del Bari da parte dei De Laurentiis. A Riad, parlando con la stampa, aveva anticipato una cosa che fa parte dei regolamenti: ovvero il divieto di multiproprietà a partire dalla stagione 2027. Sul tavolo, a quanto pare, una proposta anche di un fondo americano. Il punto è che da tempo i De Laurentiis sono contestati a Bari dove hanno dimenticato la risalita dalla serie D. E il prezzo di questa contestazione, sono gli insulti a Luigi allo stadio e l'invito a cedere il club il prima possibile. A giugno, il Bari raggiunse la finale playoff con il Cagliari.

In ogni caso, mai come quest'anno i De Laurentiis hanno collezionato esoneri.

Uno dopo l'altro. Di Garcia, si sa tutto: ha pagato il ko interno con l'Empoli, nonostante il quarto posto e la quasi qualificazione agli ottavi di Champions. Ma non è bastato al francese per tenersi la panchina. Scelta che chissà quante volte De Laurentiis senior si sarà pentito di aver fatto. Al Bari, ha fatto peggio: ha rinnovato il contratto a Mignani, il tecnico della promozione dalla C, legato ai biancorossi con un contratto fino al 2024 e che ha perso la finale per la serie A con il Cagliari. Ma dopo sette pareggi in nove gare, lo ha sostituito durante la pausa delle nazionali di ottobre con l'esperto Marino. Ma dopo 14 partite ecco che ieri, fatale il 3-0 in casa del Palermo, arriva l'addio. E il terzo cambio in panchina stagionale. Con Fabio e Paolo Cannavaro che sono rimasti nel casting per la panchina dando la propria disponibilità. Ma che hanno dovuto fare i conti con una non chiara aria anti-napoletana che si respira a Bari. O almeno si respira in qualche circolo di ultrà. Fabio Cannavaro è il capitano dell'Italia campione del mondo nel 2006, è la figurina del nostro calcio, ha giocato ovunque e con chiunque: davvero non si capisce perché Polito, il ds che ha gestito le trattative per conto di Luigi De Laurentiis, possa aver dato peso a questa discriminazione barese nei confronti dei napoletani (peraltro napoletano è anche il dirigente). Verrebbe quasi da ridere, se non ci fosse da piangere. Ah, vengono esonerati per quasi mai c'è chi si dimette tra gli allenatori. L'unico, proprio Cannavaro: lasciò Vigorito e il Benevento e l'unica cosa di cui si preoccupò erano gli stipendi del suo staff tecnico. 

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