Napoli-Empoli, tocca a Raspadori: Jack prova a esorcizzare l'incubo

Parola d'ordine: dimenticare quel maledetto pomeriggio del 24 aprile

Raspadori titolare in attacco con Osimhen
Raspadori titolare in attacco con Osimhen
di Pino Taormina
Martedì 8 Novembre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 18:25
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In fuga per la vittoria. La capolista ci prova con una parola d'ordine: dimenticare quel maledetto pomeriggio del 24 aprile. Alla larga dai paragoni, dalle rievocazioni, dalle nostalgie, dalla voglia di vendetta. Questa partita è tutta un'altra storia. E non solo perché quel giorno il sogno scudetto naufragò per colpa di una rimonta-choc mentre oggi siamo soltanto alla 14esima giornata. La verità è che Napoli ed Empoli, stasera di fronte al Maradona (in campo alle 18,30), sono due squadre profondamente diverse da sette mesi fa. Molto diverse. E che gli azzurri sono lanciatissimi dopo un avvio record e la possibilità di arrivare a dieci vittorie consecutive, proprio come il Napoli dei record di Sarri. Luciano Spalletti non si fida dell'Empoli: lo scorso anno ci ha lasciato le penne sia all'andata che al ritorno e sa bene quanto alla fine abbiano pesato quelle due cadute. Dunque, se pure aveva la tentazione di far tirare il fiato a Osimhen, non lo farà: perché mettere a riposo il bomber dei 6 gol nelle ultime 4 partite significa attirarsi addosso fulmini e saette. Cosa che lui, amabilmente, vuole tenere il più lontano possibile. Dunque, l'unico assente sarà Kvara (oltre a Rrahmani) che non ha recuperato dalla botta alla schiena e che farà di tutto per essere abile - e arruolabile - per la gara con l'Udinese. Cosa non proprio scontata. Al suo posto stavolta c'è Raspadori e non Elmas. Le sorprese vanno bene una volta, e non due. Novità in difesa, con la staffetta tra Ostigard e Juan Jesus e Mario Rui con Olivera. Per il resto, impossibile mettere mano al centrocampo senza avere delle ripercussioni: Gaetano regista è solo un'idea, perché Lobotka è intoccabile.

«Sacchi più Zeman uguale Spalletti».

Mica era una esagerazione quello che scrivevano i tifosi dell'Empoli 25 anni fa, quando il giovane Luciano muoveva i primi passi. Lo scorso anno i sogni scudetti si sono infranti proprio contro le piccole ed è il monito con cui il tecnico du Certaldo si avvicina a gare di questo tipo. Fino a ora, per la verità, un solo scivolone: con il Lecce. E poi basta. Segnale che la squadra ha capito le varie lezioni che le sono state impartite. Con la qualità si va in paradiso, si sa. Poi il lavoro di Spalletti, da questa estate, è stato soprattutto psicologico. Nessuno come lui, glielo riconoscono anche i nemici e i critici (che ci sono sempre, perché ogni uomo pubblico è giusto che ne abbia), sa come motivare un gruppo. Lentamente, col passare dei mesi, Lucianone ha martellato i suoi giocatori, infondendo fiducia, obbligando col suo carisma il gruppo a seguirlo, aumentando l'autostima di atleti che spesso scendevano in campo senza la giusta convinzione. Sul piano psicologico questo Napoli ha compiuto un lavoro straordinario, proprio partendo da Empoli: lì, presa la prima sberla, il Napoli sbandò, sbracò e precipitò nell'oblio. Sabato, dopo il rigore dell'Atalanta, ha rimesso la palla al centro e ha segnato due gol. E ha vinto. Perché ora tutti hanno più coraggio, hanno acquisito la mentalità giusta: niente paura, siamo il Napoli. Segnale recepito in pieno. 

Oggi non sarà tutto esaurito, siamo a meno di 40mila spettatori (mentre con l'Udinese, per la gara di sabato al Maradona, siamo vicini al sold-out). Ma è pur sempre un giorno feriale e si gioca praticamente nel tardo pomeriggio. Ma poco cambia, per gli azzurri che saranno feroci, affamati, disposti a tutto. Come chi è a stecchetto da 32 anni e intravede il banchetto, che non è un semplice pasto ma la catarsi attesa da tempo. Intanto, ancora una volta Spalletti farà una cosa all'olandese, come si diceva una volta. Visto che paragonano questo Napoli al vecchio Ajax di Michels, ecco che Lucianone ha preso l'abitudine di lasciare che i giocatori trascorrano la notte prima dell'esame con mogli e fidanzate, e anche coi figli, chi vuole e chi può. Altro che ritiro blindato, concentrazione assoluta: siamo professionisti di un certo livello, quindi fidatevi di noi. Così funzionano le cose al Napoli, che ha praticamente abolito la clausura prepartita nelle gare in casa. Il raduno questa mattina col borsone a tracollo, nell'hotel di Pozzuoli a due passi dalla Solfatara. 

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