Napoli, Garcia: ecco le mosse per il rilancio

I lampi degli assi e la condizione fisica

Rudi Garcia
Rudi Garcia
di Pino Taormina
Venerdì 29 Settembre 2023, 09:53 - Ultimo agg. 30 Settembre, 10:03
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Era una sera di settembre 2015, la notte di Europa League con il Bruges, quando Maurizio Sarri abbandonò il sogno di Insigne trequartista per tuffarsi nel 4-3-3. Chissà se la gara con l'Udinese non possa passare alla storia come lo spartiacque, tra il primo e il secondo Garcia.

Ora, non è che sia in atto la costruzione di qualcosa di profondamente nuovo, non si vedono in giro ponteggi o cantieri rispetto alle prime giornata di questa stagione. Eppure, qualche cosa di diverso rispetto alla settimana scorsa si è visto. O meglio, si è potuto vedere anche alla luce di un dettaglio non di poco conto: la condizione atletica della squadra. Il Napoli ha corso davvero per tutto il tempo, mercoledì sera. Ed era la quarta partita in dieci giorni. Con tre trasferte alla spalle. Il segnale che Garcia non ha mentito quando, un mese fa, difendeva il lavoro del preparatore, parlando di una condizione che sarebbe arrivata lentamente.

Sì, vero: Garcia ha dato l'impressione di aver dato maggiore libertà soprattutto nella circolazione della palla. Meno frenesia e fretta nel liberarsene, con momenti anche di attesa. Ma sempre col pallone tra i piedi. De Laurentiis ha lasciato il Maradona al settimo cielo: lo era anche dopo il Bologna.

Ma ha capito che più vicino sta alla squadra e meglio è. Anche alla luce della faccenda Osimhen. E allora oggi passerà la notte a Lecce, assieme ai campioni d'Italia. Ieri era a Roma ma nel pomeriggio partirà in volo per Brindisi con la squadra, in viaggio con Garcia, per trascorrere la vigilia con agli azzurri. È la prima volta. Tutti insieme appassionatamente.

Già con il Braga e il Bologna, il Napoli ha mostrato di aver ritrovato un possesso sicuro: se in Portogallo ha sbandato, a parte l'invenzione di Samardzic, la difesa azzurra non ha mai avuto esitazioni. Con l'Udinese è stata costante la circolazione della palla, quasi un martellamento, con Anguissa che ha molto spesso indietreggiato sulla linea dei due centrali, più stabilmente di Lobotka spesso schermato da Lucca, in una costruzione che si potrebbe definire "3 più 2".

vvero, Anguissa e i due centrali, Lobotka e uno dei due terzini. Quello che ha colpito è il ritorno a un'efficace organizzazione nel recupero della palla, la vera arma letale del 4-3-3 di Garcia. Ovvio, tutto è più facile se i big volano e con un Kvara in quelle condizioni spumeggianti: il ragazzo ha più energia per tenere corta la squadra e inserirsi in attacco. C'è poi la presenza di Mario Rui, perché il terzino portoghese in campo porta in dote la qualità alla fonte del gioco che manca con la presenza di difensori puri come Ostigard e Natan (in ogni caso, fino a ora, affidabilissimi).

Osimhen è il sole che dà vita a incursori come Zielinski e Politano. Sia ben chiaro: non esistono orfani di Spalletti. Ma l'altra sera le verticalizzazioni a cercare l'uno contro tutti di Osimhen sono state molto di meno rispetto a Bologna ma anche a Braga e con il Genoa. La ricerca dello sviluppo del gioco è avvenuta attraverso le vie laterali, con una crescita del volume delle rotazioni e con un cerniera di sinistra - Rui, Zielinski e Kvara - impressionante. Non ce ne voglia Olivera: con il portoghese, sembra tutta un'altra musica. Garcia ha preteso una consistente copertura alla difesa offerta da Anguissa e Lobotka e, in nessun momento dell'incontro, il Napoli è apparso lungo e spaccato in due. Uno dirà: è una rondine che non fa primavera. Giusto: ma domani c'è il Lecce e se è stata solo un'illusione lo capiremo tra poche ore. Gli indizi lasciano intendere che Garcia è arrivato a questa mutazione, anche caratteriale, in maniera definitiva. Per prima cosa, la squadra è compatta attorno a lui: con l'Udinese sarebbe stata l'occasione migliore per mandarlo a picco. La reazione è stata maestosa.

Ieri Garcia e il suo staff hanno iniziato a vedere i dati sulla tenuta fisica dei proprio calciatori. C'è l'ultimo sforzo da fare, con le 3 partite di questo tour de force. E una è quella del Real Madrid. Ma certo domani non può fare calcoli Rudi: punterà alla formazione che ha piegato l'Udinese, con al massimo un cambio o due. Per esempio, Lindstrom al posto di Politano. Oppure Cajuste al posto di Anguissa. Ma senza rivoluzioni copernicane: la squadra ha preso il ritmo giusto, senza l'errore dal dischetto di Bologna, ora la classifica sarebbe luminosa.

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