Napoli-Inter, probabili formazioni: Mazzarri avanti col 3-4-3, c'è Cajuste in mezzo

Fuori Zielinski, Simeone al centro dell'attacco

Giovanni Di Lorenzo
Giovanni Di Lorenzo
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Lunedì 22 Gennaio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 17:55
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Alzala capitano. La terra promessa è a portata di mano. E la coppa è un sogno. Pure se è Supercoppa e nonostante il nome, sembra valere qualcosa in meno. Non è così. Basti pensare che De Laurentiis ha promesso un premio alla squadra in caso di conquista del titolo. «La vogliamo, sarebbe il giusto premio alla stagione finale», dice capitan Giovanni Di Lorenzo. Sì, sarebbe quasi il modo migliore per chiudere un ciclo. Non ci sono novità per Mazzarri. Squadra che vince non si cambia, anche se lui è abile nell'arte dell'arrangiarsi. Lasciare che Inzaghi un po' si arrovelli nel dubbio è pur sempre una soddisfazione: non è pretattica, è solo lasciarlo sui carboni ardenti. L'abiura al 4-3-3 sembra definitiva, almeno qui nella capitale saudita. Eccolo il nuovo Napoli con la targa, con il 5-4-1 o chiamatelo pure come vi pare. Cajuste ha una fasciatura, ma nel catenaccione dà più garanzie di Zielinski. L'allenamento nel blindatissimo Al-Shabab Club, che il patron ha seguito dal primo all'ultimo minuto, lascia pochi dubbi. In questo stadio dove tutti sono certo che presto arriverà Mourinho. Per il resto, per Mazzarri, c'è poco da fare: conferma per Mazzocchi e dei tre centrali che hanno stracciato la Viola. Non sarà come ammirare la Kingdom Tower, un grattacielo di 302 metri con sommità a forma di collana ma questo Napoli vuole lasciare un ricordo anche di termini di bellezza. «Non è vero che difendendo a 5 non facciamo gioco d'attacco. Anzi, lì in avanti ne portiamo anche di più». Lo stadio sarà pieno, come per la gara tra Inter e Lazio. Stamane ci sarà ancora un allenamento ma in hotel, nel quartier generale al Four Season. Che, in questi giorni, è più affollato del Museo nazionale dell'Arabia Saudita, lo spettacolare edificio con le forme e i colori che richiamano le dune di sabbia rosse del deserto e con all'ingresso la facciata si trasforma in una torre che punta dritta verso la Mecca. 

Di Lorenzo non teme nulla. «Ci saranno più tifosi dell'Inter, capita.

I nostri ci seguiranno da casa e noi non vediamo l'ora di poter festeggiare con loro questo trofeo che è importante e siamo qui a giocarcelo per quanto fatto nella scorsa stagione. Vincerlo potrebbe darci ancora più entusiasmo e autostima per affrontare la seconda parte di stagione. La squadra è concentrata sul match, metteremo in campo tutte le energie». Tra gli ospiti anche Spalletti, il Ct dell'Italia. Chissà che colpo a cuore nel vedere una simile metamorfosi della squadra delle meraviglie creata con lui alla guida. «La difesa a 3? Io penso che, al di là del modulo, conta come lo si interpreta. Sulla carta può essere visto come più difensivo, poi in pratica ci porta ad avere tanti giocatori in fase offensiva». Lautaro, ma anche Thuram. Più tutti gli altri. «L'Inter è una grandissima squadra, con una coppia d'attacco che sta veramente bene e noi sappiamo che dovremo essere bravi in difesa, ma l'aspetto difensivo coinvolge tutti». Sulla pelle quella strana e amara sensazione che accompagna questo Napoli non più dei cannibali e degli invincibili: quello di non essere i favoriti. «Ma in una finale non ce ne sono. Ed è sbagliato pensare che ce ne sia uno perché più avanti in campionato. Io penso che in una finale di una competizione sia sbagliato parlare di favoriti. Abbiamo visto una grandissima partita contro la Lazio, ma faremo il massimo per portare a casa il trofeo». Dall'Africa, poi, un patto d'acciaio. «Osimhen e Anguissa ci hanno fatto l'in bocca al lupo. E noi lo facciamo a loro». La squadra è fatta: con il Cholito Simeone di nuovo titolare e Kvara e Politano ai suoi lati. O al suo fianco. 

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