​Napoli-Milan 2-2 in rimonta: Garcia cambia tutto, Politano e Raspadori firmano il pareggio

Nel finale occasionissima per Kvara, salva Maignan

Il cerchio azzurro della felicità
Il cerchio azzurro della felicità
Eugenio Marottadi Eugenio Marotta
Domenica 29 Ottobre 2023, 23:30 - Ultimo agg. 30 Ottobre, 17:22
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L’ha ripresa il Napoli. Con il cuore, con personalità, con carattere, con la spinta del Maradona ed anche con una sorta di mea culpa di Rudi Garcia che torna sui suoi passi e nel secondo tempo ridisegna una squadra capace di rimontare due gol e sfiorare la remuntada (con Kvara al 94’). Ma anche di rischiare la beffa. Primo pareggio casalingo per i campioni d’Italia che costringono al primo pari stagionale il Milan. Una partita dai due volti. Primo tempo di marca rossonera e ripresa all’arma bianca in cui il Napoli ha recuperato il doppio svantaggio, sfiorato il tris e rischiato dopo l’espulsione di Natan. I fischi dell’intervallo si sono trasformati in applausi a fine partita. 

Prima che le squadre scendono in campo, l’omaggio di tutto lo stadio che porta il suo nome a Diego Armando Maradona che proprio domani avrebbe compiuto 63 anni.

Il Milan parte in quarta, mostra i muscoli ed una fisicità disarmante rispetto ai campioni d’Italia, costretti ad affidarsi sempre o quasi alle iniziative dei singoli. Non basta e non può bastare il solo Kvaratskhelia per impensierire la seconda della classe. C’è di più. Se nelle intenzioni di Garcia c’era la volontà di far aprire la retroguardia rossonera, lasciando campo all’avversario, l’idea di rivela un boomerang. Il diavolo ci mette mezzora per infierire un pesante uno-due targato Giroud che ritrova il gol dopo due mesi di astinenza (non segnava dal 1° settembre all’Olimpico con la Roma). 

Pronti via e sono brividi. Il centravanti francese fa subito le prove da protagonista e di destro da due passi trova il corpo di Rrahmani che si salva in angolo. Il Napoli fatica a centrocampo, soffre la fisicità dei dirimpettai e Zielinski è costretto vagare senza meta nella terra di mezzo. Raspadori viene chiuso da Kalulu e Tomori ed il solo Kvara viene preso in consegna da Calabria e raddoppiato sistematicamente da Musah. Con queste premesse, Lobotka abbassa ulteriormente il baricentro provando a dare copertura alla difesa a causa della pressione rossonera. Nel primo tempo il Napoli è lungo, sfilacciato e sulle fasce (sopratutto a destra) i rossoneri affondano. Pulisic pennella un traversone per la testa di Giroud che la insacca nonostante la smanacciata di Meret (22’). Il gol è una doccia fredda e l’occasione di Politano su incursione di Kvara (27’) che gonfia solo l’esterno della rete è un’illusione. Il Milan tiene botta e batte cassa. Ancora con Giroud. Ancora di testa. Il francese prende l’ascensore e lascia sotto terra Rrahamani piazzandola nell’angolino lontano (31’). La doppietta fa male ed il Napoli ha dimenticato il giubbotto antiproiettile. Gli azzurri vanno in bambola, lasciano campo agli avversari e Reijnders per due volte grazia gli azzurri. Fatta eccezione per un sussulto di Raspadori (palla alta sulla traversa) si va al riposo con il Milan che sfiora ancora il tris con Musah ed i fischi del Maradona

 

Nel secondo tempo, la metamorfosi. Garcia si gioca subito il tutto per tutto, inserendo Simeone in avanti (al posto di Elmas), con Ostigar e Olivera in difesa (subentrati a Rrahamani e Mario Rui), cambiando letteralmente pelle (un 4-4-2 camaleontico che si trasforma in 4-2-3-1 o 4-2-4 a seconda delle situazioni) ed anche marcia. Il Napoli risponde presente. La squadra ha un altro passo e la riapre subito grazie ad un eurogol di Politano che prende il sombrero, salta un paio di avversari e di sinistro fa secco Maignan. Su quella catena l’intesa con Di Lorenzo sembra tornata ai tempi migliori: il capitano si incunea e cerca il primo palo, ma Maignan è attento (13’). È un altro Napoli che mette in campo tanta personalità e trova il pareggio poco più tardi con una magia di Raspadori direttamente su punizione. Jack usa il contagiri e beffa Maignan sul suo lato (18’) da oltre 20 metri. Il Maradona si trasforma in una bolgia. I rossoneri provano ad uscire dalle corde con una rasoiata di Leao (Meret si distende in angolo 23’), la panchina di Pioli si infiamma e ne fa le spese il match analist. Lo stesso Pioli capisce che è meglio tirare i remi in barca e richiama in panchina Giroud e Leao. Garcia sembra voler fare altrettanto quando decide di sostituire Politano con Zanoli. Nel finale, Natan lascia la squadra in dieci, ma gli azzurri rischiano solo su Calabria. Il jolly invece capita proprio allo scadere sul sinistro di Kvara che trova il piede di Maignan...

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