Un disastro purtroppo annunciato. Tutto prevedibile, alla luce della retrocessione della giovanile del Napoli nel torneo Primavera 2 e della scarsa attenzione della società al vivaio. La sconfitta per 4-1 in casa del Cesena nell'ultimo turno di campionato è una dolorosa notizia per chi segue con affetto i cosiddetti azzurrini, magari pensando che si possano rivivere i tempi in cui le giovanili dominavano i campionati di categoria e sfornavano calciatori per la prima squadra. I titoli della Primavera sono lontani nel tempo, appartengono a un'altra era. Anni Settanta. Nel 1975 la vittoria del torneo di Viareggio - all'epoca la più importante manifestazione internazionale di calcio giovanile - con la squadra guidata da Rosario Rivellino e nel 1979 il trionfo in campionato, il primo scudetto firmato da Mariolino Corso e da quei ragazzi che sarebbero poi sbarcati in prima squadra, a cominciare dai campioni d'Italia del 1987 Beppe Volpecina e Raffaele Di Fusco.
Un disastro annunciato perché, al di là delle responsabilità di tecnici e calciatori, non vi sono investimenti in questo settore. Un peccato, anche perché vi sarebbe un importante risvolto sociale. E invece poco o niente. E, dopo Insigne, è rimasto un solo napoletano cresciuto nel vivaio, Gianluca Gaetano, che peraltro fa fatica a trovare spazio, con Spalletti come con Garcia.
Conta solo e soltanto la prima squadra? Credo di no.