Napoli, attacco da incubo: contro la Salernitana ci prova Simeone

Azzurri a caccia del gol perduto

Simeone
Simeone
di Pino Taormina
Sabato 13 Gennaio 2024, 08:39 - Ultimo agg. 18:50
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Inviato a Castel Volturno 

Il tridente del non-gol contro la Salernitana avrà una punta centrale nuova di zecca: il Cholito Simeone. Qualcosa deve pur inventarsi Mazzarri e quindi si affida all'argentino titolare. Una mossa a sorpresa: in campionato, nelle sette gare dell'era Mazzarri, non è mai stato titolare, per 4 volte è rimasto in panchina e ha messo insieme, in tutto, 39 minuti sul terreno di gioco. Ma ora la musica cambia: il tecnico è in piena emergenza, il modulo non lo può cambiare perché quelli sono i disponibili.

Non gli resta che mescolare gli uomini. Anche perché Jack è a secco proprio dalla gara di andata a Salerno: 12 partite di digiuno (tra le coppe e la serie A) che sono una specie di era geologica per la punta. E, visto che la squadra va alla ricerca della rete perduta, giusto che ora scocchi l'ora dell'argentino. Che pure è a digiuno da un mese e mezzo. Ma anche perché gioca davvero col contagocce. Ora per Raspadori si aprono due vie: la panchina e l'entrata nella ripresa oppure quella di prendere il posto di Zielinski (è in ballottaggio con Gaetano) che vive giorni di buio totale.

Forse anche perché è vicino all'addio. Diciamo che nessuno delle strade stupirebbe. Di certo, Mazzarri non può ripresentare la stessa formazione di Torino. Anche per dare un segnale. E poiché altrove non ha alternative è qui che deve mettere mano.

De Laurentiis è piombato in serata nell'hotel di Pozzuoli attorno alle 19,30, di rientro dall'estero. Un breve saluto e poche parole per Mazzarri e i giocatori. Serve la svolta: un digiuno di gol lungo quattro partite, dalla vittoria con il Cagliari. Non succedeva dai tempi di Ventura allenatore, in serie C. Proprio all'alba dell'era De Laurentiis, nel 2004, il Napoli non segnava per quattro partite consecutive. E in serie A era da quando c'era Donadoni, nel marzo del 2009, che per tre gare si restava a bocca asciutta. Ventura e Donadoni, insomma: per Mazzarri il segnale che il momento è nero. Il giro di giostra dovrebbe consentire al Cholito di piazzarsi lì al centro dell'attacco: ovvio, l'argentino pure non sembra vivere un momento di grazia. Non segna dal 29 novembre a Madrid e l'unica rete in campionato l'ha siglata contro l'Udinese. E poi basta. Insomma, anche per lui un digiuno interminabile. Tocca a lui, insomma, anche perché Jack sta facendo troppi buchi nell'acqua, troppi errori sotto porta e occasioni d'oro dilapidate. Però la logica non è proprio l'ultimissima moda azzurra, di questi tempi, e l'allenatore questa certezza non l'ha voluta dare neppure in conferenza. Anche perché regali a Inzaghi non vuole darne: un conto è avere Giacomino in attacco, un altro il Cholito. Il ballottaggio vero è quello tra Gaetano e Raspadori, al posto di Zielinski. Ma Mazzarri si tiene tutte dentro. E che magari risolverà affacciato alla terrazza della sua stanza che dà sull'amato golfo di Pozzuoli.

Il gol è come il sole nero di un'eclissi che ha oscurato ogni cosa. Ma poi c'è anche quella difesa che sembra in balia delle onde: Mazzarri ha insistito sul lavoro sulle palle da fermo, provando a stanare Juan Jesus e Rrhamani dalle nervose insicurezza nelle quali tutti e due si sono rintanati e che poi si traducono in un rendimento che scade. Mazzarri non cambierà modulo ma solo qualche uomo: d'altronde, su chi altro puntare? Certo non su Lindstrom e Ostigard, gli unici che potrebbero avanzare pretese per un posto da titolare. Insomma, ai 40mila (più o meno) di dovrà chiedere solo tanta pazienza. Talvolta la minestra viene più buona dosando meglio gli stessi ingredienti.

Edoardo è stato al fianco della squadra per tutta la settimana. E ieri era nella sala stampa ad ascoltare Mazzarri e in serata ha accolto il padre nel ritiro puteolano. Zielinski e Kvara, per ragioni differenti, sono sulla graticola: il polacco ormai ha scelto l'Inter e vive da separato in casa (come Insigne, per esempio). E quindi Mazzarri riflette se gettarlo subito nella mischia. Il georgiano, nonostante la zuffa social tra il suo agente e Osimhen con il suo clan, resta uno dei pallini di Walterone: è stato a lungo a colloquio con lui nell'hotel flegreo, spiegando che deve stare attento a non rispondere alle provocazioni, a non reagire a calci e calcetti. Con il tecnico di San Vincenzo, si è avvicinato alla porta per vie centrali. Dopo cinque giorni di ritiro, Mazzarri deve dimostrare di poter risalire una china impervia: comunque vada, stasera il ritiro si interrompe. Domattina la partenza per Riad.

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